di Pierluigi Paganini*
La Blockchain è una tecnologia salita alla ribalta grazie alla moneta elettronica Bitcoin. Tuttavia, oltre a trovare applicazione nella moneta virtuale, tale tecnologia si presta anche ad altri molteplici usi.
Blockchain e Bitcoin
Come detto, il Bitcoin è una moneta elettronica, il cui sistema è stato ideato nel 2009 da un personaggio misterioso di cui si conosce solo lo pseudonimo in rete, ovvero Satoshi Nakamoto.
La caratteristica principale del Bitcoin è l’assenza di un’entità centrale che gestisce la moneta e le attività a essa relative (come l’emissione o l’indicazione del suo valore). Lo schema di moneta virtuale Bitcoin usa un database distribuito tra i nodi della rete, che mantengono traccia delle singole transazioni. Le attività di emissione di nuova moneta (attività che prende il nome di mining) e la proprietà di ciascuna moneta sono implementate grazie a procedimenti crittografici.
Senza entrare nel dettaglio tecnico del Bitcoin, vediamo cosa è la blockchain e cerchiamo di comprendere perché è così importante.
Cos’è una blockchain
Concettualmente una blockchain è assimilabile a un archivio distribuito, che mantiene una collezione di record impossibili da cancellare e da modificare, anche da chi li ha creati. Tale archivio, quindi, si presta alla conservazione delle transazioni nello schema di moneta virtuale Bitcoin.
La blockchain è composta da due elementi principali: le transazioni e i blocchi.
Le transazioni sono create dagli attori partecipanti allo schema e rappresentano il contenuto archiviato nella blockchain. Nel caso del Bitcoin, una transazione è creata ogni volta che del denaro è trasferito tra due attori.
I blocchi sono strutture usate per mantenere traccia delle transazioni aggiunte alla blockchain.
La blockchain è quindi una sequenza di blocchi, che vengono marcati temporalmente, che contengono i record delle transazioni effettuate dai partecipanti, da quelle iniziali a quelle più recenti. Ciascun blocco include l’impronta crittografica del blocco precedente (definita hash). In questo modo viene implementato il concetto di catena o chain.
La struttura decentralizzata dello schema di moneta virtuale prevede che ciascun nodo della rete mantenga almeno una copia parziale della blockchain. Questo per evitare di dover referenziare un archivio centralizzato. A ogni transazione, il record relativo viene trasmesso all’intera rete. Ciascun nodo, quindi, può validare la transazione e aggiungerla alla sua copia della blockchain, dando notifica in broadcast a tutti gli altri nodi.
Un meccanismo basato sull’uso di marcature temporali evita che una stessa transazione possa essere inserita più volte nella blockchain. In pratica ciò rende impossibile trasferire due volte uno stesso Bitcoin.
Per fissare meglio i concetti espressi vi suggerisco di guardare il seguente video:
L’uso della blockchain oltre il bitcoin
Il concetto di blockchain introdotto spiegando il sistema Bitcoin si presta ad altri molteplici usi.
Di fatto ci troviamo dinanzi a una sorta di libro mastro, non modificabile nel tempo proprio per la modalità tecnica in cui viene compilato.
La blockchain è infatti usata per certificare transazion economiche, ma la sua tecnologia può essere applicata ogni volta che sia necessario rendere pubblico un accordo tra due parti. Si pensi ad esempio a un contratto oppure a un atto notarile che potrebbe quindi essere reso disponibile nella blockchain, quindi consultabile da tutti e non ripudiabile proprio per l’adozione di meccanismi di crittografia asimmetrica.
La tecnologia blockchain può essere usata per tutelare la proprietà intellettuale di un’opera, tenere traccia di contratti tra persone fisiche e giuridiche o persino per l’elezione di rappresentati politici.
Senza dubbio uno dei principali utilizzi cui si può pensare è quello di validare le transazioni e gli atti tra privati utilizzando la blockchain in luogo della figura del notaio.
Le blockchain potrebbero anche rappresentare la soluzione ideale per implementare regole di business, ovvero gestire i flussi operativi di un processo e validarne la transazione tra Stati, ad esempio in presenza dell’approvazione di più attori.
*Pierluigi Paganini
Membro Gruppo di Lavoro Cyber G7 2017 presso Ministero degli Esteri
Membro Gruppo Threat Landscape Stakeholder Group ENISA
Collaboratore SIPAF presso il Mef