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Working Capital vs Net Working Capital: le differenze tra i due indicatori finanziari

Il Working Capital e il Net Working Capital sono due valori capaci di fornire informazioni sulla situazione finanziaria dell'impresa e sulla sua liquidità. Tra essi esistono delle differenze di calcolo che si riflettono sulle informazioni che si possono trarre dal loro esame.
Working Capital vs Net Working Capital: le differenze tra i due indicatori finanziari
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Indice dei contenuti

Caratteristiche del Working Capital e differenze con il Net Working Capital

Working Capital Net Working Capital sono due indicatori finanziari usati per esaminare la capacità di un’azienda di generare liquidità e di far fronte agli impegni assunti nei confronti dei creditori

Entrambi vengono ottenuti partendo da una riclassificazione delle voci del bilancio, redatto secondo le disposizioni del Codice Civile o degli IASa seconda dei casi.

Seppure questi due concetti presentano caratteristiche simili, pongono l’accento su aspetti diversi della gestione finanziaria. Per questa ragione è fondamentale comprendere quali sono le differenze tra essi e quali informazioni possono fornire, al fine di ottenere una visione completa della salute finanziaria dell’azienda e della sua solvibilità.

Working Capital formula

Con l’espressione Working Capital (in italiano Capitale Circolantesi intendono le attività correnti, cioè le attività a breve termine, ovvero:

  • le liquidità dell’azienda (c/c bancari e postali attivi; denaro, assegni, valori bollati e postali presenti in cassa);
  • crediti a breve termine che sono costituiti per lo più da crediti verso i clienti, ma possono comprendere anche altri crediti come quelli tributari o verso istituti previdenziali;
  • le rimanenze di magazzino;
  • titoli negoziabili;
  • i ratei e i risconti attivi.

Il valore del capitale circolante è dato, quindi, dalla somma di tali poste.

Il Net Working Capital: come si calcola

Il Net Working Capital (ovvero il Capitale Circolante Netto) è una delle grandezze più usate e significative delle analisi finanziarie. Si tratta di una grandezza differenziale che viene determinata come differenza tra il Working Capital e le passività correnti.

Queste ultime, dette anche passività a breve termine, sono rappresentate soprattutto dai debiti verso i fornitori, ma comprendono anche debiti verso banche e verso altri finanziatori, debiti tributari, debiti verso istituti previdenziali ed assistenziali, nonché ratei e risconti passivi.

Dunque, per calcolare il Net Working Capital occorre effettuare la differenza tra attività correnti e passività correnti. Il valore ottenuto esprime cosa resta una volta che l’azienda ha pagato tutte le passività a breve termine.

Poiché, di norma, tutte le aziende hanno almeno alcune passività correnti, il Capitale Circolante Netto è in grado di fornire una rappresentazione più veritiera della liquidità aziendale.

Il suo valore deve essere sempre positivo. Se il valore fosse negativo starebbe ad indicare che, a fronte di una certa rigidità degli investimenti, si ha una prevalenza di fonti di finanziamento a breve termine.

In linea di massima si è soliti ritenere che il Capitale Circolante debba essere il doppio delle passività a breve: chiaramente si tratta di valori solamente indicativi, che possono variare anche a seconda del settore nel quale opera l’impresa.

Varianti del Net Working Capital

Esistono anche delle varianti del Capitale Circolante Netto (CCN). Si tratta del Capitale Circolante Commerciale (CCC) e del Capitale Circolante Netto Operativo (CCNO).

In pratica sono delle configurazioni più ristrette del Net Working Capital.

Il Capitale Circolante Commerciale è dato dalla somma dei crediti commerciali e delle scorte di magazzino a cui si sottraggono i debiti commerciali. Questo indicatore esprime il solo fabbisogno netto commerciale derivante dal ciclo operativo dell’impresa.

Invece, il Capitale Circolante Netto Operativo si ottiene sottraendo, dalle attività correnti, i soli debiti non finanziari a breve termine, quindi non tenendo conto dei debiti verso le banche o altri eventuali finanziatori (anche se a breve scadenza). Si tratta, in altre parole, di considerare solamente la gestione caratteristica dell’impresa nel calcolo del Capitale Circolante Netto.

Working Capital e Net Working Capital: le differenze

A questo punto dovrebbe esserci chiara la differenza tra il concetto di Working Capital Net Working Capital. Essa sta nel fatto che il primo coincide con il valore delle attività a breve termine, mentre il secondo viene calcolato tenendo conto anche delle passività a breve termine che sono sottratte dalle attività correnti.

Ovviamente questa differenza si riflette sul tipo di informazioni che tali indicatori possono fornire circa la solidità finanziaria dell’azienda e la sua solvibilità.

Working Capital e Net Working Capital: quali indicazioni possono fornirci

Esaminando il Capitale Circolante di un’impresa siamo in grado di avere un’idea piuttosto sommaria sulla sua salute finanziaria e sulla sua solvibilità a breve termine. 

In linea di massima valori più elevati del Working Capital stanno ad indicare una maggiore sicurezza finanziaria dell’impresa e una maggiore possibilità di crescita. Occorre però fare attenzione, in quanto valori eccessivamente alti del Capitale Circolante potrebbero stare ad indicare che l’azienda ha scorte di magazzino eccessive rispetto alle proprie esigenze o ha difficoltà ad incassare i crediti. Per questo, tale indicatore serve soprattutto ad esprimere l’efficienza operativa dell’azienda, ovvero la sua capacità di gestire in maniera ottimale le attività correnti come i crediti verso i clienti e le scorte di magazzino.

Il Net Working Capital, invece, è in grado di darci informazioni sulla liquidità dell’impresa: essa è buona se ci troviamo di fronte ad un valore positivo, che sta ad indicare che l’azienda è capace di far fronte agli impegni a breve con attività anch’esse a breve termine. Un valore negativo del Capitale Circolante Netto evidenzia possibili problemi di liquidità.

In altre parole possiamo dire che il Working Capital è un concetto più ampio rispetto a quello del Net Working Capital: mentre il primo esamina la gestione delle attività e gli aspetti legati alla continuità operativa, il secondo si concentra sulla liquidità a breve termine.

I due valori vengono usati anche con obiettivi diversi: mentre il Capitale Circolante viene esaminato con lo scopo di ottimizzare l’equilibrio tra attività correnti e passività correnti garantendo l’efficienza operativa e la redditività, il Capitale Circolante Netto viene preso in considerazione per garantire la liquidità e la solvibilità a breve termine.

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