Dal PNRR 15,36 miliardi per la sanità digitale in Italia. La salute è, infatti, la missione numero 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano. Un piano che consentirà all’Italia di accedere ai fondi di Next Generation EU, programma di riforme e investimenti della Commissione Europea per superare le difficoltà della pandemia.
La Missione 6 Salute è divisa in due componenti:
Nella componente 1 la tecnologia digitale dovrà servire a rendere possibile una sanità diffusa sul territorio, sia in termini di strutture che di assistenza sanitaria. Questa componente intende rafforzare le prestazioni sul territorio e l’assistenza domiciliare e a distanza, per alleggerire la pressione sui grandi ospedali.
Nella componente 2, invece, la tecnologia digitale punta ad ammodernare il sistema sanitario nazionale, rinnovando le strutture tecnologiche, accelerando sul Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e migliorando erogazione e monitoraggio dei LEA Livelli Essenziali di Assistenza con sistemi informativi più efficaci.
Grazie alla tecnologia digitale nasce il “Servizio Sanitario Nazionale 2.0”
In entrambe le componenti, quindi, la digitalizzazione della sanità è l’elemento principale che tiene insieme tutte le riforme e i progetti della missione.
Da un lato, infatti, se vogliamo evitare di portare in ospedale le persone fragili anche quando possono essere curate fuori dalle strutture ospedaliere, allora dobbiamo portare la sanità nelle case o comunque avvicinare i servizi sanitari con strutture di prossimità. Ciò è possibile solo con la digitalizzazione della sanità e la telemedicina.
D’altro canto, per arrivare nelle case dei cittadini e sui territori in maniera efficace ed efficiente, la sanità deve rinnovarsi a partire dal livello centrale. Anche in questo caso la leva digitale è la chiave di volta, perché per attuare un servizio sanitario moderno e più vicino al cittadino bisogna rinnovare le attrezzature tecnologiche, spingere su strumenti come il Fascicolo Sanitario Elettronico, investire in ricerca e trasferimento tecnologico, inteso come crescita delle competenze digitali nel servizio sanitario nazionale.
Quali sono i punti critici della sanità italiana
La pandemia ha obbligato l’Italia, così come il resto del mondo, a porre in cima alla propria agenda la salute dei cittadini. L’emergenza sanitaria e l’eccezionale impennata della domanda di assistenza ha confermato l’importanza dei servizi sanitari pubblici, anche da un punto di vista macro-economico.
Nonostante una spesa sul Pil inferiore alla media UE, il sistema sanitario italiano presenta nel complesso risultati adeguati. Tuttavia, la pandemia ha reso ancora più evidenti alcuni aspetti critici strutturali. Aspetti che in prospettiva potrebbero essere ulteriormente aggravati da una domanda di cure crescente a causa di tendenze demografiche, epidemiologiche e sociali in atto.
Basti pensare alla carenza di terapie intensive, tra i fattori che hanno spinto i governi a limitare gli spostamenti dei cittadini, con ricadute dirette e indirette sulle attività economiche.
Le criticità riguardano in particolare:
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disparità territoriali nell’erogazione dei servizi sanitari, in particolare per la prevenzione e l’assistenza territoriale. Di fatto è come se avessimo un diverso servizio sanitario per ogni Regione;
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inadeguata integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e assistenza sul territorio;
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tempi di attesa elevati per l’erogazione di alcune prestazioni;
- scarsa sinergia nella definizione di strategie di risposta ai rischi ambientali, climatici e sanitari.