Diritto all’oblio: cos’è e come funziona?
In una società digitale iperconnessa e in cui la condivisione di informazioni è sempre più facile e veloce, il diritto all’oblio è un diritto fondamentale per tutelare la propria privacy e preservare la propria reputazione online.
Questa particolare forma di garanzia è regolamentata dal GDPR (General Data Protection Regulation), in vigore da maggio 2014 e operativo da maggio 2018, che ha introdotto disposizioni specifiche per la protezione dei dati personali e il rispetto della privacy.
Il diritto alla cancellazione permette agli individui di chiedere la rimozione dei propri dati personali dai motori di ricerca e da altri siti web, rivolgendosi direttamente al gestore del sito o alla società che detiene i dati.
Come indicato all’articolo 17 del GDPR, si tratta di un diritto alla cancellazione dei propri dati personali in forma rafforzata: il titolare del trattamento che ha “reso pubblici” i dati dell’interessato pubblicandoli su un sito web ha l’obbligo di informare della richiesta di cancellazione anche gli altri titolari che trattano gli stessi dati, compresi “qualsiasi link, copia o riproduzione“.
Il titolare del trattamento dei dati è la persona fisica o giuridica che decide finalità e modalità del trattamento, mentre il responsabile del trattamento è il soggetto che tratta i dati per conto del titolare. L’interessato al trattamento è invece la persona fisica a cui si riferiscono i dati personali oggetto del trattamento.
Quindi, nel caso del diritto all’oblio, l’interessato può chiedere la cancellazione dei propri dati personali al titolare o al responsabile del trattamento.
Per dato personale, secondo l’articolo 4 del GDPR, si intende “qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile (cosiddetto «interessato»). Si considera identificabile la persona fisica che può essere identificata, direttamente o indirettamente, con particolare riferimento a un identificativo come il nome, un numero di identificazione, dati relativi all’ubicazione, un identificativo online o a uno o più elementi caratteristici della sua identità fisica, fisiologica, genetica, psichica, economica, culturale o sociale“.
Facendo un esempio, se decidiamo di cancellare un nostro profilo social, ma poi in seguito ci accorgiamo che la foto del nostro profilo è ancora presente sul web, in base al diritto all’oblio abbiamo il diritto di chiedere al social network la cancellazione della foto dai motori di ricerca.
Quando si può esercitare il diritto all’oblio?
Il Regolamento UE 2016/679 stabilisce che l’interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la cancellazione dei dati personali che lo riguardano e il titolare del trattamento ha l’obbligo di cancellare senza ingiustificato ritardo i dati personali.
Ciò è possibile se ricorrono determinate condizioni previste dall’articolo 17 del GDPR:
- i dati personali non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o altrimenti trattati;
- l’interessato revoca il consenso su cui si basa il trattamento e non sussiste altro fondamento giuridico per il trattamento;
- l’interessato si oppone al trattamento e non sussiste alcun motivo legittimo prevalente per procedere al trattamento;
- i dati personali sono stati trattati illecitamente;
- i dati personali devono essere cancellati per adempiere un obbligo giuridico previsto dal diritto dell’UE o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento;
- i dati personali sono stati raccolti relativamente all’offerta di servizi della società dell’informazione.
Ricapitolando, i dati devono essere cancellati se non sono più necessari ai fini del trattamento per i quali sono stati raccolti, se l’interessato revoca l’autorizzazione, se c’è opposizione dell’interessato al trattamento dei dati, se sono stati trattati illegalmente e, infine, nei casi in cui un tribunale ne ordina la cancellazione.
Il titolare del trattamento, se ha reso pubblici dati personali ed è obbligato a cancellarli, tenendo conto della tecnologia disponibile e dei costi di attuazione, deve adottare misure ragionevoli, anche tecniche, per informare i titolari del trattamento che stanno trattando i dati personali della richiesta dell’interessato di rimuovere qualsiasi link, copia o riproduzione dei suoi dati personali.
Quali sono le eccezioni al diritto all’oblio?
Non sempre il diritto all’oblio può essere esercitato. Per alcune situazioni specifiche, infatti, ci sono delle eccezioni previste dal GDPR.
Il diritto all’oblio non sussiste qualora il trattamento dei dati sia necessario:
- per l’esercizio del diritto alla libertà di espressione e di informazione;
- per l’adempimento di un obbligo legale che richieda il trattamento previsto dal diritto dell’UE o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento o per l’esecuzione di un compito svolto nel pubblico interesse oppure nell’esercizio di pubblici poteri di cui è investito il titolare del trattamento;
- per motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pubblica;
- a fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica o a fini statistici;
- per l’accertamento, l’esercizio o la difesa di un diritto in sede giudiziaria.