In diversi Paesi l’accesso ai contenuti per adulti online è vietato ai minori di 18 anni. Tra questi vi è la Francia, paese in cui da luglio 2020 una legge impone ai siti web per adulti di verificare l’età dei propri utenti. Da marzo 2023, invece, è in fase di sperimentazione una soluzione per verificare in modo più efficace l’età degli utenti. Uno schema nuovo di zecca, che non richiede più una semplice dichiarazione, ma la prova della maggiore età.
Mentre l’Assemblea nazionale francese esamina la futura legge che regola lo spazio digitale, emergono numerosi dibattiti sull’anonimato online e sul rispetto della privacy. Uno dei problemi principali è la verifica dell’età per l’accesso ai siti per adulti. Sebbene tutti riconoscano l’importanza di proteggere i giovani da tali contenuti, stanno emergendo preoccupazioni, in particolare per l’impatto di questa pratica sulla privacy e sui dati personali.
Doppio anonimato, cos’è
Mentre le strade da esplorare sono rimaste finora poco chiare, il deputato Paul Midy ha recentemente spiegato all’assemblea francese la tecnica prevista per questa verifica: il principio del doppio anonimato.
La persona che fornisce il certificato di maggiore età non sa a cosa servirà. Al contrario, il sito in cui viene usata l’attestazione di maggiore età non conosce l’identità della persona. Questo è noto come principio del doppio anonimato.
In pratica, l’identità viene verificata da una terza parte fidata, che ha il compito di controllare l’ID dell’utente, anche usando la tecnologia di riconoscimento facciale. Questa prova di maggiore età viene poi trasmessa in forma anonima al sito. Nessun dato personale viene trasferito tra le due parti.
La procedura non è restrittiva per l’utente, che beneficia di una verifica semplice e veloce.
Questa procedura di verifica anonima dell’identità potrebbe essere interessante anche per altri settori, su altri temi legati alla tutela dei minori: la vendita di alcolici su Internet, i siti di scommesse sportive e gioco d’azzardo, gli esercizi in cui i minori non sono ammessi e persino i social network, per l’attuazione della “maggiore età digitale”.