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Piano Triennale per l’Informatica nella PA, cos’è

Ecco come si realizza la trasformazione digitale in Italia
Scritta Piano triennale informatica nella Pubblica Amministrazione su sfondo con elementi digitali generici.
Tempo di lettura: 4 minuti

Indice dei contenuti

Il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione è un documento che negli ultimi anni è diventato sempre più centrale per l’Italia.

Dal piano, infatti, dipendono le prospettive di progresso tecnologico dello Stato e, di conseguenza, una buona parte dell’efficienza e dello sviluppo economico del Paese.

Vediamo, quindi, cos’è il Piano Triennale, come è strutturato, quali sono la strategia e i principi guida che segue e quali obiettivi si pone.

Cos’è il Piano triennale per l’Informatica nella PA

Il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione (spesso indicato anche soltanto come Piano Triennale) è un documento pubblico strategico che contiene le linee di indirizzo e gli interventi utili per aiutare le amministrazioni pubbliche italiane a compiere il loro percorso di transizione digitale.

Il Piano non è solo un documento programmatico che stabilisce delle linee di indirizzo, ma è anche un piano operativo perché oltre a indicare la strategia che il Paese deve seguire in tema di digitalizzazione, traduce questa strategia in azioni concrete.

Le azioni contenute nel piano sono rivolte alle varie amministrazioni pubbliche italiane, che devono realizzarle. A tal fine, alle varie amministrazioni sono assegnati degli obiettivi finali da raggiungere entro un determinato lasso di tempo. Oltre agli obiettivi finali, il piano contiene anche un cronoprogramma dei risultati attesi, che sono in pratica degli obiettivi parziali da raggiungere a determinate scadenze.

Chi scrive il Piano Triennale

Il Piano Triennale per l’Informatica nella PA viene redatto da AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, in collaborazione con il DTD, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale.

Tuttavia, la stesura del Piano è frutto di un lavoro di squadra che coinvolge molti soggetti che hanno un ruolo istituzionale e delle competenze specifiche che hanno a che fare con la trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni italiane.

L’ultimo aggiornamento del piano, ad esempio, ha visto la collaborazione anche di: Mef, Dipartimento Funzione Pubblica, ACN, IPZS, PagoPA, Consip. Inoltre, sono state raccolte le osservazioni di ANCI, UPI e della Commissione Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.

Quanto dura e quali scadenze ha il Piano

Come indicato dal nome, il Piano Triennale contiene la strategia e le azioni per la trasformazione digitale delle amministrazioni pubbliche italiane per un periodo di tre anni.

Per ogni obiettivo fissato, il piano riporta i diversi target che devono essere raggiunti al termine di ciascuno dei tre anni.

Inoltre, il piano riporta anche le scadenze entro cui l’AgID, il DTD o altri soggetti istituzionali devono compiere delle azioni specifiche necessarie per raggiungere ciascun obiettivo.

Il Piano Triennale viene aggiornato ogni anno, con un nuovo Piano Triennale che sostituisce il precedente. Il primo Piano Triennale è stato quello relativo al triennio 2017-2019, seguito dai piani 2019-2021, 2020-2022, 2021-2023 e 2022-2024, che è l’ultima versione del piano triennale per l’informatica, pubblicata il 23 gennaio 2023.

Come è strutturato il Piano Triennale

Sin dalla sua prima edizione, il piano triennale ha sempre mantenuto la stessa struttura in 3 parti.

Prima parte – Il piano triennale. Contiene una sintesi inziale (chiamata executive summary), seguita da una descrizione della strategia e un approfondimento sui principi guida che ispirano il piano.

Seconda parte – Le componenti tecnologiche. Questa parte è divisa in 6 capitoli, dedicati ad altrettanti aspetti su cui il piano e la strategia digitale italiana si concentrano: servizi, dati, piattaforme, infrastrutture, interoperabilità, sicurezza informatica.

Terza parte – La governance. Questa parte è divisa in 3 capitoli che descrivono quali sono le leve strategiche da azionare per accelerare la trasformazione digitale, la governance da attuare e le azioni che devono compiere le amministrazioni.

Tutti i capitoli della seconda e terza parte del piano hanno la stessa struttura: introduzione che descrive il capitolo, indicando cosa cambia rispetto al piano precedente e quali sono gli scenari futuri; norme e strategie di riferimento; obiettivi e risultati attesi, con relative scadenze temporali; la roadmap di cosa devono fare AgID, DTD e altri soggetti istituzionali; roadmap di cosa devono fare le PA.

Qual è la strategia del Piano Triennale

La strategia del piano triennale per l’informatica nella PA si basa su 3 aspetti principali:

  • favorire lo sviluppo di una società digitale, con servizi che mettano al centro i cittadini e le imprese, attraverso la digitalizzazione della PA, motore di sviluppo per tutto il Paese;
  • promuovere lo sviluppo sostenibile, etico e inclusivo, attraverso l’innovazione e la digitalizzazione al servizio delle persone e dei territori, nel rispetto della sostenibilità ambientale;
  • contribuire alla diffusione delle nuove tecnologie digitali nel tessuto produttivo italiano, incentivando la standardizzazione, l’innovazione e la sperimentazione nei servizi pubblici.

Quali sono i princìpi guida del Piano

Il Piano triennale si basa su 11 princìpi guida, che si ritrovano in tutti gli obiettivi assegnati alle amministrazioni pubbliche italiane.

  • Digital & mobile first: fornire servizi digitali deve essere la prima opzione per le PA.
  • Digital identity only: le PA devono adottare in via esclusiva sistemi di identità digitale definiti dalla legge.
  • Cloud first: nel definire nuovi progetti e servizi, le PA devono adottare primariamente il paradigma cloud, tenendo conto della necessità di prevenire il rischio di lock-in.
  • Servizi inclusivi e accessibili: i servizi pubblici digitali delle PA devono essere inclusivi e venire incontro alle diverse esigenze di persone e territori.
  • Dati pubblici un bene comune: il patrimonio informativo della PA deve essere disponibile a cittadini e imprese, in forma aperta e interoperabile.
  • Interoperabile by design: i servizi pubblici devono essere progettati per poter funzionare in modalità integrata e senza interruzioni in tutto il mercato unico.
  • Sicurezza e privacy by design: i servizi digitali devono essere progettati ed erogati in modo sicuro, garantendo la protezione dei dati personali.
  • User-centric, data driven e agile: le PA devono prevedere modalità agili di miglioramento continuo dei servizi digitali offerti, partendo dall’esperienza dell’utente e basandosi sulla continua misurazione di prestazioni e utilizzo.
  • Once only: le PA non devono chiedere a cittadini e imprese informazioni che questi hanno già fornito in precedenza.
  • Transfrontaliero by design: i servizi pubblici digitale delle PA devono essere disponibili a livello transfrontaliero.
  • Codice aperto: le PA devono preferire l’uso di software open source e devono condividere il codice sorgente dei software sviluppati proprio per loro.

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