Close

Italia Digitale 2026, cosa è stato fatto e cosa resta da fare

In un documento il Governo uscente fa il punto sulla strategia digitale del Paese e passa la staffetta al prossimo esecutivo
Italia vista dall'alto, su sfondo blu, per indicare una Italia digitale del 2026
Tempo di lettura: 5 minuti

Indice dei contenuti

Con un documento pubblicato il 12 ottobre, il Ministero per l’innovazione e la trasformazione digitale ha fatto il punto sullo stato di realizzazione di Italia Digitale 2026, la strategia digitale e tecnologica che l’Italia si è data nell’ambito del Pnrr.

Il documento descrive le iniziative avviate, i risultati conseguiti e le prossime azioni previste per rispettare gli impegni nazioni ed europei. Contiene, inoltre, delle raccomandazioni per aumentare l’efficacia del coordinamento tecnologico e digitale del Paese.

Il documento, quindi, è un passaggio di consegne tra il Governo uscente e il prossimo esecutivo, affinché ci sia continuità nella realizzazione della strategia e si rispettino gli impegni con l’Europa.

Italia Digitale 2026, visione e strategia

La scarsa digitalizzazione dell’Italia viene indicata tra le cause principali della bassa crescita e l’alta disoccupazione dell’Italia negli ultimi decenni. Questo spiega perché la transizione digitale è uno degli assi principali del Pnrr ed è alla base della strategia Italia Digitale 2026.

Cosa prevede Strategia Italia Digitale 2026

La strategia per l’Italia Digitale 2026 ha fissato per l’Italia obiettivi di sviluppo digitale e tecnologico in linea con quelli stabiliti dall’Ue con il Digital Compass/Bussola Digitale 2030. Il piano prevede entro il 2026 interventi sulla banda ultralarga, per la diffusione di servizi digitali e piattaforme pubbliche e la digitalizzazione della sanità pubblica, per incrementare la cybersicurezza e intervenire sulle competenze digitali dei cittadini.

Parallelamente, la strategia prevede anche di rilanciare la leadership italiana nello spazio e rafforzare le tecnologie strategiche per il futuro detenute dal nostro Paese.

La strategia si è sviluppata in particolare su quattro aree: spazio, intelligenza artificiale, tecnologia avanzata e deep tech, quadro regolatorio europeo e italiano.

La trasformazione digitale della Pa nel PNRR

Per attuare il piano Italia Digitale 2026, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha sviluppato un nuovo approccio nell’esecuzione dei progetti Pnrr per la transizione digitale degli enti territoriali. Questo approccio si basa su due aspetti.

  • Semplificazione dell’interazione tra Stato centrale e territori. A novembre 2021 il DTD ha lanciato la piattaforma PA Digitale 2026, punto unico di accesso per le PA ai fondi Pnrr per la transizione digitale che pubblica avvisi sulle risorse, con erogazioni predeterminate in base alle caratteristiche dell’ente.
  • Supporto alle PA locali. Per garantire la digitalizzazione anche alle amministrazioni senza competenze adeguate, il DTD ha predisposto il Transformation Office. È un team di supporto per le PA locali, che si interfaccia anche con i fornitori IT.

Come è strutturato il piano Italia Digitale 2026

Il PNRR destina alla transizione digitale il 27% delle risorse. Di queste, il MITD/DTD è direttamente responsabile per circa 18 miliardi e viene coinvolto per competenza sulle altre aree. Le aree sotto diretta responsabilità del MITD/DTD riguardano connettività, servizi digitali, sanità digitale, competenze digitali e spazio.

Connettività

Per colmare il digital divide la strategia italiana punta a diffondere sul territorio la copertura di reti a banda ultralarga. Questo grazie a sei interventi complementari per garantire completa copertura a tutti i cittadini.

Gli interventi sono sia di carattere infrastrutturale sia sull’offerta di servizi di connettività, comprendono reti mobili 5G e reti fisse e coprono zone rurali e urbane, piccole isole e comunità montane, scuole e ospedali.

Migrazione al Cloud e Servizi Digitali della PA

Per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione gli obiettivi sono tre.

1 › Consentire all’Italia un salto di competitività grazie a una visione armonizzata di tecnologia, applicazioni e infrastrutture private e pubbliche, al centro come localmente.

2 › Semplificare e facilitare il rapporto tra Pa, cittadini e imprese, portando i servizi della PA al cittadino e non viceversa. Questo con piattaforme interconnesse che automatizzino le richieste e riducano costi e tempi delle comunicazioni.

3 › Migliorare soddisfazione e produttività dei dipendenti pubblici, riducendo compiti ripetitivi e migliorando processi e flussi di lavoro.

Gli interventi previsti per quest’area sono diversi. Si va dall’adozione da parte delle PA di infrastrutture cloud sicure, moderne ed efficienti alla messa in opera delle anagrafi dati nazionali previste (come ANPR, Anagrafe Assistiti, Anagrafe nazionale dell’istruzione e Anagrafe Dipendenti pubblici). Previsti interventi in merito a interoperabilità e scambio automatico e sicuro dei dati della PA, tramite la Piattaforma Digitale Nazionale Dati, evitando di chiedere al cittadino informazioni già disponibili. Tra le misure, infine, anche l’assegnazione di un domicilio digitale a tutti, garantendo comunicazioni e notifiche sicure e rapide tramite la Piattaforma Notifiche e il wallet digitale in App IO.

Sanità Digitale

Sono previste diverse iniziative per una sanità digitale efficace e omogenea su tutto il territorio nazionale.  Il Fascicolo Sanitario Elettronico consente un unico punto di accesso alla sanità online. Ogni assistito potrà accedere digitalmente alla propria storia clinica e a servizi online come prenotazioni, visite, cure da remoto. Le piattaforme sicure per l’accesso e la condivisione dei dati, invece, sono utili per la ricerca medica e la gestione di politiche di prevenzione e governo. Si interviene poi sulla telemedicina, per renderla omogenea sul territorio nazionale grazie a tecnologie interoperabili e innovative.

Competenze digitali

Aumentare le competenze digitali sono essenziali per la transizione digitale. La strategia si muove lungo due direttrici: formazione di base su larga scala (tramite il Servizio Civile Digitale e le Reti di Facilitazione Digitale) e formazione professionale, tramite il Fondo Repubblica Digitale.

Tecnologia e Spazio

Oltre che per la digitalizzazione, il MITD ha sviluppato strategie di investimento in altri tre settori: spazio, intelligenza artificiale e tecnologie avanzate.

Lo spazio è un settore in cui l’Italia ha importanti competenze e una filiera industriale riconosciuta. Per questo motivo, il Governo e il MITD hanno rinforzato gli investimenti nazionali e i contributi ai programmi ESA e NASA.

Rispetto all’intelligenza artificiale siamo competitivi nella ricerca accademica, ma fatichiamo a tradurre la ricerca in innovazione. Per questo il MITD ha coordinato con MUR e MISE un programma strategico per l’IA, che indica 24 iniziative di policy per rimediare.

Per le deep tech, ovvero nuove tecnologie che portano innovazione in settori strategici e ad alto potenziale economico, è stato introdotto un iter amministrativo semplificato per grandi progetti di investimento ad alto impatto. Per l’industria dei semiconduttori, ad esempio, è stato creato un fondo da 4,2 miliardi per sviluppare il settore in Italia.

Riforme e interventi normativi

Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo digitale e tecnologico è necessario anche riformare le leggi.

Tra i principali interventi nazionali ci sono: attribuzione a Presidente del Consiglio dei Ministri e MITD di poteri di indirizzo e coordinamento; nascita del Comitato interministeriale per la transizione digitale (CITD), sede di composizione, coordinamento e monitoraggio dell’attuazione delle diverse iniziative di digitalizzazione; riforme per attuare il Pnrr; rafforzamento dell’architettura nazionale di cybersecurity.

A livello europeo il MITD/DTD ha contributo ad atti fondamentali quali Digital Markets Act, Digital Services Act, Data Governance Act e proposta di modifica del Regolamento eIDAS.

Italia Digitale, cosa resta da fare nel periodo 2023-2026

Sono quattro le sfide principali per completare la strategia Italia Digitale 2026.

1 › Mantenere un forte presidio e coordinamento a livello di Presidenza del Consiglio sul digitale, sull’innovazione e sulla tecnologia. Gli interventi da realizzare sono numerosi, complessi e riguardano diverse amministrazioni. Un coordinamento è indispensabile per rispettare i tempi del Pnrr.

2 › Rafforzare l’autorità di disegno delle architetture digitali del Paese e la capacità di intervento per uniformarle e interconnetterle. Avere siti web e servizi online che siano omogenei e interconnessi semplificano e rendono efficiente il rapporto tra PA e cittadini.

3 › Mantenere l’attuale modello di cooperazione con il territorio, che prevede il coinvolgimento diretto di Regioni, Comuni ed enti locali.

4 › Consolidare e rafforzare il personale MITD/DTD incaricato di orchestrare e supportare l’implementazione della strategia digitale e tecnologica.

TAG