Sandbox: cosa sono e a cosa servono

Sandbox: cosa sono e a cosa servono

Che cos’è la sandbox e come funziona?

Nel mondo della cybersecurity, la sandbox -in italiano “recinto di sabbia”, in riferimento a quello usato dai bambini per giocare in un ambiente protetto- è un meccanismo per eseguire applicazioni in uno spazio limitato. Viene spesso usata dagli sviluppatori, per provare nuovi programmi ancora in fase di sviluppo prima del lancio definitivo online, e dai professionisti della sicurezza informatica, per testare file e siti web sospetti. 

In altre parole, si tratta di un ambiente virtuale isolato che consente di eseguire applicazioni non certificate, scaricare file e visualizzare siti web sospetti senza esporre a rischi il sistema su cui questo meccanismo di protezione è in esecuzione.

L’uso di una sandbox offre un ulteriore livello di protezione contro le minacce alla sicurezza informatica, aiutando così a prevenire attacchi di phishing, malware e altri virus. Il sandboxing protegge l’infrastruttura critica di un’azienda dalle minacce informatiche, fornendo uno spazio sicuro in cui testare e identificare eventuali problemi prima che questi possano colpire il sistema vero e proprio.

Come funziona la sandbox? La sandbox crea un ambiente di test virtuale e separato dal sistema operativo principale in cui vengono eseguite le applicazioni. In questo modo, qualsiasi file o programma malevolo eseguito all’interno della sandbox non può causare danni al sistema. In pratica, è uno strumento che permette di schermare o proteggere il proprio sistema operativo da malware o codici dannosi . 

Se un file o un sito web sospetto viene aperto all’interno della sandbox, questo non significa che il computer è infettato: il file o il sito web vengono eseguiti in modo sicuro all’interno di quello che possiamo considerare come una sorta di “recinto” e non possono accedere ai dati del pc o modificarne il funzionamento. Quindi, anche se il file o il sito web dovessero essere infetti da malware, questo non potrebbe diffondersi al computer e causare danni. In altre parole, la sandbox funge da scudo protettivo, consentendo di individuare e bloccare eventuali minacce prima che queste possano colpire il computer. 

La sanbox sicurezza informatica, quindi, è uno strumento estremamente utile per la cyber security sia a livello aziendale che personale perchè offre un livello di protezione in più contro i virus e assicura che eventuali problemi vengano individuati e risolti prima che questi possano causare danni al computer. 

Esempi di utilizzo di una sandbox

Una sandbox è implementata eseguendo il software in un’area ristretta del sistema operativo, controllando le risorse (ad esempio: file descriptors, memoria, lo spazio nel file system, eccetera) che un processo può utilizzare. 

Numerose applicazioni, comunemente utilizzate, sandbox per migliorare la sicurezza e la privacy:

  • Browser web: i browser web come Chrome, Firefox e Safari usano la sandboxing per migliorare la sicurezza degli utenti. Ogni scheda aperta in un browser web è isolata dalle altre e questo impedisce agli attacchi di diffondersi da una scheda all’altra. Inoltre, la sandboxing consente di bloccare i siti web dannosi e limitare l’accesso ai dati sensibili dell’utente;
  • App per dispositivi mobili: le app per dispositivi mobili come Android e iOS usano la sandboxing per isolare le singole app una dall’altra e proteggere i dati sensibili degli utenti. Ad esempio, se un’app di posta elettronica viene aperta in una sandbox, il contenuto delle email non può essere visualizzato da altre app o dal sistema operativo. In questo modo, si impedisce agli hacker di accedere ai dati sensibili dell’utente;
  • Sistemi operativi: anche i sistemi operativi utilizzano la sandboxing per migliorare la sicurezza. Ad esempio, Windows Sandbox consente di eseguire programmi sospetti in un ambiente separato dal sistema operativo. In questo modo, se il programma dovesse essere infettato da malware, questo non potrebbe diffondersi al computer e causare danni. 

Cosa è la privacy sandbox?

La privacy sandbox è un progetto avviato da Google nel 2019 con lo scopo di migliorare la privacy degli utenti di Chrome. La privacy sandbox consente agli sviluppatori di creare nuovi strumenti per migliorare la sicurezza e la privacy degli utenti, limitando l’accesso ai dati sensibili. Ad esempio, permette agli sviluppatori di creare nuovi strumenti per bloccare i tracker pubblicitari che seguono gli utenti su internet. In questo modo, gli utenti possono navigare in incognito e limitare l’accesso ai propri dati sensibili. 

L’iniziativa Privacy Sandbox si concentra su tre aspetti: la sostituzione della funzionalità di cross-site tracking, la rimozione dei cookie di terze parti e l’attenuazione del rischio di fingerprinting dei dispositivi. 

Quali sono i vantaggi della sandbox?

L’uso di una sandbox per testare le modifiche al software prima che vengano rese operative consente agli sviluppatori di evitare problemi di compatibilità e assicurarsi che il software funzioni come previsto perché l’ambiente di test è totalmente separato dall’ambiente di produzione.

Il sandboxing è una tecnica che può essere utilizzata anche per mettere in quarantena le minacce zero-day che sfruttano vulnerabilità non segnalate. In questo modo, gli esperti di cybersicurezza possono studiarli per identificare le vulnerabilità e prevenire attacchi futuri.

Vediamo quali sono i principali vantaggi dell’utilizzo di una sandbox:

  • Mitigazione del rischio cyber: la sandboxing consente di ridurre il rischio cyber limitando l’accesso delle applicazioni ai dati sensibili. In questo modo, se un’applicazione dovesse essere infettata da malware, questo non potrebbe diffondersi al sistema operativo e causare danni;
  • Miglioramento della sicurezza: la sandboxing consente di migliorare la sicurezza delle applicazioni limitando l’accesso alle risorse del sistema operativo. Protegge hardware, sistema operativo e registro di sistema. Inoltre, garantisce una navigazione sicura in Internet tramite protezione da malware;
  • Testabilità: la sandboxing consente di testare le modifiche al software prima che vengano rese operative, evitando problemi di compatibilità. Ciò permette agli sviluppatori di assicurarsi che il software funzioni come previsto.
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