Direttiva Case Green: cosa prevede e chi dovrà ristrutturare

Direttiva Case Green: cosa prevede e chi dovrà ristrutturare

Che cos’è la direttiva europea Case Green

Lo scorso 15 gennaio la Commissione ITRE (Industria, Ricerca ed Energia) del Parlamento europeo ha approvato il testo finale di revisione della Direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive), anche detta Direttiva Case Green.

Il testo ora passa alla sessione plenaria del Parlamento europeo, in programma dall’11 al 14 marzo 2024, per la approvazione definitiva. Poi, dopo un’ulteriore approvazione da parte del Consiglio, la direttiva rivista sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE.

L’obiettivo della direttiva è rendere l’industria edile più sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico. A oggi, infatti, l‘85% degli edifici dell’UE è stato costruito prima del 2000 e tra questi il 75% ha una scarsa prestazione energetica. Infatti, sono responsabili del 42% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia. 

Queste percentuali ci dicono che quello edilizio è un settore chiave su cui i singoli Stati membri devono intervenire se si vogliono raggiungere gli obiettivi energetici e climatici che l’UE si è data. Tali percentuali possono essere ridotte attraverso una serie di misure e interventi che dovranno essere realizzati in tutta Europa.

La direttiva Case Green mira a ottenere entro il 2030 una riduzione di almeno il 60% (rispetto ai valori del 2015) delle emissioni nel settore edilizio, e di raggiungere entro il 2050 la neutralità climatica del settore.

Oltre a ciò, cambieranno anche gli Attestati di Prestazione Energetica (APE), per i quali è prevista maggiore affidabilità, qualità e digitalizzazione, con classi di prestazione energetica basate su criteri comuni, per migliorare le decisioni di investimento e consentire a consumatori e imprese scelte più informate per risparmiare energia e denaro.

Principali novità della Direttiva Case Green

La Direttiva Case Green introduce una serie di misure volte a rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico e sostenibili sotto il profilo ambientale.

Ogni Stato membro dell’UE è chiamato a impegnarsi nel ridurre l’impatto ambientale dei propri edifici e a implementare misure per migliorare la loro efficienza energetica.

Tra le principali novità introdotte dalla direttiva, troviamo:

  • Ogni Stato membro deve adottare un proprio percorso nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, consentendo una flessibilità sufficiente per tenere conto delle circostanze nazionali. Gli Stati membri sono liberi di scegliere quali edifici prendere in considerazione e quali misure adottare.
  • Le misure nazionali dovranno garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni.
  • Per quanto riguarda il patrimonio edilizio non residenziale, le norme prevedono un miglioramento graduale attraverso standard minimi di prestazione energetica. Ciò comporterà la ristrutturazione del 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e del 26% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2033.
  • Gli Stati membri avranno la possibilità di esentare da questi obblighi alcune categorie di edifici residenziali e non residenziali, tra cui gli edifici storici o le case vacanza.
  • I certificati di prestazione energetica (EPC) migliorati si baseranno su un modello comune dell’UE per informare meglio i cittadini e facilitare le decisioni di finanziamento in tutta l’UE.
  • Per combattere la povertà energetica e ridurre le bollette, i finanziamenti per incentivare e sostenere le ristrutturazioni dovranno essere disponibili anche per i cittadini in condizioni più vulnerabili.
  • Gli Stati membri dovranno prevedere garanzie per le fasce di popolazione più deboli, aiutandole ad affrontare il rischio di sfratto causato da aumenti sproporzionati dell’affitto in seguito a una ristrutturazione.

Sostenibilità ambientale e ristrutturazioni: cosa devono fare gli Stati

La Direttiva Case Green contiene misure volte a migliorare sia la pianificazione strategica delle ristrutturazioni che gli strumenti per garantirne la realizzazione.

In base alle disposizioni concordate, gli Stati membri dovranno:

  • Stabilire piani nazionali di ristrutturazione degli edifici, per definire la strategia nazionale di decarbonizzazione del patrimonio edilizio e le modalità per affrontare i rimanenti ostacoli, come il finanziamento, la formazione e l’attrazione di lavoratori più qualificati.
  • Istituire programmi nazionali di passaporto per le ristrutturazioni edilizie, per guidare i proprietari nelle loro ristrutturazioni graduali verso edifici a emissioni zero.
  • Istituire sportelli unici per i proprietari di case, le PMI e tutti gli attori della catena del valore della ristrutturazione, per ricevere supporto e orientamento dedicati e indipendenti.
  • Eliminare gradualmente le caldaie alimentate da combustibili fossili. I sussidi per la loro installazione non saranno più consentiti a partire dal 1° gennaio 2025.

Gli Stati membri dovranno definire misure per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, con l’obiettivo di eliminare completamente le caldaie alimentate da combustibili fossili entro il 2040.

La direttiva mira anche a promuovere l’adozione della mobilità sostenibile.

  • Il precablaggio diventerà la norma per gli edifici nuovi e ristrutturati, facilitando così l’accesso alle infrastrutture di ricarica.
  • Si dovranno eliminare gli ostacoli all’installazione dei punti di ricarica negli edifici residenziali e non residenziali, per garantire il right to plug (“diritto alla spina”). In generale, i punti di ricarica dovranno consentire la ricarica intelligente e, dove possibile, la ricarica bidirezionale.
  • Si dovranno garantire sufficienti parcheggi per le biciclette, comprese quelle da carico.

Case green 2030: zero emissioni per i nuovi edifici

Le nuove costruzioni, residenziali e no, dovranno essere a “emissioni zero”, a partire dal 1° gennaio 2028 per gli edifici pubblici e dal 1° gennaio 2030 per quelli privati, con la possibilità di esenzioni specifiche.

Gli Stati membri dovranno inoltre garantire che i nuovi edifici siano predisposti per l’energia solare, ossia che siano in grado di ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sul tetto. L’installazione di impianti a energia solare diventerà la norma per i nuovi edifici.

Per gli edifici pubblici e non residenziali esistenti, l’installazione dell’energia solare dovrà avvenire gradualmente, a partire dal 2027, laddove ciò sia tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile.

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