La spesa ICT della PA nel 2022 cresce del 5,8%. È questo il dato principale che sintetizza la quinta edizione del Rapporto AgID sulla Spesa ICT nella Pubblica Amministrazione italiana, indagine periodica condotta per raccogliere dati e informazioni utili a predisporre il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione.
L’indagine 2022 sulla spesa ICT della PA
L’indagine – pubblicata all’inizio di agosto 2023 – ha visto AgID raccogliere dati nel periodo compreso tra giugno e settembre 2022, attraverso una survey online che ha interessato 77 amministrazioni centrali, regionali e locali. Nel dettaglio, la rilevazione ha coinvolto 28 PA centrali, le 19 Regioni e le 2 Province Autonome di Trento e Bolzano, 14 Città Metropolitane e 14 Comuni.
Quadro generale e trend della spesa ICT nella PA italiana
Dopo un’eccezionale crescita del 10,1% registrata nel 2021 (dato influenzato dal rallentamento degli investimenti che si era avuto nel 2020 per effetto della pandemia) anche per il triennio 2022-2024 prosegue il trend positivo della spesa ICT da parte delle PA italiane.
Nel triennio, è proprio il 2022 a segnare la crescita maggiore, con un +5,8%, mentre per il 2023 e il 2024 si prevedono rispettivamente un +5,2% e +5,3%. Tali previsioni sono da considerarsi al ribasso e i valori effettivi saranno sicuramente maggiori, in quanto non tengono conto dell’impatto che sarà prodotto dai fondi PNRR destinati alla digitalizzazione della PA.
La crescita della spesa ICT riguarderà principalmente 4 settori:
- cybersecurity, per contrastare l’incremento degli attacchi, che sempre più colpiscono infrastrutture di enti pubblici e aziende sanitarie;
- migrazione al cloud, che coinvolge la PA nell’ambito della Strategia Cloud Nazionale;
- piattaforme dati, indispensabili per realizzare un modello di government data driven;
- servizi online per cittadini e imprese.
Come è ripartita la spesa ICT tra le diverse PA
Tra le 77 pubbliche amministrazioni coinvolte nell’indagine AgID, le amministrazioni centrali sono quelle che spendono di più in termini assoluti e che, inoltre, fanno registrare il tasso di crescita maggiore in termini percentuali.
Nel periodo compreso tra il 2016 e il 2021, in termini assoluti la spesa delle PA italiane per ICT è stata in totale di oltre 15,5 miliardi:
- 10,6 miliardi per le Pubbliche Amministrazioni Centrali (PAC)
- 3,77 miliardi per le Regioni e le Province Autonome
- 1,17 miliardi per le Pubbliche Amministrazioni Locali (PAL)
In termini di crescita, dal 2016 al 2021 la spesa delle PAC è cresciuta del 56,09% (passando dagli 1,44 miliardi del 2016 ai 2,25 miliardi del 2021), quella delle PAL è cresciuta del 28,25% (da 179 a 230 milioni) mentre quella di Regioni e Province Autonome è aumentata di appena il 3,38% (da 672 a 695 milioni).
Restringendo l’analisi al solo 2021, la spesa totale in ICT è stata di 3,17 miliardi (in crescita dell’8,8% rispetto a 2,92 miliardi del 2021):
- 2,25 miliardi per le PAC (+11,11% rispetto ai 2,026 miliardi del 2020)
- 695 milioni per Regioni e Province Autonome (+2,11% rispetto ai 680 milioni del 2020)
- 230 milioni per le PAL (+8,46% rispetto ai 212 milioni del 2020)
Il dato che balza agli occhi è che le PAC sono responsabili di circa il 70% della spesa totale ICT evidenziata dall’indagine AgID.
Chi spende di più in ICT tra le diverse PA
Tra le Pubbliche Amministrazioni Centrali, sono 5 le cosiddette big spender, cioè le amministrazioni che registrano nei quattro anni compresi tra il 2021 e il 2024 la maggiore spesa in beni e servizi ICT. In ordine alfabetico, abbiamo:
- Agenzia delle Entrate
- INAIL
- INPS
- Ministero dell’Economia
- Ministero del Lavoro
Tra le Regioni e Province Autonome abbiamo:
- Bolzano
- Campania
- Lombardia
- Piemonte
- Sardegna
Tra le Pubbliche Amministrazioni Locali, invece, le 5 big spender sono:
- Milano
- Palermo
- Reggio Calabria
- Roma
- Torino
Per cosa vengono spesi i fondi ICT
L’indagine AgID raccoglie informazioni principalmente su 5 macro voci:
- acquisti hardware (sono l’8% del totale nel 2021, arriveranno al 10% nel 2024)
- acquisiti servizi di sviluppo software (22% nel 2021, 25% nel 2024)
- acquisti licenze software (5% nel 2021, scenderà al 4% nel 2024)
- manutenzioni hardware e software e assistenza/presidi applicativi (33% nel 2021, salirà al 35% nel 2024)
- acquisti di altri servizi (32% nel 2021, scenderà al 26% nel 2024)
Nell’indagine non sono considerate la spesa ICT sanitaria di competenza territoriale, la spesa ICT del settore istruzione e, ovviamente, quella sostenuta dalle amministrazioni locali non incluse nell’indagine.
Aumentano investimenti e innovazione
Dai dati raccolti nell’indagine AgID, emerge che nel 2021 la spesa ICT è stata per il 70% una spesa di tipo Opex (acronimo di Operational Expenditure, espressione che indica le spese operative), mentre per il 30% è stata di tipo Capex (Capital Expenditures, spese di investimento). Di tutta la spesa ICT (sia Capex che Opex) la percentuale di spesa per innovazione è stata del 23%.
Nel triennio 2022-2024, invece, si prevede un calo delle spese ICT Opex al 65% e un aumento delle spese Capex al 35%, con la spesa per innovazione che arriverà al 27%.
Al Nord Ovest più soldi, al Sud più investimenti
A livello geografico (escludendo le spese fatte dalle PAC), l’area con la spesa maggiore è il Nord Ovest, ma la maggiore percentuale di spesa per investimenti è al Sud e nelle Isole.
Spesa assoluta 2021-2024:
- Nord Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia): 1,3 miliardi
- Sud e Isole (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna): 1,2 miliardi
- Nord Est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 849 milioni
- Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio): 771 milioni
Spesa percentuale per investimenti 2021-2024:
- Sud e Isole: 41% nel 2021, 63% nel 2024
- Nord Ovest: 22% nel 2021, 30% nel 2024
- Centro: 28% nel 2021, 24% nel 2024
- Nord Est: 25% nel 2021, 20% nel 2024