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Firma digitale per i referendum

Svolta per l'Italia grazie a una norma che consente di firmare i quesiti con SPID, CIE e CNS
Persone sedute con diversi dispositivi possono firmare digitalmente per i referendum.
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Firma digitale per i referendum, svolta storica per l’Italia. In questi giorni, infatti, la Corte Costituzionale decide sull’ammissibilità di otto referendum su giustizia, eutanasia e cannabis. Sul piano giuridico questi referendum segnano un cambiamento epocale per il nostro Paese. Per la prima volta, infatti, la raccolta delle firme è avvenuta anche online.

Per sottoscrivere i quesiti è bastato avere SPID o una firma digitale. La raccolta online non sostituisce la tradizionale raccolta cartacea presso i gazebo o gli uffici comunali. Tuttavia, è chiaro che questa innovazione digitale è un punto di non ritorno e che d’ora in poi tutte le raccolte avverranno essenzialmente online.

Nuova linfa per i referendum

La firma digitale cambia il rapporto di cittadini e comitati promotori con i referendum. Per i cittadini poter sottoscrivere un referendum ovunque ci si trovi, da pc o smartphone, significa partecipare in maniera più diretta e semplice alla vita democratica del Paese. Senza la fatica di doversi recare in Comune o mettersi alla ricerca del banchetto più vicino.

Per i comitati promotori la raccolta online sbriciola quello che è sempre stato il primo scoglio da superare: raggiungere le 500mila firme necessarie per depositare il quesito in Cassazione.

Il referendum sulla cannabis, ad esempio, ha superato le 500mila firme in soli 7 giorni, 100mila nelle prime 24 ore. Si è trattato quasi esclusivamente di firme digitali. Delle 612.632 firme finali solo 5.753 erano cartacee, mentre ben 606.879 erano state raccolte online.

L’iter legislativo per la firma digitale al referendum

A innescare la rivoluzione è stato un emendamento approvato alla Camera che introduce la possibilità di firmare tramite SPID, CIE o CNS per i referendum abrogativi, costituzionali e relativi a modifiche nell’assetto di Regioni, Province e Comuni e per i progetti di legge di iniziativa popolare per cui la Costituzione prevede la firma di almeno 50mila elettori.

In precedenza la Legge di stabilità 2021 aveva istituito un fondo di 100mila euro annui per realizzare una piattaforma pubblica per la raccolta e l’autenticazione di firme digitali da parte dei diversamente abili. L’obiettivo è aumentare l’inclusione sociale dei diversamente abili e consentirgli una maggiore partecipazione democratica alla vita del Paese.

L’emendamento approvato a luglio estende a tutti la possibilità di firmare digitalmente i referendum. Tanto che la piattaforma digitale dovrà essere progettata per essere fruibile non solo dalla ristretta platea dei diversamente abili, ma teoricamente dall’intero elettorato italiano.

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