Token vs Criptovalute: differenze e potenzialità

Token vs Criptovalute: differenze e potenzialità

Che cosa sono le criptovalute?

Le parole token e criptovalute sono spesso utilizzate come sinonimi per indicare le monete virtuali, ma in realtà i due termini non sono interscambiabili ed esistono delle differenze.

Che cosa sono le criptovalute? La criptovaluta, detta anche criptomoneta e nota in inglese con il nome di cryptocurrency, è una nuova forma di denaro che utilizza la crittografia per proteggere e verificare le transazioni. Tali transazioni sono registrate in un database decentralizzato e immutabile chiamato blockchain (catena di blocchi) in cui le voci vengono raggruppate in blocchi concatenati in ordine cronologico. Una blockchain è generalmente gestita da una rete peer-to-peer che aderisce collettivamente a un protocollo per la convalida di nuovi blocchi. In genere, ogni blocco contiene un puntatore hash, che lo collega al precedente, una marca temporale e dati sulle transazioni.

Una definizione di criptovaluta è contenuta all’interno della normativa antiriciclaggio (art. 1, comma 2, lett. qq. del D.lgs. n. 231/2007) che la descrive come una “rappresentazione digitale di valore, non emessa né garantita da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi o per finalità di investimento e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente”.

Le criptovalute sono dunque le vere e proprie valute che possono essere suddivise in due categorie:

  1. Criptovalute supportate dalle proprie blockchain, come Ethereum e Bitcoin (BTC);
  2. Criptovalute costruite su blockchain esistenti e note anche come token (ad esempio: Ox e Jibrel Network Token-JNT).

Secondo Lansky, ricercatore dell’Università di Praga, una criptovaluta, per essere definita tale, deve soddisfare sei requisiti:

  1. Il sistema non richiede un’autorità centrale poiché il suo stato è mantenuto attraverso un consenso distribuito;
  2. Il sistema mantiene un controllo delle unità di criptovaluta e della loro proprietà;
  3. Il sistema determina se possono essere create nuove unità di criptovaluta. Se tali unità si possono creare, il sistema definisce la loro origine e come determinare il loro possessore;
  4. La proprietà di una criptovaluta può essere provata solo crittograficamente;
  5. Il sistema consente di eseguire transazioni nelle quali avviene un cambio di proprietà delle unità crittografiche. La conferma della transazione può essere rilasciata solo da un ente che può provare la proprietà delle criptovalute oggetto della transazione;
  6. Se vengono date simultaneamente due diverse istruzioni per il cambio di proprietà delle stesse unità crittografiche, il sistema esegue al massimo una delle due.

I tipi di criptovalute: quante ne circolano in tutto il mondo?

Esistono oltre 5.000 criptovalute e ognuna ha le proprie caratteristiche. Vediamo insieme quali sono le cinque più conosciute:

  1. Bitcoin (BTC o XBT): è nata a gennaio2009 da un informatico (o gruppo di informatici) del quale è noto solo lo pseudonimo: Satoshi Nakamoto. La criptovaluta si basa sul protocollo proof-of-work ed è stata la prima criptomoneta ad essere riconosciuta come forma di pagamento da diversi commercianti e siti Internet;
  2. Ethereum (ETH): è una piattaforma decentralizzata deleb 3.0 rilasciata nel 2015 per la creazione e pubblicazione peer-to-peer di smart contracts creati in un linguaggio di programmazione Turing-completo;
  3. Litecoin (LTC): è una criptovaluta peer-to-peered un progetto di software open source rilasciato con licenza MIT/X11. La Litecoin elabora un blocco ogni 2.5 minuti contro i 10 minuti del Bitcoin. Secondo Wall Street Journal, CNBC e New York Times, Litecoin è un’alternativa, o addirittura un possibile successore, di Bitcoin;
  4. Ripple (XRP): è la criptovaluta nata nel 2012 per offrire alle banche e alle istituzioni finanziarie un sistema di trasferimento di fondi in tempo reale (Real-time gross settlement), consentendo transazioni sicure e istantanee a livello globale;
  5. IOTA: è la criptovaluta nata nel 2015 con l’obiettivo di rendere più rapide le transazioni tra dispositivi connessi tramite l’IOT (Internet of things). Le informazioni sulle transazioni sono organizzate in una struttura detta tangle anziché nella tradizionale blockchain. Tale caratteristica rende IOTA potenzialmente scalabile all’infinito, permettendo un enorme numero di transazioni simultanee senza appesantire la rete.

Che cos’è un token e quali sono le diverse tipologie?

Come abbiamo già detto, i token vengono creati su blockchain esistenti e sono gettoni virtuali il cui valore è stabilito dalla società d’emissione.

In altre parole, i token sono un insieme di informazioni digitali all’interno di una blockchain che conferiscono un diritto di proprietà a un determinato soggetto e hanno un valore preciso solo in un contesto ben definito.

Per semplificare ulteriormente un concetto così astratto e capire cosa sono i token e come funzionano si può utilizzare l’esempio dei bollini del supermercato.

Quando paghiamo la spesa, i bollini che il cassiere ci consegna insieme allo scontrino sono dei token, vale a dire degli oggetti a cui viene attribuito un valore riconosciuto solo all’interno del contesto in cui è possibile usarli. Infatti, i bollini non hanno alcun valore in quanto tali ma possono essere utilizzati come moneta di scambio all’interno del supermercato che li emette e permettono di ricevere in cambio uno o più prodotti scelti dal catalogo.

Altri esempi di token sono le fiches del casinò, i bracciali indossati dagli ospiti di una SPA, i buoni pasto, i gettoni in plastica di una sala giochi o quelli utilizzati nelle location in cui si svolgono eventi, come festival musicali e fiere.

L’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano definisce un token come “un’informazione digitale, registrata su un registro distribuito, univocamente associata a uno e un solo specifico utente del sistema e rappresentativa di una qualche forma di diritto: la proprietà di un asset, l’accesso a un servizio, la ricezione di un pagamento, e così via”.

Esistono differenti tipologie di token:

  • Security: sono utilizzati come mezzo di investimento e generano aspettative di ottenere vantaggi economici;
  • Equity: sono quelli che rappresentano il possesso di un’attività (ad esempio: azioni di una società, un debito, eccetera);
  • Utility: non generano aspettative di ottenere benefici economici e sono utilizzati per fornire alle persone l’accesso ad un prodotto o ad un servizio;
  • Payment: sono un mezzo di pagamento per l’acquisto di beni o servizi.

Token fungibili e non fungibili: che cosa sono?

È possibile dividere le applicazioni dei token su blockchain in due grandi famiglie:

  1. Token fungibili: i beni fungibili, detti anche interscambiabili, sono quelli che possono essere sostituiti con altri della stessa tipologia poiché hanno caratteristiche simili. A questa categoria appartengono i token utilizzabili come criptovalute;
  2. Token non fungibili: i non fungible-token sono oggetti digitali unici e riconoscibili, non sono intercambiabili tra loro e dotati di un codice identificativo. Rappresentano la copia digitale o il certificato di proprietà digitale di oggetti del mondo fisico. I token non fungibili sono utilizzati per la gestione dell’identità digitale e garantiscono la privacy dei dati archiviati.

Differenze tra token e criptovalute ed effetti delle tokenizzazione

  • Le criptovalute funzionano con una propria blockchain indipendente e possono essere minate, ovvero ricavate attraverso l’elaborazione dei dati tramite computer;
  • I token sono creati su blockchain esistenti e non sono minabili. Inoltre, le applicazioni dei token sono molteplici poiché possono rappresentare, ad esempio, il diritto di utilizzo di un servizio o la proprietà di un bene fisico o finanziario;
  • I token sono unità di valore e possono quindi riguardare le criptovalute (Payment Tokens), mentre non è possibile il contrario.

Tokenizzare asset, prodotti e servizi, ovvero sfruttare la possibilità di generare un token nel mondo virtuale e collegarlo a un bene reale mediante uno smart contract (contratto intelligente), si tradurrà nel prossimo futuro in un’economia interamente tokenizzata, dove le transazioni saranno più rapide, sicure e meno costose. Inoltre, non va dimenticato che il processo di tokenizzazione attrae investimenti, crea opportunità di business, genera nuovi posti di lavoro e riduce i rischi grazie a una migliore trasparenza del mercato.

Articolo precedenteQuanto costa registrare un marchio e perché farlo
Articolo successivoGreen pass: cos’è e come scaricare la certificazione verde Covid-19