Attacco PEC: la diffusione del malware sLoad

Attacco PEC: la diffusione del malware sLoad

Nonostante nel 2021 AgiD, l’Agenzia per L’Italia Digitale, celebrasse un calo del 90% delle campagne malspam veicolate tramite PEC rispetto all’anno precedente, le minacce non sono affatto scomparse e, anzi, una di queste continua a mietere vittime: è il malware sLoad.

Cos’è un malware? È un software dannoso che, una volta installato sul computer di un utente, può causare diversi problemi come la cancellazione o il blocco dei dati, l’invio di spam o la raccolta di informazioni personali. I danni causati da un malware possono essere irreparabili e, in alcuni casi, possono anche mettere a rischio la sicurezza informatica di un’azienda. Solitamente i malware si diffondono tramite e-mail o siti web infetti.

Cos’è il malware sLoad?

Il malware sLoad è un trojan che si diffonde tramite PEC. Solitamente, si presenta come un file ZIP o PDF allegato a un messaggio di posta elettronica. Se l’utente apre il file, il malware si installa nel computer e inizia a eseguire operazioni dannose, come rubare informazioni personali, bloccare il computer o inviare spam ad altri utenti.

sLoad non è affatto una novità nel panorama della cyber security, tant’è che a gennaio scorso più di 100.000 caselle di posta elettronica certificata sono state infettate in pochissimo tempo. Più di recente, a ottobre 2022, l’AgID segnalava sul proprio sito l’ennesima campagna di malspam per la diffusione di una variante del malware sLoad verso le caselle PEC di aziende e organizzazioni italiane.

PEC e malware

La potenza di sLoad e dei malware diffusi tramite PEC è che la posta certificata viene considerata più sicura delle email tradizionali. Del resto, a differenza della normale posta elettronica, la PEC utilizza un protocollo crittografato che rende difficile l’intercettazione dei messaggi da parte di malintenzionati. Tuttavia, questa falsa certezza porta gli utenti ad abbassare la guardia. A ciò si unisce il fatto che i messaggi infetti sono molto  credibili. Infine, come spiega il team CERT AgID, “gli archivi ZIP sono un tipo di file spesso utilizzati nelle comunicazioni via PEC lecite (anche istituzionali) e pertanto non possono essere bloccate a priori dai Gestori. Al tempo stesso, le possibilità di annidamento degli archivi ZIP sono pressoché illimitate, creando un gioco al rimpiattino tra le misure di difesa implementate ed i trucchi messi in atto dagli attaccanti”

Struttura del messaggio PEC infetto

Come spiegato da AgID, un messaggio PEC infetto assomiglia in tutto e per tutto a una comune mail, con tanto di oggetto e link interni dinamici, cioè capaci di modificarsi in base al destinatario in modo da rendere più credibile il messaggio.

Il corpo della mail può riferirsi ad argomenti diversi. Ad esempio, la campagna malware di ottobre sfruttava il tema dei mancati pagamenti e, quindi, riportava diciture come “Lettera di sollecito pagamento fattura” o “Ritardo nel pagamento fattura”.
Nel testo è sempre presente un allegato ZIP da scaricare o un link da cliccare (nel caso della campagna di ottobre, il link rimandava alla presunta fattura non pagata). Se cliccato, il link avvia il download automatico di un file o di una cartella ZIP contenente file esca con estensioni comuni, come jpeg o pdf, e un file eseguibile di tipo WSF che, se aperto, avvia l’installazione del malware.

Ovviamente l’utente non si accorge dell’installazione né, in un primo momento, delle sue conseguenze.

Come difendersi dal malware sLoad?

Per difendersi da questo malware è importante dotarsi di strumenti di protezione della propria rete informatica, capaci di rilevare e analizzare il traffico, e bloccare sul nascere eventuali minacce.

Tuttavia, trattandosi di un malware che si diffonde tramite PEC, la vera differenza la fa la consapevolezza dell’utente, che deve fare grande attenzione ai messaggi di posta elettronica che riceve. È infatti importantissimo riconoscere i messaggi sospetti, anche quando questi arrivano da mittenti conosciuti, e, soprattutto, non scaricare allegati o cliccare su link di cui non si è certi.

Inoltre, è decisamente utile avere un buon antivirus e aggiornare regolarmente i software utilizzati in modo da limitare le vulnerabilità.

Infine, anche se questo è forse l’elemento primario, è bene scegliere a un gestore PEC affidabile.

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