Dal 1° marzo è in vigore la ricetta elettronica, una novità che contribuisce a rendere più efficiente e moderna la sanità italiana e che promette di mandare in pensione le prescrizioni cartacee. Fino al 2017, infatti, la carta non sparirà definitivamente, ma continuerà a esistere un promemoria cartaceo. Questo sarà ancora indispensabile per alcuni farmaci e in caso di malfunzionamento del sistema (come l’assenza di connessione).
Cos’è la ricetta elettronica e come funziona?
La ricetta elettronica rientra nel processo di dematerializzazione avviato negli ultimi anni, per sostituire la vecchia ricetta cartacea (“ricetta rossa”). Parte con l’approvazione dell’art. 50 della legge 326/2003, che ha introdotto la ricetta cartacea standardizzata, la tessera sanitaria (TS) e il collegamento telematico in rete dei medici prescrittori del Sistema Sanitario Nazionale.
Il medico invece della ricetta cartacea si servirà dei cosiddetti numeri delle ricette elettroniche (NRE) generati dal sistema centrale (gestito da Sogei) che verranno assegnati alle ASL.
Ecco come funziona la ricetta elettronica:
1 – per la prescrizione il medico dovrà collegarsi a un portale apposito, compilando online la ricetta e usando il numero di ricetta elettronica (NRE);
2 – per aggiungere eventuali esenzioni, il medico associa al NRE il codice fiscale del paziente;
3 – il medico invia la ricetta al sistema;
4 – infine stampa un “promemoria” per il paziente.
Uno dei principali vantaggi della ricetta digitale è sicuramente la sua validità in tutte le farmacie del territorio nazionale. In questo modo, per un paziente sarà possibile ritirare i medicinali di cui ha bisogno in qualsiasi farmacia del Paese, anche al di fuori della propria regione di residenza.
La sperimentazione della ricetta elettronica era partita nel 2014 in Sicilia, Valle d’Aosta, Trentino, Basilicata e Veneto. Nei prossimi mesi, si estenderà anche a visite specialistiche e prescrizioni di esami, e sarà accettata anche da ospedali, ambulatori e cliniche.