Quali azioni aiutano la Terra
Tra i temi più discussi nel mondo negli ultimi decenni, un posto di rilievo lo occupa la salvaguardia del pianeta.
Dal dibattito mondiale partito a metà anni Ottanta attorno al “buco nell’ozono” e al riscaldamento globale, fino a giungere ai giorni nostri con i Fridays For Future e il movimento ambientalista guidato da Greta Thunberg, da 40 anni la popolazione mondiale (o, almeno, una sua parte) si interroga su cosa fare per salvare la Terra.
Quali solo le nostre azioni che maggiormente danneggiano il pianeta? Quali sono le abitudini che dovremmo cambiare per invertire una tendenza che sembra inesorabile?
Impronta ecologica e consumo di risorse naturali
L’impatto che il nostro modo di vivere ha sull’ambiente viene sintetizzato efficacemente dall’espressione impronta ecologica, un indicatore usato per valutare il consumo di risorse naturali da parte degli esseri umani, rispetto alla capacità del pianeta di rigenerare tali risorse.
Tra gli elementi presi in considerazione per il calcolo dell’impronta ecologica vi è anche lo sfruttamento delle foreste, ovvero il consumo di alberi, per la produzione di mobili oppure per la produzione di carta e cartone.
Consumo di carta nel mondo
Usare la carta è una delle azioni peggiori che si possano fare in termini di impatto ambientale. Bisogna considerare, infatti, che per produrre una tonnellata di carta occorre abbattere 20 alberi, consumare 6,7 milioni di litri d’acqua ed emettere 1,5 milioni di tonnellate di CO2 nell’aria.
Sebbene si possa pensare che i continui appelli alla salvaguardia del pianeta abbiano avuto ripercussioni positive e abbiano portato a una riduzione dell’uso della carta, purtroppo non è cosi. Infatti, da uno studio condotto da Statista, è emerso che il consumo di carta a livello mondiale sta aumentando e crescerà ogni anno sempre di più, almeno fino al 2032, passando dai 420 milioni di tonnellate nel 2023, ai 427 del 2024 fino ad arrivare progressivamente ai 476 milioni di tonnellate previste nel 2032.
Basta fare qualche moltiplicazione per capire cosa significano questi dati in termini di impatto ambientale. In base alle previsioni, infatti, per soddisfare il consumo di carta che sarà richiesto nel 2032 bisognerà abbattere 9,52 miliardi di alberi, consumare 3,19 milioni di miliardi di litri d’acqua ed emettere nell’ambiente 714mila miliardi di tonnellate di CO2.
Non solo carta, cosa consumiamo quando stampiamo
Ma non è tutto. Questi numeri si riferiscono alla carta prodotta dalle cartiere. A essi bisogna poi aggiungere quelli legati all’uso effettivo della carta. Ad esempio: quando stampiamo un contratto o un qualsiasi altro documento perché deve essere firmato, oltre al consumo di carta dobbiamo aggiungere anche il consumo di toner e cartucce di inchiostro, che una volta esauriti diventano un rifiuto da smaltire.
Le stesse stampanti, poi, sono dei prodotti che comportano il consumo di materie prime per la loro produzione e che, col passare del tempo, sono destinate a diventare rifiuti elettronici.
Bisogna considerare, inoltre, che i documenti che stampiamo su carta devono essere archiviati e, quindi, richiedono l’uso di faldoni, armadietti e spazi fisici, sia che si tratti di documenti personali da conservare nelle proprie abitazioni sia, in misura maggiore, se ci riferiamo ai documenti cartacei che possono essere stampati e conservati nelle aziende.
Infine, quando non ci servono più, e magari ce ne liberiamo anche per fare spazio, i documenti che abbiamo stampato diventano un rifiuto, entrando a far parte di un processo di riciclo che non sempre è efficace al 100%.
La firma elettronica aiuta l’ambiente
Per i problemi connessi alle stampe che facciamo tutte le volte in cui dobbiamo firmare un contratto, un accordo o semplicemente un modulo da consegnare a qualcuno, la firma elettronica è una soluzione.
L’uso della firma elettronica per sottoscrivere documenti contribuisce a rendere i processi aziendali più sostenibili per l’ambiente. I vantaggi della firma elettronica per l’ambiente sono:
- riduzione dell’uso della carta: naturalmente, il minor uso di carta è il primo beneficio diretto che si ottiene nel momento in cui si passa a processi aziendali in cui la gestione e la sottoscrizione dei documenti avviene in modalità digitale. Di conseguenza, oltre a un risparmio economico, questo si traduce in un minor consumo di alberi, acqua, toner o stampanti e in una minore immissione di CO2 nell’ambiente.
- meno spostamenti, meno consumi di energie e meno inquinamento: passare alla firma digitale dei documenti significa anche che i firmatari possono sottoscriverli da remoto, senza doversi spostare presso il luogo in cui fisicamente ci sono i documenti cartacei da firmare. Questo si traduce in una riduzione dei consumi legati a tali spostamenti, con evidenti risparmi economici ed effetti positivi sull’ambiente.
- flussi di lavoro più efficienti: da non sottovalutare è anche un altro vantaggio legato all’uso della firma elettronica al posto della firma olografa: la possibilità di avere processi di firma più efficienti, in cui la firma avviene in tempi più rapidi e secondo un flusso in cui ogni persona chiamata a firmare può farlo in autonomia, quando vuole e in qualunque posto di trovi, semplicemente collegandosi tramite un proprio dispositivo al documento digitale da firmare.
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Da quanto detto è chiaro, quindi, che l’uso della firma elettronica è la scelta migliore da fare, sia per la singola azienda e soprattutto per il nostro pianeta.
Quando parliamo di firma elettronica, le soluzioni a disposizione di aziende, professionisti e singoli cittadini sono varie e i diversi tipi di firma elettronica hanno vantaggi e opportunità differenti in base al contesto in cui la firma deve avvenire.
Tra le aziende fornitrici di firme elettroniche, a livello mondiale c’è Namirial, fornitore di servizi fiduciari qualificati ai sensi del Regolamento Europeo eIDAS.
Per avere maggiori informazioni puoi visitare la pagina di Namirial dedicata alla firma elettronica. In alternativa, se lo proferisci, puoi compilare il modulo sottostante per chiedere una consulenza Namirial.