Una legge per cancellare le discriminazioni
Lo scorso 2 gennaio è entrata in vigore la legge sul diritto all’oblio oncologico, tra i cui obiettivi c’è quello di eliminare certe forme di discriminazione che possono colpire le persone guarite da una malattia oncologica.
Purtroppo, infatti, può capitare che, nonostante l’avvenuta guarigione, la sola condizione di essere stati ammalati possa determinare una situazione di sfavore, in contesti come la richiesta di un mutuo, la stipula di un’assicurazione, la candidatura a un posto di lavoro o la richiesta di un’adozione.
La nuova legge intende porre fine a tali forme di discriminazione, eliminando alla radice la possibilità che possano presentarsi situazioni da cui possano derivare per le persone coinvolte esperienze estremamente frustranti.
Cos‘è il diritto all’oblio
Il diritto all’oblio, o diritto di essere dimenticati, è previsto dall’art.17 del GDPR e consiste nella facoltà di ottenere la cancellazione dei propri dati personali quando, ad esempio, non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o quando si intenda revocare il proprio consenso o nel caso in cui i dati siano stati trattati illecitamente.
Il diritto in questione è un diritto in forma rafforzata in quanto, in seguito alla richiesta di cancellazione, il titolare dei dati deve informare gli altri responsabili del trattamento della avvenuta cancellazione.
Diritto all’oblio e diritto all’oblio oncologico
Il diritto all’oblio è un diritto complesso in quanto, se da una parte va tutelato come diritto della personalità espressamente previsto dalla Costituzione, dall’altro può essere limitato di fronte a circostanze particolari, per motivi di sicurezza o di salute pubblica o per consentire l’esercizio del diritto di cronaca.
L’oblio oncologico, che deriva dal diritto all’oblio e ne rappresenta un caso particolare, è stato introdotto dalla L. 193/2023, che prevede il diritto delle persone guarite da un tumore di essere dimenticate come “malati” ed essere considerate, al pari di tutti gli individui sani, proprio come se non si fossero mai ammalate. Si tratta di una norma che pone il suo fondamento nel riconoscimento, da parte della nostra Costituzione, dei diritti inviolabili dell’individuo (art. 2), nel diritto di uguaglianza di tutti i cittadini (art. 3) e del principio di tutela della salute (art. 32).
Cosa dice la Legge 193/2023
La L. 193/2023 stabilisce che le persone guarite da una patologia oncologica hanno il diritto di non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica.
Affinché si possa applicare il diritto all’oblio oncologico è necessario che siano trascorsi più di 10 anni dalla conclusione delle cure, senza che vi siano state recidive o ricadute. Il limite si abbassa a 5 anni nel caso in cui la malattia sia insorta prima del compimento dei 21 anni di età. Tali limiti sono abbreviati per alcune patologie oncologiche espressamente previste con decreto del Ministero della Salute.
Il diritto all’oblio oncologico riguarda l’accesso ai servizi assicurativi, bancari, finanziari e di investimento, l’accesso al lavoro e le adozioni.
Per quanto concerne i servizi assicurativi, bancari, finanziari e di investimento la legge prevede che:
- al soggetto guarito non possono essere chieste informazioni relative alla sua patologia pregressa qualora dette informazioni possano influenzare condizioni e termini nei contratti, sia in caso di nuova stipula che di rinnovo;
- le stesse informazioni non possono essere ottenute neppure da altre fonti;
- il diritto all’oblio oncologico riguarda anche le informazioni eventualmente già disponibili, che non potranno essere impiegate nella valutazione del rischio dell’operazione o della solvibilità della persona;
- è vietata la richiesta di effettuare visite mediche di controllo.
Il diritto all’oblio oncologico si applica anche alle procedure concorsuali e selettive, pubbliche e private, quando nel loro ambito sia previsto l’accertamento di requisiti psico-fisici o concernenti lo stato di salute dei candidati.
Per quanto concerne le richieste di adozione, viene previsto che, qualora ne ricorrano le condizioni, le informazioni sulle patologie oncologiche sono escluse dall’oggetto delle indagini sulla salute degli adottanti svolte dal Tribunale dei minori.
Diritto all’oblio oncologico e diritto all’oblio GDPR
Come detto, il diritto all’oblio è disciplinato dall’art. 17 del GDPR: viene quindi da chiedersi se esso coincida, in tutto o in parte, con il diritto all’oblio oncologico.
Sicuramente entrambe le norme tutelano la libertà dell’individuo: la prima consentendo di scegliere se e quali dati personali comunicare ai terzi, la seconda prevedendo la cancellazione di dati relativi alla propria storia sanitaria, quando ne ricorrano i presupposti.
Esistono, tuttavia, delle differenze tra le due norme. Infatti, il diritto all’oblio previsto dal GDPR necessita della cooperazione attiva del titolare del trattamento, il quale ha l’obbligo di effettuare, senza ingiustificato ritardo, la cancellazione dei dati dell’interessato. Invece, il diritto all’oblio oncologico prevede un semplice obbligo di astensione da parte dei terzi.
Diritto all’oblio oncologico: chi deve conformarsi alle nuove regole
La legge sul diritto all’oblio oncologico impone dei rilevanti adeguamenti agli istituti assicurativi, bancari, finanziari e di investimento, ma non solo. Infatti, l’art. 2 prevede che la norma si applichi a “ogni altro tipo di contratto, anche esclusivamente fra privati” quando le informazioni sulle patologie oncologiche sono idonee a influenzare le condizioni e i termini contrattuali.
I titolari del trattamento, i privacy manager e i Data Protection Officer dovranno garantire il rispetto del diritto all’oblio oncologico ogni volta che ne ricorrano i presupposti fissati dalla legge, preoccupandosi anche di cancellare le informazioni in loro possesso riguardanti le neoplasie, quando ne sia attestato il superamento. Di conseguenza, ci sarà bisogno di apportare gli opportuni adeguamenti ai processi e ai trattamenti svolti.
Il Garante per la protezione dei dati personali avrà il compito di vigilare sull’applicazione della legge in esame.