I modelli Data Driven, Machine Learning e IA in ottica dei business

I modelli Data Driven, Machine Learning e IA in ottica dei business

Quali sono le nuove tecnologie a servizio dei business?

La rivoluzione digitale sta determinando profondi cambiamenti nel modo in cui vengono condotti gli affari in un’economia globale competitiva. Un motore fondamentale della trasformazione dei modelli di business è la scienza dei dati, che si basa sull’uso combinato di tecniche di Machine Learning (ML), Intelligenza Artificiale (IA), matematica, statistica, database e altre tecniche.

Queste nuove tecnologie hanno un immenso potenziale e consentono alle imprese di elaborare e analizzare enormi volumi di dati in modo rapido e accurato, automatizzando i processi decisionali e rivelando intuizioni che possono essere utilizzate per ottenere un vantaggio competitivo.

I fattori che oggi favoriscono l’uso delle tecniche di Data Science in molto settori diversi ruotano intorno a quattro temi principali:

  • L’aumento senza precedenti sia del volume che del tipo di dati disponibili, grazie anche agli sviluppi dell’Internet of Things (IoT);
  • La connettività e l’accesso ai dati, che portano allo sviluppo di nuovi servizi e modelli di business basati sulla generazione e sull’analisi in tempo reale;
  • I continui miglioramenti negli algoritmi che permettono di ottimizzare l’elaborazione di grandi volumi di dati;
  • La maggiore capacità di calcolo dei sistemi, grazie ai progressi nella tecnologia dei processori, agli sviluppi nell’ambito dei linguaggi di programmazione e all’emergere del cloud computing.

Machine Learning: cos’è e a cosa serve?

Eguagliare e addirittura superare le capacità umane di elaborazione delle informazioni per risolvere problemi complessi allo scopo di prendere decisioni di business data driven basate sull’analisi di ingenti quantità di dati.

Potremmo riassumere così il Machine Learning -in italiano “apprendimento automatico”-, una sottocategoria dell’Intelligenza Artificiale, che si occupa di creare sistemi che migliorano le performance in base ai dati che a cui sono esposti nel tempo.

Il suo funzionamento è piuttosto complesso e si basa su un processo tramite il quale i computer sviluppano il riconoscimento dei pattern nei dati e diventano capaci di formulare previsioni senza essere stati programmati con istruzioni esplicite. Questo ha un grande potenziale di utilizzo in una serie di applicazioni aziendali, come ad esempio rilevamento delle frodi, segmentazione dei clienti o campagne di marketing.

Le tecniche di apprendimento automatico rappresentano un’importante leva di trasformazione e un passo avanti rispetto alle tecniche statistiche classiche, nel senso che aumentano il potere predittivo, migliorano il processo di analisi e interpretazione dei dati, oltre a quello decisionale, fornendo così una rappresentazione più accurata della realtà, e rendono più efficiente l’utilizzo delle risorse.

I compiti dell’apprendimento automatico sono generalmente classificati in tre ampie categorie, detti paradigmi:

  1. Apprendimento supervisionato: il data scientist fornisce all’algoritmo dati etichettati per addestrarlo, cioè input associati a output. L’obiettivo è che, sulla base di questo addestramento, il sistema possa fare generalizzazioni applicabili ad altri set di dati simili;
  2. Apprendimento non supervisionato: l’algoritmo dispone di dati non etichettati e deve identificare i modelli nascosti nei dati. Si basa sul principio della somiglianza;
  3. Apprendimento per rinforzo: il modello interagisce con l’ambiente e deve ottimizzare i risultati delle sue azioni in base alle ricompense che riceve.

Oggi l’applicazione degli algoritmi di Machine Learning in un contesto aziendale è sempre più diffusa. Nel prossimo futuro, è probabile che questa tecnologia venga utilizzata in un’ampia gamma di settori per migliorare i processi decisionali e ottenere risultati migliori in termini di prestazioni, costi e ottimizzazione della Customer experience.

L’impatto del Machine Learning sulla Business Intelligence

Viviamo nell’era della tecnologia digitale e i dati sono una fonte di valore che le organizzazioni possono utilizzare per migliorare le prestazioni aziendali e rimanere competitive. Il loro volume è aumentato esponenzialmente a causa della digitalizzazione dei processi e della crescente interazione con clienti, dipendenti e fornitori attraverso i canali digitali.

L’Intelligenza Artificiale e l’apprendimento automatico stanno prendendo posto nei processi di Business Intelligence (BI), grazie alla loro capacità di elaborare enormi quantità di dati e di trarne spunti significativi. Le aziende stanno già sfruttando la potenza dell’apprendimento automatico per comprendere meglio il comportamento dei consumatori, migliorare il servizio clienti, ottimizzare le campagne di marketing e altro ancora.

Il Machine Learning può dare una marcia in più alla Business Intelligence fornendo l’accesso a maggiori volumi di dati, garantendo approfondimenti più accurati e affidabili, risultati più rapidi e, altro aspetto da considerare, scovando anomalie in tempo reale per agire immediatamente e garantire il miglior risultato.

Inoltre, grazie all’analisi predittiva, gli algoritmi di apprendimento automatico possono fare previsioni basati su dati storici che aiutano le organizzazioni a creare scenari e a prendere decisioni migliori senza perdere tempo.

In definitiva, le aziende dovrebbero prendere in considerazione l’integrazione del ML nei loro processi di BI per ricavare intuizioni, migliorare i processi decisionali, ottimizzare le risorse e incrementare la produttività.

Business Intelligence: cos’è e come funziona?

La Business Intelligence è un insieme di strategie e tecnologie utilizzate dalle aziende per analizzare i dati e trasformarli in informazioni utili per prendere decisioni strategiche e tattiche.

Ad esempio, un’azienda che vuole gestire al meglio la propria supply chain ha bisogno di capacità di BI per determinare dove si verificano i ritardi e come ridurli. Il sistema di BI, grazie anche all’uso di strumenti come il Data Warehouse, raccoglie dati da più fonti, esegue query e genera report che possono essere utilizzati per prendere decisioni più informate e migliorare l’efficienza operativa.

Nell’attuale ambiente digitale, le funzionalità di BI sono essenziali per qualsiasi organizzazione che voglia rimanere in testa alla concorrenza e trarre vantaggio dalle opportunità della trasformazione digitale, fornendo approfondimenti che non sarebbe possibile ottenere con i metodi tradizionali.

I vantaggi offerti dalla Business Intelligence sono molteplici e vari, ma tutti ruotano attorno all’ottimizzazione dei processi, al miglioramento del processo decisionale e all’aumento della produttività.

Oltre a prendere decisioni basati sui dati, alle analisi più rapide, a dashboard intuitivi e a una maggiore efficienza organizzativa, le attività di BI migliorano la soddisfazione dei dipendenti, favorendo una cultura aziendale in cui i dati sono al centro di tutti i processi decisionali, aiuta le aziende a monitorare l’evoluzione del mercato e ad anticipare le esigenze dei clienti che in questo modo ricevono un servizio migliore.

La Business Intelligence, in combinazione con i modelli di Machine Learning e Intelligenza Artificiale, può dare alle aziende una spinta maggiore offrendo approfondimenti che possono essere utilizzati per creare una strategia di trasformazione digitale volta a ottimizzare i processi e creare valore per i clienti.

Che ruolo gioca l’Intelligenza Artificiale nella Cyber Security?

Che ruolo gioca l'Intelligenza Artificiale nella Cyber Security?

Cyber security e attacchi informatici: il bilancio del Rapporto Clusit 2023

La superficie di attacco informatico nei moderni ambienti aziendali è in costante aumento. La complessità di questi attacchi, unita all’enorme volume di dati che devono essere monitorati e analizzati per individuare potenziali rischi, richiede un nuovo livello di soluzioni nell’ambito della sicurezza informatica allo scopo di contrastare le diverse tipologie di minacce informatiche.

Le azioni degli aggressori informatici, infatti, stanno diventando sempre più sofisticate e sfruttano strumenti e tecniche, dal social engineering al ransomware, difficili da individuare e prevenire con misure di sicurezza tradizionali, che evidenziano la necessità di utilizzare soluzioni di Intelligenza Artificiale (IA) per rafforzare le strategie di difesa e ridurre il rischio di violazione.

Prima di approfondire il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella cyber security, è necessario sapere che cosa dicono le statistiche sull’attuale panorama della sicurezza e degli attacchi informatici, in modo da capire che cos’è l’IA e come può essere utilizzata.

Partiamo dai numeri. Secondo il Rapporto Clusit 2023, con 2.489 incidenti gravi a livello globale, il 2022 si caratterizza come l’anno peggiore da sempre per la cyber security: sono stati 440 gli attacchi in più rispetto al 2021, che segnano una crescita annua del 21%; la media mensile degli incidenti è stata 207, contro i 171 dell’anno precedente. Il picco massimo dell’anno – e di sempre – si è registrato nel mese di marzo, con 238 attacchi. 

Gli esperti Clusit sottolineano che le crescenti tensioni internazionali e il conflitto combattuto ai confini dell’Europa sono la causa di una “guerra cibernetica diffusa” che negli ultimi dodici mesi ha coinvolto anche il nostro Paese: basti pensare che nel 2022 in Italia è andato a segno il 7,6% degli attacchi globali (contro il 3,4% del 2021). In numero assoluto sono stati 188 gli attacchi verso il nostro Paese, dato che segna un incremento del 169% rispetto all’anno precedente. A completare il quadro italiano, la gravità elevata o critica nell’83% dei casi.

Il settore più attaccato in Italia nel 2022 è stato quello governativo (20% degli attacchi), seguito a brevissima distanza dal comparto manifatturiero (19%), che rappresenta il 27% del totale degli attacchi censiti nel settore livello globale. Per quanto riguarda i settori dei servizi professionali e tecnico-scientifico si registra un incremento del 233,3% di incidenti gravi, mentre per l’industria manifatturiera il valore è di +191,7%. Essendo tra le più colpite, è rilevante anche la crescita per le organizzazioni del comparto informatico, (+100%) e governativo-militare (+65,2%).

Tra le diverse tipologie di attacchi prevalgono quelli per mezzo di malware che rappresentano il 53% del totale italiano, un valore che supera di 6 punti percentuali il dato globale. Gli attacchi di phishing e di ingegneria sociale, invece, sono pari all’8%, mentre la percentuale di incidenti basati su vulnerabilità note e del 6% e quella degli attacchi DDoS è del 4%.

Che cos’è l’Intelligenza Artificiale?

Dopo aver visto qual è la situazione dell’attuale panorama degli attacchi informatici, è essenziale capire che cos’è l’IA e come può essere utilizzata per migliorare la sicurezza informatica.

L’Intelligenza Artificiale è un’ampia branca dell’informatica che si occupa di costruire macchine intelligenti in grado di svolgere compiti che di solito richiedono l’intelligenza umana: dallo sviluppo di auto a guida autonoma alla proliferazione di assistenti intelligenti, come Siri e Alexa, l’IA sta diventando sempre più parte della nostra vita quotidiana e le aziende di tutti i settori stanno investendo in questo campo.

Una definizione di IA condivisa da tutti gli esperti del settore è quella dell’ingegnere italiano Marco Somalvico, professore ordinario al Politecnico di Milano che ha dichiarato: «L’Intelligenza Artificiale è una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana».

In altre parole, l’Intelligenza Artificiale è una tecnologia in grado di simulare le capacità intellettuali e cognitive degli esseri umani tanto da essere in grado di prendere decisioni e risolvere problemi sulla base dei dati raccolti. Per questo motivo sta assumendo un ruolo sempre più importante nel percorso di trasformazione digitale delle aziende ed è al centro del Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale 2022-2024, a cura del Ministero dell’Università e della Ricerca, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale.

Oggi le aziende sono costantemente sotto pressione a causa della natura sempre più sofisticata delle minacce informatiche. È qui che entra in gioco l’Intelligenza Artificiale che può essere d’aiuto in molti modi diversi per combattere il crimine informatico e migliorare la sicurezza informatica complessiva.

Qual è il contributo dell’Intelligenza Artificiale alla Cyber Security?

Negli ultimi anni, le soluzioni di Intelligenza Artificiale stanno acquisendo importanza nel panorama della cybersecurity, in quanto possono fornire un livello di difesa più alto contro attacchi sempre più sofisticati e complessi.

L’IA può essere utilizzata per rilevare attività sospette e anomalie nel traffico di rete, identificare attori malintenzionati e nuove minacce, automatizzare determinati processi e attività, analizzare grandi quantità di dati, assegnare priorità ai livelli di rischio in modo più accurato e altro ancora. Grazie all’Intelligenza Artificiale è possibile rendere i flussi di lavoro più snelli, autonomi e continui, riducendo il rischio di errori umani e aumentando la reattività.

Un sistema di cyber security basato sull’IA e l’apprendimento automatico può essere la risposta alle sfide che caratterizzano l’attuale scenario della sicurezza informatica e aiutare le aziende, le organizzazioni e gli individui ad automatizzare i processi di gestione della sicurezza e migliorare i tempi di risposta agli incidenti.

Ecco alcuni vantaggi e applicazioni dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nella cybersecurity:

  • Rilevare nuove minacce: i sistemi software tradizionali non sono in grado di tenere il passo con l’enorme numero di nuove minacce informatiche. Utilizzando algoritmi sofisticati, i sistemi di IA vengono addestrati per individuare e rispondere più rapidamente alle attività sospette, eseguire il riconoscimento dei modelli e rilevare anche i più piccoli comportamenti che potrebbero indicare una minaccia prima che questi possano causare de danni. L’impiego dell’IA permette di analizzare una grande quantità di dati e consente ai team di cybersecurity di adattare la propria strategia a un panorama in continua evoluzione;
  • Previsione del rischio di violazione: i sistemi di IA aiutano a definire l’inventario delle risorse IT, che include tutti i dispositivi, gli utenti e le applicazioni con diversi livelli di accesso ai vari sistemi, e possono prevedere come e dove è più probabile che l’azienda venga compromessa, in modo da poter pianificare in anticipo le misure da adottare per prevenire potenziali violazioni;
  • Security Automation: l’IA automatizza le operazioni di sicurezza, riducendo il tempo necessario ad identificare e reagire alle minacce e dando priorità ai rischi potenziali. L’automazione aiuta a eliminare le attività manuali e a prevenire gli errori umani, consentendo ai team di cyber security di concentrarsi su altre attività.

Le soluzioni di sicurezza basate sull’IA stanno diventando sempre più popolari e continueranno a svolgere un ruolo centrale nel futuro della sicurezza informatica, aiutando le organizzazioni a sentirsi protette da possibili attacchi. Tuttavia, è bene sottolineare che l’Intelligenza Artificiale non è una panacea, ma uno strumento dell’arsenale dei professionisti della cybersecurity e deve essere combinata con l’esperienza umana e altre tecnologie di sicurezza per fornire la massima protezione.

Inoltre, poiché il rischio che i cyber criminali possano manipolare i sistemi di IA per eludere le misure di sicurezza, è sempre necessario monitorare e valutare costantemente l’efficacia di queste soluzioni e tenersi aggiornati sugli ultimi sviluppi nel nel campo della cybersecurity.

Cos’è il Secure Access Service Edge per la sicurezza informatica

Cos'è il Secure Access Service Edge per la sicurezza informatica

Che cosa si intende per Secure Access Service EDGE?

Il Secure Access Service Edge, o più semplicemente SASE, è un concetto emergente nell’ambito della sicurezza informatica e della cyber security che la multinazionale statunitense Gartner, tra le più importanti del settore tecnologico, ha descritto per la prima volta nel report The Future of Network Security in the Cloud dell’agosto 2019 e successivamente ampliato nella Strategic Roadmap for SASE Convergence del 2021.

Secondo Gartner, il Secure Access Service Edge è un servizio globale che consente un accesso zero trust basato sull’identità del dispositivo o dell’entità, unito a un contesto in tempo reale e a criteri di sicurezza e conformità. I componenti principali di architettura SASE includono Software-Defined WAN (SD-WAN), Next Generation Firewall (NGFW), Zero-Trust Network Access (ZTNA), Cloud Access Security Broker (CASB) e un Secure Web Gateway (SWG). 

L’azienda americana stima che entro il 2024, almeno il 40% di tutte le organizzazioni utilizzerà un framework SASE come pietra miliare delle proprie strategie e operazioni per costruire una rete di sicurezza in grado di proteggere i dati aziendali e preservare l’accesso degli utenti.

Con la trasformazione digitale delle aziende la sicurezza si sta quindi spostando nel cloud e ciò significa che gli approcci e le tecnologie di rete esistenti non sono più in grado di fornire i livelli di sicurezza e di controllo degli accessi di cui hanno bisogno le organizzazioni. Ciò accade perché con l’aumento degli utenti che operano da remoto e delle applicazioni Software As A Service (SaaS), a cui si aggiunge il passaggio dei dati dal data center ai servizi cloud, le organizzazioni hanno bisogno di un nuovo approccio alla sicurezza degli accessi. 

L’adozione di SASE è un modo efficace per proteggere l’infrastruttura perché fa convergere il cloud networking con soluzioni di sicurezza per offrire accesso sicuro indipendentemente dalla posizione degli utenti, delle applicazioni o dei dispositivi.

Quali sono i benefici del modello SASE?

SASE rappresenta il modo migliore per realizzare la promessa di un modello di accesso sicuro e agile, adatto alle esigenze delle aziende nell’era digitale, ottimizzando le prestazioni grazie a un approccio cloud-first che migliora esperienza dell’utente, riduce i costi ed elimina la complessità. 

L’adozione del modello SASE offre alle aziende una serie di vantaggi, tra cui: 

  • Flessibilità: un’infrastruttura basata sul cloud consente di fornire servizi di sicurezza come la prevenzione delle minacce, il filtraggio web, il sandboxing, la sicurezza DNS, la prevenzione del furto di credenziali, la prevenzione della perdita di dati e i criteri dei firewall di nuova generazione;
  • Risparmio sui costi: l’utilizzo di un’unica piattaforma per la gestione e l’erogazione dei servizi di sicurezza riduce i costi e le risorse IT, eliminando la necessità di acquistare e mantenere più componenti dell’infrastruttura;
  • Riduzione della complessità: riducendo al minimo il numero di prodotti di sicurezza che il team IT deve gestire, aggiornare e mantenere, si semplifica l’infrastruttura IT a favore di un approccio più snello alla sicurezza;
  • Scalabilità: l’infrastruttura cloud consente alle organizzazioni di scalare i propri servizi di rete e di sicurezza in modo rapido ed efficiente, senza bisogno di investire in hardware o software aggiuntivi; 
  • Agilità: il modello SASE consente di creare nuovi scenari di business digitali e di condividere i dati con partner e clienti in modo sicuro, migliorando la produttività aziendale e l’efficienza delle operazioni;
  • Zero Trust:un approccio zero trust al cloud elimina qualsiasi ipotesi di fiducia, fornendo un accesso sicuro alle applicazioni e ai servizi in base a criteri di identità, contesto e sicurezza stabiliti. Una soluzione SASE fornisce una protezione completa della sessione, indipendentemente dal fatto che l’utente si trovi all’interno o all’esterno della rete aziendale;
  • Prevenzione delle minacce: grazie al cloud networking monitoring, le organizzazioni possono rilevare e rispondere rapidamente alle attività dannose in tempo reale, riducendo il rischio di accessi non autorizzati e violazione dei dati. 

In sintesi, Secure Access Service Edge offre un’efficace soluzione nell’ambito della sicurezza informatica e risponde all’evoluzione delle cyber minacce consentendo alle organizzazioni di proteggere utenti, sistemi e applicazioni in ambienti basati su cloud. 

Come implementare SASE?

Le organizzazioni possono implementare SASE come parte della loro infrastruttura IT esistente, distribuendo i servizi cloud necessari e integrandoli con i componenti on-premise per fornire un accesso sicuro. 

I passi chiave che le aziende possono compiere per adottare pienamente un modello SASE includono:

  • Proteggete la vostra forza lavoro remota: implementate una soluzione ZTNA per proteggere i dati e le risorse aziendali dalle minacce interne ed esterne e di migliorare l’esperienza degli utenti;
  • Posizionare le filiali dietro un perimetro cloud: applicare alle filiali un’architettura zero trust per eliminare la necessità di appliance di sicurezza on-premise che possono essere costose da mantenere e inefficaci;
  • Spostare la protezione DDoS all’Edge: difendere le reti aziendali dagli attacchi con una protezione DDoS cloud-native;
  • Migrare le applicazioni nel cloud: spostare le applicazioni self-hosted dai data center al cloud e applicare criteri di sicurezza per garantire l’integrità dei dati;

Sostituire le appliance di sicurezza on-premise con l’applicazione di policy unificate e cloud-native: ridurre i costi e la complessità della manutenzione delle appliance hardware di rete spostando l’applicazione dei criteri all’Edge, dove si possono monitorare le minacce in tempo reale e affrontarle più rapidamente. 

Adottando le misure sopra descritte, le aziende possono massimizzare il potenziale della loro architettura SASE, garantire un accesso sicuro alle applicazioni e avere l’agilità di rispondere in modo rapido ed efficiente al panorama delle minacce informatiche in continua evoluzione. 

Fattura elettronica per prestazione occasionale, quali sono gli obblighi?

Fattura elettronica per prestazione occasionale, quali sono gli obblighi?

Che cosa significa prestazione occasionale?

Il contratto di prestazione occasionale fa riferimento all’accordo mediante il quale un utilizzatore acquisisce, con modalità semplificate, prestazioni di lavoro occasionali o saltuarie di ridotta entità, entro determinati i limiti di importo. Si tratta quindi di in una collaborazione sporadica e limitata sia nel tempo che nei guadagni che se ne possono trarre.

Questa tipologia di contratto è rivolta a diverse categorie di utilizzatori: professionisti, lavoratori autonomi, imprenditori, associazioni, fondazioni e altri enti di natura privata, imprese agricole, pubbliche amministrazioni, enti locali, aziende alberghiere e strutture ricettive del settore turismo, onlus e associazioni. 

A non poter ricorrere al contratto di prestazione occasionale sono invece i soggetti con più di dieci dipendenti a tempo indeterminato, le imprese dell’edilizia e di settori affini, le imprese esercenti l’attività di escavazione o di lavorazione di materiale lapideo, le imprese del settore delle miniere, cave e torbiere, le imprese impegnate nell’ambito dell’esecuzione di appalti di opere o servizi e le imprese del settore agricolo.

La definizione di lavoratore autonomo occasionale è contenuta nell’art. 2222 del Codice Civile e si riferisce al soggetto che si obbliga a compiere, dietro corrispettivo, un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di subordinazione, ne potere di coordinamento del committente in via del tutto occasionale. In altre parole, stiamo parlando di un’attività lavorativa caratterizzata dall’assenza dei requisiti dell’abitualità, professionalità, continuità e coordinazione che, se fossero presenti, renderebbero obbligatoria l’apertura della partita IVA.

Quali sono i limiti economici della prestazione occasionale?

I limiti economici delle prestazioni occasioni, tutti riferiti all’anno civile di svolgimento della prestazione lavorativa, corrispondono:

  • Per ciascun prestatore, con riferimento alla totalità degli utilizzatori, a compensi di importo complessivamente non superiore a 5.000 euro;
  • Per ciascun utilizzatore, con riferimento alla totalità dei prestatori, a compensi di importo complessivamente non superiore a 10.000 euro (in virtù del particolare regime previsto dal legislatore, le società sportive che utilizzano steward negli stadi sono escluse dall’applicazione del limite di 10.000 euro, relativo ai compensi erogabili dal singolo utilizzatore alla totalità dei prestatori impiegati come steward);
  • Per le prestazioni complessivamente rese da ogni prestatore in favore del medesimo utilizzatore, a compensi di importo non superiore a 2.500 euro (elevato a 5.000 euro per le prestazioni rese dagli steward nei confronti delle società sportive).

Tali importi sono riferiti ai compensi percepiti dal prestatore, ossia al netto di contributi, premi assicurativi e costi di gestione. Inoltre, con riferimento alla soglia di utilizzo relativa alla totalità dei prestatori, sono conteggiati al 75% del loro importo i compensi per prestazioni di lavoro occasionale rese dalle seguenti categorie di prestatori:

  • Titolari di pensione di vecchiaia o di invalidità;
  • Giovani con meno di 25 anni di età, se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso un istituto scolastico di qualsiasi ordine e grado, ovvero a un ciclo di studi presso l’università;
  • Persone disoccupate, ai sensi dell’articolo 19, decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150;
  • Percettori di prestazioni integrative del salario, di Reddito di Inclusione (REI o SIA, che costituisce la prestazione di Sostegno all’Inclusione Attiva attualmente vigente e destinata a essere sostituita dal REI), ovvero di altre prestazioni di sostegno del reddito.

Si può emettere una fattura per prestazione occasionale?

Il requisito necessario per emettere una fattura elettronica o analogica è il possesso di una partita IVA, obbligatoria se l’esercizio di impresa è svolto in maniera abituale anche se non esclusiva. 

Nel caso di una prestazione occasionale, poiché non si è sottoposti alla normativa IVA, non si parla di fattura per prestazione occasionale o di fattura prestazione occasionale senza partita IVA, bensì di una semplice ricevuta di pagamento che deve contenere i seguenti dati:

  • Dati anagrafici del professionista che ha svolto la prestazione occasionale;
  • Dati anagrafici del committente che ha commissionato la collaborazione;
  • Numero della ricevuta e data perché, proprio come le fatture, anche le ricevute di pagamento devono essere numerate progressivamente e riportare la data di emissione del documento;
  • La descrizione della prestazione svolta;
  • I riferimenti normativi, ovvero “somma non soggetta ad IVA ai sensi dell’art. 5 del D.P.R. 633/1972);
  • L’indicazione del compenso lordo concordato per la prestazione;
  • L’eventuale ritenuta d’acconto -pari al 20% del compenso lordo- se il committente è un sostituto d’imposta (imprese e professionisti -che non applicano il regime forfettario-, società di persone e di capitali, associazioni ed enti di ogni tipo, condomini);
  • L’importo netto che il committente deve corrispondere al prestatore;
  • Marca da bollo da 2 euro su ricevute, obbligatoria su tutte le ricevute di pagamento che superano le 77,47 euro;
  • Data, luogo e firma del prestatore che rilascia la ricevuta.

Le applicazioni della Blockchain nel settore edile

Le applicazioni della Blockchain nel settore edile

Edilizia 4.0 e blockchain: come la digitalizzazione cambia il settore costruzioni

Negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione nel settore edile, un’industria dove la spinta al cambiamento, sostenuta dalla digitalizzazione, sta emergendo in modo sempre più forte, con l’approccio tradizionale che lascia spazio a nuove metodologie e tecnologie, come la blockchain che gioca un ruolo di primo piano in questo processo di trasformazione.

Lo sviluppo di un nuovo paradigma, il cosiddetto Edilizia 4.0, che apre le porte a un modo innovativo di progettare e costruire gli edifici all’interno dell’ambiente urbano, mira a ottimizzare i processi e a creare un’infrastruttura di lavoro che sia in grado di soddisfare le esigenze dei clienti, migliorando la sicurezza in cantiere e garantendo al tempo stesso un risparmio sui costi. 

L’introduzione del BIM  –Building Information Modeling- dimostra come le imprese stiano integrando le tecnologie digitali nei loro progetti per aumentare l’efficienza e rendere la pianificazione, gestione e realizzazione degli edifici più snelle, ottimizzando il controllo del processo di costruzione, la collaborazione interdisciplinare, la comunicazione tra le parti e la gestione del rischio.

Anche la tecnologia blockchain, conosciuta soprattutto per la sua applicazione nel settore delle criptovalute, sta diventando sempre più importante nel settore AECArchitecture, Engineering and Construction– poiché è uno strumento che garantisce la tracciabilità dei dati, aumenta la trasparenza e permette di gestire in modo efficiente un volume di informazioni sempre maggiore.

Che cos’è la blockchain e come funziona?

La blockchain, termine che deriva dall’unione delle parole block (blocco) e chain (catena), è una tecnologia innovativa che consente l’archiviazione di informazioni digitali, le quali non possono essere né alterate né copiate o duplicate poiché sono specifiche e uniche. 

Nel dettaglio, si tratta di un registro digitale aperto e distribuito in grado di memorizzare record di dati, comunemente detti transazioni, in modo sicuro, verificabile e permanente. Le informazioni contenute nel registro sono raggruppate in “blocchi” collegati tra loro tramite un puntatore hash, ossia un codice alfanumerico che identifica un determinato blocco e il suo contenuto.

Ogni singolo dato per essere inserito in un blocco, e di conseguenza ogni blocco per entrare a far parte di una catena, è sottoposto a un processo di validazione, detto mining, a cui chiunque può partecipare. Ciò accade perché una delle caratteristiche che fa della blockchain un sistema così affidabile e sicuro è la decentralizzazione: non esiste quindi un’unica entità che controlla la catena poiché si tratta di un modello cooperativo che coinvolge tutti i partecipanti.

Inoltre, l’integrità e la sicurezza dei blocchi è garantita dall’impiego della crittografia asimmetrica, detta anche crittografia a coppia di chiavi, crittografia a chiave pubblica/privata o crittografia a chiave pubblica, che impedisce la manomissione dei blocchi e protegge le informazioni.

Come viene utilizzata la blockchain nel settore edile?

Grazie alla sua capacità di registrare e proteggere un’enorme quantità, la blockchain può essere utilizzata nel settore delle costruzioni per automatizzare i processi, migliorare la trasparenza e la tracciabilità di dati, ridurre la documentazione cartacea, snellire i processi di gestione dei progetti e ottimizzare l’allocazione delle risorse. Inoltre, contribuisce ad aumentare la fiducia tra tutte le parti coinvolte in un progetto.

Questa tecnologia può essere applicata a vari aspetti del settore edile:

  • Gestire la catena di approvvigionamento: facilitando la tracciabilità delle merci, dall’origine al punto di consegna, per ricostruire il percorso di ogni risorsa fino all’utilizzo in cantiere;
  • Archiviare le informazioni: gestione e archiviazione dei dati relativi ai progetti di costruzione, come gli piani di progettazione, modelli CAD e contratti. In questo modo è possibile creare un database sicuro e affidabile che contiene tutte le transazioni relative a un progetto;
  • Gestione dei pagamenti: utilizzo di smart contracts contratti intelligenti per automatizzare i pagamenti e le scadenze, contribuiscono a ridurre la burocrazia e ad accelerare l’elaborazione dei progetti di costruzione;
  • Transazioni finanziarie: tracciamento delle transazioni finanziarie tra tutte le parti coinvolte nel processo di costruzione, nonché monitoraggio dei processi di pagamento e delle fatture;
  • Gestione del rischio: riduzione del rischio sui progetti di costruzione sfruttando la tecnologia di registro distribuito per tenere traccia dei rischi potenziali e adottare misure proattive;
  • Facility Management: digitalizzazione e monitoraggio delle risorse, gestione dei sistemi HVAC e integrazione con dispositivi intelligenti (IoT) sono alcune delle attività che possono beneficiare di una maggiore efficienza;
  • Blockchain e BIM: l’applicazione della “catena di blocchi” al BIM garantisce la tracciabilità dei dati e costituisce una base per la fiducia nei modelli digitali, garantendo che tutti i processi siano sicuri e completamente trasparenti.

In conclusione, grazie alla sua capacità di snellire i processi e migliorare la tracciabilità, la trasparenza e la sicurezza dei dati, la tecnologia blockchain rappresenta una grande opportunità per il settore delle costruzioni poiché crea un sistema efficiente di gestione delle risorse, riduce la burocrazia e i costi, ottimizza la gestione dei progetti e migliora la comunicazione tra i soggetti coinvolti.

SPID e CIE per accedere ai servizi delle Istituzioni scolastiche

SPID e CIE per accedere ai servizi delle Istituzioni scolastiche

Che cos’è il programma Scuola Digitale 2022-2026 e quali sono gli obiettivi?

La transizione digitale del Paese e la modernizzazione della Pubblica Amministrazione passano anche dalle scuole che giocano un ruolo chiave nel percorso di innovazione dei servizi pubblici, dove SPID e CIE occupano una posizione di primaria importanza.

In questo contesto gli investimenti del PNRR -Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-, che mirano allo sviluppo di servizi digitali all’avanguardia, sono particolarmente significativi e consentono agli istituti scolastici di sfruttare appieno la trasformazione digitale e le relative tecnologie. 

Nell’ambito del PNRR, il Dipartimento per la trasformazione digitale e il Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale, Pago PA S.p.A. e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, stanno realizzando il programma Scuola digitale 2022-2026, che prevede quattro diverse iniziative:

  1. Migrazione al cloud: il progetto mira a realizzare la migrazione dei servizi/applicazioni dell’istituzione scolastica verso infrastrutture e soluzioni cloud qualificate;
  2. Siti web: l’obiettivo è migliorare la fruibilità dei servizi digitali offerti a famiglie, alunni e personale scolastico dalle scuole, migliorando l’accessibilità, la funzionalità e la navigabilità dei siti web, tramite l’adeguamento ad un modello standard;
  3. PagoPA e app IO: lo scopo è accelerare l’adozione di pagoPA, la piattaforma digitale per i pagamenti verso le Pubbliche Amministrazioni, e di app IO quale principale punto di contatto tra Enti e cittadini per la fruizione dei servizi pubblici digitali;
  4. SPID e CIE: l’iniziativa mira a promuovere l’adozione dell’identità digitale, consentendo l’accesso ai servizi digitali erogati dalle Istituzioni scolastiche attraverso il Sistema Pubblico di Identità Digitale e la Carta d’Identità Elettronica.

I quattro interventi rappresentano l’inizio di un percorso di rinnovamento e modernizzazione che porterà le istituzioni scolastiche ad adottare sistemi e servizi digitali all’avanguardia per migliorare la propria efficacia, efficienza e trasparenza. Questo percorso di trasformazione segna anche una nuova tappa nella storia dell’alleanza Stato-Scuola-Famiglieche e renderà la qualità dei servizi pubblici non solo accessibile ma anche facilmente utilizzabile dai cittadini.

Inoltre, le Istituzioni scolastiche che aderiranno alle quattro iniziative del programma Scuola digitale 2022-2026 riceveranno alcuni riconoscimenti da parte del Ministero dell’Istruzione e del Dipartimento per la trasformazione digitale.

A rendere più chiara la fondamentale importanza di queste iniziative è un dato che spiega perché il programma è essenziale per la modernizzazione del sistema Istruzione: nel 2020, l’Italia si è posizionata al 25esimo posto in Europa come livello di digitalizzazione, a causa di vari fattori che includono sia la limitata diffusione di competenze digitali, sia la bassa adozione di tecnologie avanzate, come ad esempio le tecnologie cloud.

SPID e CIE: quali sono i benefici delle identità digitali?

Le soluzioni di identità digitale SPID e CIE consentono alle Amministrazioni di risparmiare tempo e offrire, tanto ai cittadini quanto alle scuole, un accesso sicuro, veloce e senza interruzioni ai servizi digitali su tutto il territorio nazionale.

Di seguito una tabella che riassume i vantaggi di SPID e CIE per le istituzioni scolastiche e i cittadini:

Benefici per le Scuole

Benefici per i cittadini

Gestione sicura, affidabile e personalizzata di servizi informativi

Garanzia di privacy e trattamento dei dati personali nel rispetto della normativa vigente

Risparmio di risorse e costi necessari per il rilascio e la manutenzione delle credenziali

Possibilità di accedere ai servizi pubblici digitali con un unico login

 

Accesso sicuro, veloce ed uniforme ai servizi online su tutto il territorio nazionale

Il Ministero dell’Istruzione, con l’obiettivo di sostenere la diffusione e l’utilizzo dell’identità digitale per l’accesso ai servizi online erogati ai cittadini dalle Istituzioni scolastiche presenti su tutto il territorio nazionale, si sta certificando presso l’AGID come Aggregatore full di servizi pubblici. 

I soggetti aggregatori sono Pubbliche Amministrazioni o privati che offrono a terzi (loro aggregati) la possibilità di rendere accessibili, tramite identità digitale, i rispettivi servizi. Alle Istituzioni scolastiche verrà data la possibilità di erogare ai propri utenti servizi digitali accessibili tramite SPID e CIE attraverso l’uso della piattaforma centralizzata o Gateway delle identità (EID-Gateway).

SPID Namirial: la soluzione per l’identità digitale

Namirial, Identity Provider accreditato per il rilascio dell’identità digitale SPID, permette di ottenere le credenziali SPID in modo facile, veloce e in pochissimo tempo: bastano un pc, o in alternativa uno smartphone, e una connessione Internet.

Namirial ID è un set di credenziali -username, password ed eventuale OTP– generate da Namirial che corrispondono all’identità digitale di un utente e servono per accedere ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni e dei privati che aderiscono al Sistema Pubblico d’Identità Digitale.

Vediamo insieme quali sono le caratteristiche e i costi delle soluzioni offerte da Namirial:

  • SPID Personale con Video Identificazione: è possibile attivare SPID 24 ore su 24, anche sabato e domenica. È sufficiente una connessione a internet, lo smartphone o una webcam, un documento di riconoscimento e la tessera sanitaria. Il costo del servizio di video-identificazione è di 19,90 € + IVA (solo una volta).

Inoltre, con Namirial è possibile attivare anche lo SPID Professionale, una particolare tipologia (Tipo 3) di Sistema Pubblico di Identità Digitale pensato per permettere a professionisti e aziende di accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione e degli Enti privati che aderiscono al circuito.

Lo SPID Professionale, oltre ai dati dello SPID Personale (Tipo 1), racchiude gli attributi aggiuntivi che caratterizzano la professione della persona che lo possiede e ha la durata di uno o due anni dall’attivazione, a seconda del numero di anni che si sceglie di acquistare. 

Alla scadenza, se l’utente decide di non rinnovarlo, SPID Professionale tornerà ad essere uno SPID Personale di Tipo 1. Il prezzo annuale per lo SPID Professionale Namirial è di 35,00 euro, mentre per due anni il prezzo è di 70,00 € + IVA.

Questo servizio può essere acquistato sia da chi è già in possesso di uno SPID Personale Namirial, sia da chi non lo è, oppure ha uno SPID rilasciato da un altro Identity Provider: in tutti i casi la procedura di attivazione permette all’utente di attivare il proprio SPID Professionale (Video Identificazione inclusa nel prezzo) o di aggiornare uno SPID Personale attivato in precedenza con Namirial.

– «Non hai ancora attivato lo SPID Namirial? Scopri come attivarlo velocemente ed in pochi passaggi»

Concorsi Agenzia delle Entrate 2023: bandi previsti e modalità

Concorsi Agenzia delle Entrate 2023: bandi previsti e modalità

Concorsi Agenzia delle Entrate 2023: quali sono gli obiettivi del piano assunzioni?

Per chi cerca un lavoro stabile nella Pubblica Amministrazione, i concorsi dell’Agenzia delle Entrate 2023, rivolti a diplomati e laureati, rappresentano una grande opportunità. Nelle scorse settimane, l’Ente pubblico non economico, che risponde al Ministro dell’Economia e delle Finanze, tramite un apposito avviso pubblicato sul proprio portale web, ha reso noto il programma dei concorsi 2022-2023, che prevede 4347 assunzioni con vari profili professionali, raggruppati in 4 bandi.

Attraverso il nuovo ciclo di assunzioni, l’Agenzia delle Entrate intende potenziare settori strategici , quali la “prevenzione, controllo e repressione dell’evasione” e i “servizi fiscali e di gestione del patrimonio immobiliare”, acquisendo tramite concorsi pubblici personale altamente specializzato nelle materie attinenti alle attività istituzionali. 

Tra gli obiettivi c’è anche il miglioramento della qualità e della fruibilità dei servizi catastali e di pubblicità immobiliare allo scopo di per garantire la completa integrazione dei dati immobiliari compresa la loro rappresentazione cartografica, per una piena interoperabilità con i sistemi informativi di altri enti nonché per l’ampliamento del periodo informatizzato delle banche dati ipotecarie e lo sviluppo dei relativi servizi.

È importante evidenziare che una parte delle procedure di concorso sono un completamento del piano di assunzioni 2022-2023, mentre altre fanno parte del PIAO, il piano dettagliato di assunzioni 2023-2025 che aggiunge ulteriori 3900 assunzioni, di cui 1000 per diplomati, da inquadrare nell’area dei Funzionari del CCNL Funzioni Centrali.

Inoltre, diversamente dal passato, nel bando dei concorsi dell’Agenzia delle Entrate 2023 è specificato che le prove d’esame potranno essere incentrate anche su quesiti di carattere oggettivo attitudinale non solo di logica o relative alle competenze tecniche specifiche.

Agenzia delle entrate concorso 2023: come prepararsi?

L’Agenzia ha annunciato che i primi 4144 posti saranno divisi in due bandi di concorso.

Il primo bando da 2500 posti è atteso entro la fine di giugno 2023 e i profili richiesti sono:

  • Funzionario tributario;
  • Funzionario in attività legale;
  • Funzionario logistica e approvvigionamenti;
  • Funzionario servizi di pubblicità immobiliare.

Il secondo bando per 1.644 sarà invece pubblicato tra il secondo semestre del 2023 e i primi mesi del 2024. I profili richiesti sono:

  • Funzionario tributario;
  • Funzionario in controllo di gestione;
  • Funzionario in fiscalità internazionale;
  • Funzionario audit e protezione dei dati personali

Poiché non manca molto alla pubblicazione dei prossimi concorsi Agenzia delle entrate 2023, è importante iniziare a prepararsi il prima possibile e per farlo nel modo migliore è consigliabile partire dall’approfondimento delle conoscenze relative al profilo professionale per il quale si intende partecipare alla prova concorsuale. 

Ecco alcuni strumenti che possono essere utilizzato per prepararsi ai concorsi del 2023 dell’Agenzia delle Entrate:

  • La prova oggettiva attitudinale nei Concorsi per Funzionari Agenzia delle Entrate: nozioni teoriche e 3.240 quesiti ufficiali commentati per la prova oggettiva attitudinale per i ruoli di funzionario tributario e funzionario tecnico;
  • Concorso Agenzia delle Entrate – Funzionari tributari 2022-2023: manuale per la preparazione alla prova tecnico-professionale e software con aggiornamenti online su tutte le materie fino alla data della prova;
  • Test situazionali per i concorsi pubblici di Maggioli Editore;
  • Simulatore QuizConcorsi gratuito di Maggioli Editore 
  • Simulatore del portale Concorsando.it

Come inoltrare la domanda per partecipare ai concorsi Agenzia delle Entrate 2023?

Dopo la pubblicazione ufficiale dei bandi, la domanda di partecipazione può essere presentata attraverso il portale Concorsi Agenzia delle Entrate.

Per accedere alla procedura, è necessario essere in possesso dell’identità digitale SPID e di una casella PEC.

PEC Namirial: la soluzione più completa sul mercato 

La PEC -acronimo di Posta Elettronica Certificata- è l’equivalente informatico della tradizionale raccomandata A/R e permette di inviare comunicazioni e documenti importanti tramite qualsiasi dispositivo connesso a Internet, con lo stesso valore legale di una raccomandata classica con avviso di ricevimento, garantendo così la prova e l’invio della consegna. Il servizio PEC può essere erogato esclusivamente dai gestori accreditati presso l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID). 

Con PEC di Namirial, gestore accreditato presso AgID, hai a disposizione la soluzione più completa sul mercato, che unisce un prezzo vantaggioso a tante funzionalità:

  • Ogni invio e ogni consegna sono certificati,
  • Il servizio di archiviazione avanzata salva automaticamente una copia dei messaggi in ingresso e delle ricevute in un’area separata e sicura;
  • È possibile scaricare i messaggi e le ricevute direttamente sui dispositivi con il proprio client di posta preferito, oppure accedere alla versione web con qualsiasi browser;
  • Permette la condivisione dell’accesso alla casella PEC ad altri utenti, con i propri account individuali, in totale sicurezza.

È possibile scegliere tra 3 piani diversi, tra cui la casella PEC Professionale che include:

  • 2GB di spazio inbox + 3GB di archivio di sicurezza per salvare una copia dei messaggi e delle ricevute;
  • Servizio eFattura per consultare facilmente le fatture elettroniche.

Per il primo anno tutti i piani sono disponibili al prezzo di 2,99€ +IVA.

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SPID Namirial: la soluzione per l’identità digitale

Namirial, è anche Identity Provider accreditato per il rilascio dell’identità digitale SPID, permette di ottenere le credenziali SPID in modo facile, veloce e in pochissimo tempo: bastano un pc, o uno smartphone, e una connessione Internet.

SPID Namirial è un set di credenziali -username, password ed eventuale OTP– generate da Namirial che corrispondono all’identità digitale di un utente e servono per accedere ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni e dei privati che aderiscono al Sistema Pubblico d’Identità Digitale.

Vediamo insieme quali sono le caratteristiche e i costi delle soluzioni offerte da Namirial:

  • SPID Personale: è possibile attivare SPID Personale gratuitamente se hai CIE/CNS con PIN e lettore smart card o un certificato di firma digitale;
  • SPID Personale con Video Identificazione: è possibile attivare SPID 24 ore su 24, anche sabato e domenica. È sufficiente una connessione a internet, lo smartphone o una webcam, un documento di riconoscimento e la tessera sanitaria. Il costo del servizio di video-identificazione è di 19,90 € + IVA (solo una volta).

Inoltre, con Namirial è possibile attivare anche lo SPID Professionale, una particolare tipologia (Tipo 3) di Sistema Pubblico di Identità Digitale pensato per permettere a professionisti e aziende di accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione e degli Enti privati che aderiscono al circuito.

Lo SPID Professionale, oltre ai dati dello SPID Personale (Tipo 1), racchiude gli attributi aggiuntivi che caratterizzano la professione della persona che lo possiede e ha la durata di uno o due anni dall’attivazione, a seconda del numero di anni che si sceglie di acquistare. 

Alla scadenza, se l’utente decide di non rinnovarlo, SPID Professionale tornerà ad essere uno SPID Personale di Tipo 1. Il prezzo annuale per lo SPID Professionale Namirial è di 35,00 euro, mentre per due anni il prezzo è di 70,00 € + IVA.

Questo servizio può essere acquistato sia da chi è già in possesso di uno SPID Personale Namirial, sia da chi non lo è, oppure ha uno SPID rilasciato da un altro Identity Provider: in tutti i casi la procedura di attivazione permette all’utente di attivare il proprio SPID Professionale (Video Identificazione inclusa nel prezzo) o di aggiornare uno SPID Personale attivato in precedenza con Namirial.

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I Data Warehouse a supporto della Business Intelligence

I Data Warehouse a supporto della business intelligence

Data Warehouse: cos’è e a cosa serve?

L’analisi approfondita dei dati è diventata indispensabile per le aziende di tutte le dimensioni che vogliono rimanere competitive nell’odierna era digitale. Al fine di ricavare informazioni da dati eterogenei, monitorare i propri KPI e fornire report a supporto del processo decisionale, le imprese si affidano a strumenti di analisi che le aiutino a estrarre e analizzare le i dati da varie fonti. 

Uno degli elementi costitutivi più importanti per l’analisi aziendale è il Data Warehouse, sistemi informatici specializzati progettati per archiviare i dati in modo efficiente, sicuro e per fornire rapidamente i risultati delle interrogazioni agli analisti ai responsabili delle decisioni aziendali.

Data warehouse definizione

Per Data Warehouse – termine inglese che significa letteralmente “magazzino dati”- spesso abbreviato in DW, si intende in generale una collezione di dati strutturati, provenienti da fonti interne ed esterne al sistema informativo aziendale, utilizzati per supportare processi decisionali.

In altre parole, il Data Warehouse serve come archivio centrale, accessibile agli utenti aziendali autorizzati che si affidano all’analisi per prendere decisioni più informate. I dati provengono da più sistemi e poi vengono trasferiti nel DW per essere archiviati e analizzati a lungo termine. L’archiviazione, inoltre, è strutturata in modo che gli utenti dei diversi reparti di un’organizzazione possano accedervi e analizzarli in base alle loro esigenze.

Bill Inmon, l’informatico statunitense considerato il padre del DW, ha definito il DW “Una raccolta di dati orientata al soggetto, non volatile, integrata e variabile nel tempo a supporto delle decisioni del management“.

 Inmon ha inoltre descritto le quattro caratteristiche uniche dei DW:

  1. Essere orientati all’argomento per concentrarsi su un’area particolare (ad esempio: le vendite);
  2. Capacità di integrare diversi tipi di dati provenienti da varie fonti;
  3. Non volatile ma stabili, ovvero i dati che si trovano in un DW sono stabili e non cambiano;
  4. I DW ben progettati eseguono le query rapidamente e forniscono dati di alta qualità. 

I Data Warehouse di solito includono:

  • Pipeline di dati automatizzate e sicure che collegano i sistemi di gestione al DW;
  • Software per la pulizia e la preparazione dei dati;
  • Strumenti di gestione dei dati e dei metadati;
  • Un livello semantico per ristrutturare i dati per analisi e interrogazioni rapide e complesse;
  • Software di analisi e reporting, da quelli di base a quelli più avanzati.

3 tipi di Data Warehouse

Sono tre i principali tipi di Data Warehouse:

  1. Enterprise Data Warehouse (EDW): è un magazzino centralizzato che fornisce servizi di supporto alle decisioni in tutta l’azienda. Gli EDW solitamente si basano su un approccio unificato per organizzare i dati e classificarli in base all’argomento. Questo aiuta i reparti a condividere facilmente i dati, migliorando il processo decisionale;
  2. Operational data store (ODS): un archivio di dati operativi è un elemento complementare a un EDW e viene utilizzato per la reportistica operativa, i controlli e il processo decisionale.Un ODS viene aggiornato in tempo reale, il che lo rende preferibile per attività di routine, mentre un EDW,  è utilizzato per il supporto alle decisioni tattiche e strategiche.
  3. Data mart: un data mart di solito è orientato a un team o a una linea di business specifici, come la finanza o le vendite, e rende disponibili più rapidamente dati specifici a un gruppo definito di utenti, fornendo approfondimenti critici. La disponibilità di dati specifici fa sì che gli utenti non debbano perdere tempo a cercare in un intero DW.

In definitiva, unendo grandi quantità di informazioni nel Data Warehouse, un’azienda può dare forma a un’analisi più olistica per garantire una migliore comprensione delle informazioni che supportano il processo decisionale. Un DW, inoltre, è il punto di partenza per costruire una soluzione di Business Intelligence efficace e moderna.

Business Intelligence: cos’è e come funziona?

Business Intelligence (BI) è un’ espressione coniata nel 1958 da Hans Peter Luhn, ricercatore e inventore tedesco, che esplorò le potenzialità della tecnologia a supporto della raccolta di informazioni commerciali.

La locuzione IB si può solitamente riferire a tre cose:

  • L’insieme di strumenti e tecnologie utilizzati per raccogliere, archiviare, accedere e analizzare i dati; 
  • L’uso dei dati per migliorare operazioni aziendali, processi decisionali e pianificazione strategica; 
  • Le persone e i team che lavorano con questi strumenti e dati.

Possiamo quindi affermare che la Business Intelligence è un processo guidato dalla tecnologia per l’analisi dei dati utili ad aiutare dirigenti, manager e lavoratori di un’azienda a prendere decisioni aziendali informate. 

Nell’ambito del processo di BI, le organizzazioni raccolgono dati dai sistemi IT interni e da fonti esterne, li preparano per l’analisi, eseguono query sui dati e creano report per mettere i risultati dell’analisi a disposizione degli utenti aziendali al fine di comprendere meglio la loro attività e prendere decisioni migliori che consentano all’aziendali di aumentare i ricavi, migliorare l’efficienza operativa e ottenere vantaggi competitivi rispetto ai rivali.

Per raggiungere questo obiettivo, la BI incorpora una combinazione di strumenti di analisi, gestione dei dati e reporting, oltre a varie metodologie di gestione e analisi dei dati: infatti, un’architettura di BI non comprende solo il Business Intelligence software. 

In genere, i dati di Business Intelligence  sono archiviati in un Data Warehouse o in data mart che contengono sottoinsiemi di informazioni aziendali per singoli reparti e unità aziendali, spesso con collegamenti a un DW aziendale.

Oggi inoltre i sistemi avanzati di Business Intelligence Artificial Intelligence integrano l’Intelligenza Artificiale e l’apprendimento automatico per automatizzare e semplificare le attività complesse. Queste funzionalità accelerano ulteriormente la capacità delle aziende di analizzare i propri dati e di ottenere approfondimenti.

Ricapitolando, un Data Warehouse e gli strumenti di Business Intelligence forniscono le basi per un processo decisionale efficiente all’interno delle organizzazioni. Con una visione completa dei loro dati, le aziende possono ottenere informazioni preziose per prendere decisioni con maggiore precisione in modo da raggiungere gli obiettivi aziendali desiderati.

Il nuovo Token Bluetooth per firmare digitalmente un documento

Il nuovo Token Bluetooth per firmare digitalmente un documento

Come firmare digitalmente un documento?

Se fino a qualche anno fa era necessario firmare un documento manualmente, con lo sviluppo della tecnologia e gli strumenti introdotti dalla digital transformation, oggi è possibile firmare digitalmente un documento. L’uso della firma digitale si sta diffondendo sempre di più in tutti i settori che necessitano di certificare l’autenticità di un documento.

Prima di vedere in che modo è possibile sottoscrivere un documento in formato elettronico, è importante capire che cos’è un documento informatico e come funziona una firma digitale per capire quali vantaggi implica l’utilizzo di questo nuovi strumenti che stanno cambiando il modo in cui vengono stipulati i contratti e gli accordi.

Che cos’è un documento digitale?

Un documento informatico, secondo la definizione fornita dal CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale) è un “documento elettronico che contiene la rappresentazione informatica di atti, fatti o dati giuridicamente rilevanti” (art. 1, lett. p). Si differenzia dal documento analogico che viene descritto come “la rappresentazione non informatica di atti, fatti o dati giuridicamente rilevanti”  (art. 1, lett. p-bis).

Il Regolamento eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature), invece, definisce il documento elettronico come un “qualsiasi contenuto conservato in forma elettronica, in particolare testo o registrazione sonora, visiva o audiovisiva” (art.3, n.35). Il Regolamento UE n° 910/2014 sull’identità digitale stabilisce inoltre la non discriminazione dei documenti elettronici rispetto ai documenti cartacei.

La validità e l’efficacia probatoria dei documenti digitali sono disciplinate dall’art.20 del CAD. Al comma 1-bis si specifica che tali documenti hanno la stessa efficacia di una scrittura privata (art. 2702 del Codice civile) quando soddisfano il requisito della forma scritta e vi è apposta una firma digitale, un’altra tipologia di firma elettronica qualificata o firma elettronica avanzata o, comunque, è formato, previa identificazione informatica del suo autore, attraverso un processo avente i requisiti fissati dall’AgID con modalità tali da garantire sicurezza, integrità e immodificabilità del documento e, in maniera manifesta e inequivoca, la sua riconducibilità all’autore.

Che cos’è la firma digitale?

La firma digitale è una tipologia di Firma Elettronica Qualificata (FEQ) che consente di firmare in pochi secondi qualsiasi documento. Tale strumento, regolamentato dal CAD, ha la stessa validità di una firma autografa apposta su carta. 

Questo tipo di firma è quindi l’equivalente informatico di una firma autografa apposta su carta e di fatto ha il suo stesso valore legale: infatti, l’apposizione della firma digitale garantisce l’identità del sottoscrittore, la provenienza del documento e l’inalterabilità delle informazioni in esso contenute. 

In altre parole, la firma digitale è associata stabilmente al documento informatico e lo arricchisce di informazioni che attestano con certezza:

  • Integrità: garanzia che il documento non è stato manomesso dopo la sottoscrizione;
  • Autenticità: garanzia dell’identità di chi firma;
  • Valore legale: il documento elettronico sottoscritto digitalmente ha lo stesso valore legale di un documento cartaceo sottoscritto con firma autografa.

Per firmare digitalmente un documento con questo modello di FEQ bisogna acquistare un kit composto da un supporto fisico, come una business key o una smart card con apposito lettore, contenente i certificati di firma. Il kit può essere rilasciato solo da uno degli enti certificatori accreditati presso l’AgID, mentre i titolari di impresa possono rivolgersi anche alla Camera di Commercio di competenza territoriale.

In definitiva, con la firma digitale non è più necessario di spostarti fisicamente per sottoscrivere i tuoi contratti privati o di lavoro perché è possibile gestire qualsiasi tipo di pratica ovunque ci si trovi e senza carta, in pochi minuti: dai procedimenti giudiziari agli atti amministrativi e ai bilanci aziendali, dalle aste giudiziarie ai contratti delle utenze telefoniche o energetiche, fino alla richiesta di finanziamenti e alla sottoscrizione di polizze assicurative e servizi bancari.

La firma digitale per avvocati, ingegneri, architetti, medici, e più in generale per tutti coloro che sono iscritti agli ordini o lavorano nella PA, è ormai diventato uno strumento indispensabile e di uso quotidiano perché è flessibile, si adatta alle esigenze di ogni professionista e riduce i costi legati alla stampa, all’archiviazione dei documenti cartacei, e alla spedizione.

Firma Digitale Namirial su Token Bluetooth: la soluzione rapida, semplice e sicura

Grazie alla Firma Digitale Namirial su Token Bluethoot è possibile autenticarsi ai servizi online e firmare digitalmente un documento, in modo estremamente facile e veloce, avendo sempre a portata di mano la propria identità digitale.

Il Token Bluetooth di Namirial, che unisce la connessione USB alla tecnologia Bluetooth, è sicuro, innovativo e in grado di supportare certificati digitali qualificati. Inoltre, il kit può essere utilizzato da qualsiasi dispositivo -pc, smartphone e tablet- e assicura la migliore esperienza in qualsiasi situazione, anche in piena mobilità grazie all’App DigitalDNA, da usare sempre e ovunque, in piena mobilità. Per utilizzare le funzionalità da pc, c’è invece Namirial Sign.

Ecco quali sono le principali caratteristiche dell’offerta Firma Digitale su Token Bluetooth di Namirial:

  • Spedizione inclusa;
  • Funziona anche come CNS;
  • Firma dal computer o dallo smartphone:
  • Dura 3 anni.

Con il Token Bluetooth puoi:

  • Autenticazione ai servizi online e firma elettronica conforme eIDAS;
  • Doppia interfaccia USB e Bluetooth;
  • Compatibile con PC, smartphone e tablet;
  • Batteria a lunga durata per l’uso in mobilità.

Il costo della Firma Digitale su Token Bluetooth di Namirial è di 89,00 € + IVA.

– «Sottoscrivi i tuoi documenti con la Firma Digitale su Token Bluetooth di Namirial. Scopri maggiori informazioni»

Cos’è il Cyber Spear Phishing e come proteggersi?

Cos'è il Cyber Spear Phishing e come proteggersi?

Spear Phishing cos’è e in che cosa si differenzia dal comune phishing?

Una delle minacce informatica più conosciute è il phishing, ossia il tentativo malevolo da parte di cybercriminali, di acquisire informazioni sensibili, come dati finanziari o codici di accesso di un utente, camuffandosi da persona o entità legittima e affidabile. Ad esempio, un hacker può inviare un’email a una vittima ignara, fingendosi una banca o un’azienda degna di fiducia, per cercare di acquisire i dati dell’utente e password.

In genere, negli attacchi di phishing le email sono di natura generica, imitano nell’aspetto e nel contenuto messaggi legittimi di fornitori di servizi e vengono inviate a grandi volumi di persone contemporaneamente. I messaggi fraudolenti richiedono di fornire informazioni riservate, come il numero della carta di credito o la password per accedere ad un determinato servizio, e possono anche contenere allegati dannosi. Si tratta di un metodo efficace per i criminali informatici perché aumenta le probabilità che almeno alcuni dei loro obiettivi risponda alle richieste.

Lo Spear Phishing è una versione più mirata del comune attacco di phishing, in quanto si rivolge a una persona specifica, e utilizza tecniche di social engineering per ingannare l’obiettivo e indurlo a divulgare informazioni sensibili, scaricare ransomware o altri malware. I messaggi possono anche contenere link, allegati o “inviti” a cliccare da qualche parte per “verificare” o “aggiornare” le informazioni, portando direttamente a siti web o download dannosi.

Solitamente, le email di Spear Phishing prendono di mira gli utenti che hanno un accesso specifico alle informazioni desiderate dagli hacker. Questi utenti possono essere, ad esempio, impiegati della contabilità, dirigenti o professionisti IT. Le email, anche in questo caso, sembrano provenire da una fonte attendibile, come ad esempio un collega o un partner commerciale, e possono essere estremamente convincenti.

Cosa si intende per Spear Phishing?

Per meglio comprendere qual é il significato di Spear Phishing bisogna fare un passo indietro e guardare al concetto di phishing nel suo complesso. Il phishing è un attacco alle persone, non alla tecnologia: si tratta di una forma di ingegneria sociale creata per indurre la vittima a fornire informazioni riservate o, peggio ancora, a scaricare un software dannoso.

Il termine phishing è una variante di fishing, che significa “pescare” in lingua inglese, risente probabilmente dell’nfluenza di phreaking (da phone, “telefono”, e freak “persona bizzarra”, ma anche “appassionato in maniera ossessiva”), e allude al fatto che, come i pescatori, gli aggressori cercano di agganciare la vittima mostrando qualcosa di attraente. I cyber criminali che ricorrono al phishing utilizzano tecniche sempre più sofisticate per “pescare” dati finanziari e password di un utente.

Spear Phishing definizione e tipi di attacchi 

Una volta chiarita la definizione di phishing, vediamo qual é invece quella di Spear Phishing.

Spear Phishing significato: spear in italiano significa “lancia” quindi, letteralmente, la traduzione di questo tipo di attacco informatico è “pesca con lancia”. Si tratta di un tipo di phishing mirato che ha come obiettivo una singola persona. Si differenzia dal classico phishing che invece cerca di coinvolgere quante più persone possibile, senza curarsi di chi siano e di quale ruolo ricoprano all’interno dell’azienda.

Esistono diversi tipi di attacchi di Spear Phishing, tra i principiali troviamo:

  • Compromissione della posta elettronica aziendale: gli aggressori ottengono l’accesso non autorizzato a un account di posta elettronica aziendale, o creano un account simile, e impersonano il suo proprietario per inviare messaggi di phishing ai colleghi o ai partner del proprietario. In genere questi attacchi sono associati a frodi telematiche;
  • Whaling: i criminali informatici prendono di mira i membri di un’organizzazione che probabilmente hanno un accesso privilegiato, come dirigenti di alto livello o equivalenti. Questi tipi di attacchi sono spesso i più sofisticati e ben pianificati, il che li rende ancora più pericolosi;
  • Frode dell’amministratore delegato: è un tipo di attacco strettamente correlato al whaling, in cui i cyber criminali impersonano l’amministratore delegato di un’organizzazione o un suo equivalente, creando un senso di urgenza nei messaggi di truffa ai dipendenti.
  • Clone phishing: i phisher inviano alle vittime e-mail che sembrano provenire da mittenti di cui la vittima si fida, come istituzioni finanziarie o servizi aziendali;
  • Angler phishing: gli hacker prendono di mira gli utenti che interagiscono con le aziende sui social media come Twitter o LinkedIn, spacciandosi per rappresentanti dell’azienda per rispondere a reclami, proporre offerte, eccetera. In casi simili, prima di interagire con il presunto rappresentante dell’azienda è consigliabile cercare conferme sulla sua identità.

Come identificare un attacco di Spear Phishing?

La formazione dei dipendenti è il modo migliore per aumentare la consapevolezza dei rischi associati agli attacchi informatici e alimentare la cultura della sicurezza informatica all’interno dell’organizzazione.

In ogni caso, esistono alcuni indizi che possono aiutare a identificare un attacco di Spear-Phishing:

  • Dettagli trascurati: i criminali informatici possono imitare URL, indirizzi email, il marchio di un’azienda e così via, ma piccoli dettagli possono tradirli. Ad esempio, l’indirizzo di un’email che sembra provenire da un’organizzazione affidabile può essere leggermente modificato e formattato in modo errato;
  • Grammatica e ortografia scadenti: la maggior parte delle comunicazioni professionali, in particolare i messaggi B2C, come quelli di una banca, vengono corretti prima dell’invio e la maggior parte dei servizi di posta elettronica segnala automaticamente gli errori di ortografia o grammaticali. Pertanto, se un messaggio contiene molti di questi errori, è più probabile che provenga da una fonte non legittima;
  • Linguaggio insolito: a volte anche il linguaggio di un’e-mail può essere sospetto, anche se non contiene errori. Può sembrare disarticolato o comunque strano in qualche modo. Se un messaggio proviene da una persona che conoscete, ma lo stile di scrittura non sembra il suo, potrebe trattarsi di un tentativo di phishing.
  • Richieste insolite: un messaggio che contiene una richiesta strana e senza alcuna spiegazione può essere motivo di preoccupazione. Ad esempio, un’email contraffatta proveniente dalla propria banca potrebbe chiedere all’utente di confermare la sua identità effettuando un bonifico. 

Protezione dei dati: come difendersi dagli attacchi di Spear Phishing?

Per prevenire un attacco di Spear Phishing è necessario prendere le giuste precauzioni e seguire alcune delle principali best practices che garantiscono la sicurezza dei dati sensibili:

  • Mantenere aggiornati i sistemi operativi e i browser: questa è la prima linea di difesa contro gli attacchi informatici, in quanto impedisce agli aggressori di sfruttare le vulnerabilità note nelle versioni obsolete dei software;
  • Proteggete i dati con backup automatici: l’implementazione di un processo regolare di backup dei dati di sistema garantisce una maggiore facilità di recupero in caso di violazione;
  • Implementare l’autenticazione a due fattori: strategie a fiducia zero, applicate in tutta l’organizzazione, creano ulteriori livelli di difesa tra gli aggressori e dati sensibili;
  • Seguire protocolli di sicurezza rigorosi: le politiche di sicurezza devono essere stabilite, implementate e monitorate regolarmente dai team IT al fine di mitigare il rischio di attacco;
  • Educare i dipendenti sulle migliori pratiche di cyber security: la formazione dei dipendenti dovrebbe essere un processo continuo, ed è importante incoraggiare una cultura della sicurezza informatica all’interno dell’organizzazione.

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