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Guida al contributo IVS: che cos’è e come si calcola

Il contributo IVS è un versamento obbligatorio dovuto da dipendenti e titolari di partita IVA. Grazie a questo contributo, l’INPS è in grado di erogare prestazioni pensionistiche e assistenziali in caso di invalidità, vecchiaia o decesso, assicurando un sostegno economico ai lavoratori e ai loro familiari.
Guida al contributo IVS: che cos'è e come si calcola
Tempo di lettura: 5 minuti

Indice dei contenuti

Cos’è il contributo IVS

Il contributo IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) è un contributo obbligatorio che bisogna versare ogni mese all’Inps per tutti i lavoratori dipendenti privati e per alcune categorie di lavoratori autonomi.

Si tratta di un contributo essenziale per il sistema previdenziale italiano, poiché finanzia un fondo che contribuisce alle spese che l’Inps sostiene per erogare pensioni e altre forme di sostegno economico a favore dei lavoratori, sia dipendenti che autonomi, che non possono più lavorare per inabilità, anzianità o decesso (in quest’ultimo caso le prestazioni sono erogate a favore degli eredi).

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Soggetti obbligati al versamento dei contributi IVS

contributi IVS devono essere versati da:

  • lavoratori dipendenti del settore privato;
  • lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS;
  • artigiani e commercianti;
  • mezzadri, coloni e coltivatori diretti;
  • artisti e lavoratori dello spettacolo.

Contributo IVS: differenze tra lavoratori dipendenti e partite IVA

Nel caso dei lavoratori dipendenti, i contributi IVS sono in parte a carico del lavoratore e in parte a carico del datore di lavoro. Quest’ultimo trattiene direttamente in busta paga i contributi dovuti dai dipendenti e li versa all’INPS, insieme alla quota a suo carico.

Per quanto concerne i titolari di Partita IVA occorre fare alcune distinzioni:

  • artigiani e commercianti: versano i contributi IVS alla specifica Gestione INPS a loro dedicata;
  • lavoratori autonomi: quelli che svolgono una professione con una propria cassa previdenziale (come avvocati, commercialisti, ingegneri, geometri) versano i contributi IVS alla propria specifica cassa. Invece, i lavoratori autonomi senza una propria cassa di previdenza (ad esempio: artisti, consulenti generici, insegnanti privati) devono iscriversi e versare i contributi IVS alla Gestione Separata INPS. Tra gli iscritti alla Gestione Separata INPS vi sono anche i collaboratori coordinati e continuativi. In questo caso i contributi sono per 2/3 a carico del committente e per 1/3 a carico del collaboratore, ma sono versati interamente dal committente.
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Contributo IVS busta paga: dove si trovano e come si calcolano

Per i lavoratori dipendenti, i contributi IVS sono riportati in un’apposita sezione della busta paga destinata alle trattenute previdenziali e assistenziali.

Il calcolo dei contributi IVS varia a seconda del tipo di lavoratore.

Lavoratori dipendenti

  • La base imponibile è rappresentata dalla retribuzione lorda del lavoratore.
  • L’aliquota IVS è generalmente pari al 33%, di cui il 9,19% a carico del dipendente.

Esempio di calcolo: se un dipendente privato ha una retribuzione lorda mensile di 2.000 euro, il calcolo del contributo IVS a suo carico sarà:

2.000 € x 9,19% = 183,80 €

Lavoratori autonomi e Partite IVA

contributi IVS per gli autonomi si calcolano in base al reddito imponibile dichiarato e all’aliquota prevista per la gestione previdenziale di appartenenza.

  • Gestione Artigiani e Commercianti: l’aliquota si aggira intorno al 24%. Per questa categoria di contribuenti sono previsti dei contributi minimi che devono essere versati a prescindere dal reddito conseguito.
  • Gestione Separata INPS: l’aliquota varia da poco più del 26% al 33% a seconda dei soggetti.

Esempio di calcolo per un professionista con partita IVA iscritto alla Gestione Separata e un reddito annuo di 30.000 euro:

30.000 € x 26,07% = 7.821 €

Chi è esonerato dal pagamento dei contributi IVS?

In determinate situazioni, è possibile non versare i contributi IVS. Questo esonero può essere temporaneo, come nel caso di agevolazioni per chi avvia una nuova attività, oppure può riguardare specifiche categorie di lavoratori, come giovani under 36, donne o professionisti che aderiscono a regimi fiscali agevolati.

Ad esempio, un esonero totale dal versamento dei contributi INPS è previsto per i lavoratori dipendenti a tempo pieno che svolgono anche un’attività di impresa artigiana o commerciale. L’esonero viene riconosciuto in alcuni casi anche se si tratta di lavoro part-time. Non è prevista, invece, un’agevolazione analoga per i professionisti che svolgono anche attività di lavoro dipendente.

Lavoratrici madri di tre o più figli: fino al 31 dicembre 2026 resta in vigore l’esonero contributivo totale previsto dalla Legge di Bilancio 2024 solo in caso di contratto a tempo indeterminato (sono esclusi i rapporti di lavoro domestico), valido fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo. Il limite massimo annuo dell’esonero è di 3.000 euro su base mensile. L’agevolazione si applica anche in caso di nascita, adozione o affido del terzo figlio nel biennio 2025-2026.

Un altro caso è invece quello delle lavoratrici madri di due o più figli per cui è previsto un esonero parziale dei contributi fino al compimento del 10° anno del figlio più piccolo, a condizione che il reddito non superi i 40.000 euro annui.

Per i datori di lavoro che assumono giovani con meno di 36 anni, sia per nuove assunzioni a tempo indeterminato che per trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, l’esonero contributivo è riconosciuto nella misura del 100%, per un importo massimo pari a 6 mila euro l’anno e per un periodo massimo di 36 mesi (48 mesi per i datori di lavoro privati che effettuino assunzioni in una sede o unità produttiva ubicata nelle Regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).

Per gli artigiani e commercianti che aprono la partita IVA nel 2025, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una riduzione contributiva del 50% per i primi tre anni di attività.

Un altro esempio di esonero parziale, previsto sempre per gli artigiani e i commercianti, consiste nella possibilità di beneficiare di una riduzione dei contributi nella misura del 35% per i soggetti che rientrano nel regime forfettario.

Infine, sono previste agevolazioni contributive per i datori di lavoro in caso di assunzione di persone con disabilità. L’agevolazione spetta ai datori di lavoro privati che ne facciano richiesta, anche se non soggetti all’obbligo di assunzione di disabili, nelle seguenti misure:

  • nella misura del 70% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per ogni lavoratore disabile, assunto con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, che abbia una riduzione della capacità lavorativa superiore al 79% o minorazioni ascritte dalla prima alla terza categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra. L’agevolazione spetta per un periodo di 36 mesi;
  • nella misura del 35% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per ogni lavoratore disabile, assunto con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, che abbia una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 67% e il 79% o minorazioni ascritte dalla quarta alla sesta categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra. L’agevolazione spetta per un periodo di 36 mesi;
  • nella misura del 70% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per ogni lavoratore con disabilità intellettiva e psichica che comporti una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%. L’agevolazione spetta per un periodo di 60 mesi, in caso di assunzione a tempo indeterminato o di assunzione a tempo determinato di durata non inferiore a dodici mesi e per tutta la durata del contratto.
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IVS contributi: tutte le scadenze

Come si è detto, nel caso di lavoratori dipendenti, il versamento dei contributi IVS viene fatto direttamente dal datore di lavoro, che deve provvedervi entro il giorno 16 del mese successivo a quello di svolgimento della prestazione lavorativaLa stessa scadenza deve essere rispettata dai committenti in caso di contratti di collaborazione coordinata e continuativa.

Artigiani e commercianti devono versare quattro rate di contributi minimi alle seguenti scadenze: 16 maggio20 agosto18 novembre 17 febbraio dell’anno successivo. La quota di contributi dovuta sul reddito che supera il minimale segue le stesse scadenze del saldo e degli acconti dell’IRPEF. In pratica, i versamenti coincidono con le scadenze delle imposte sui redditi.

Gli iscritti alla Gestione Separata INPS non sono tenuti al versamento di contributi minimi. I versamenti relativi ai contributi dovuti sul reddito seguono le scadenze del saldo dell’anno precedente e degli acconti dell’anno in corso, analogamente a quanto previsto per artigiani e commercianti.

Tutti i soggetti (datori di lavoro, imprese, lavoratori autonomi) effettuano i versamenti dei contributi tramite modello F24. I codici tributo da usare sono diversi a seconda della propria gestione previdenziale.

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