Artificial Intelligence Act EU: impatti e sfide per un’adozione responsabile dell’IA
Con l’entrata in vigore dell’Artificial Intelligence Act, le aziende che operano nel mercato europeo si confrontano con un nuovo standard normativo destinato a ridefinire l’uso dell’Intelligenza Artificiale.
Approvato nel 2024, il regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale (Regolamento (UE) 2024/1689) è entrato in vigore il 2 febbraio 2025 soltanto per quanto riguarda il divieto di pratiche AI con rischio inaccettabile e l’obbligo di alfabetizzazione del personale. Le altre disposizioni del regolamento, invece, entreranno in vigore gradualmente, fino al mese di agosto 2026, quando tutte le disposizioni contenute nel regolamento saranno obbligatorie e tutte le aziende dovranno rispettarle.
L’AI Act EU mira a garantire un uso dell’Intelligenza Artificiale sicuro, etico e conforme alle normative in tutte le sue fasi.
Le disposizioni contenute nel regolamento si applicano a tutti i settori e ciò richiede alle aziende una revisione profonda dei modelli tecnologici adottati e delle responsabilità aziendali.
Aziende divise tra innovazione e normativa
Oggi le aziende sono divise tra la necessità di integrare l’Intelligenza Artificiale nei propri processi, per restare competitive in mercati sempre più concorrenziali, e quella di rispettare una normativa che non si limita a definire obblighi generici.
L’EU AI Act, infatti, introduce un sistema strutturato che classifica le IA in base al rischio, impone procedure di controllo dettagliate e stabilisce criteri di trasparenza che vanno applicati sin dalla fase di progettazione.
D’altra parte, il mancato rispetto delle regole fissate dall’Artificial Intelligence Act comporta l’applicazione di sanzioni che possono raggiungere cifre molto elevate, fino a 35 milioni di euro o il 7% del fatturato globale annuo nei casi più gravi. A ciò va aggiunto che, per molte aziende, non adeguarsi può tradursi anche in una perdita di fiducia da parte di clienti, investitori e autorità di mercato.
Per accompagnare le organizzazioni nel percorso di adeguamento all’Artificial Intelligence Act, il Codice di condotta per l’IA generica propone indicazioni operative che possono rappresentare un punto di partenza. Tuttavia, le aziende devono costruire una propria strategia interna strutturata, definendo regole, responsabilità e meccanismi di verifica coerenti con le specificità dei propri sistemi IA, al di là delle linee guida offerte da codici esterni.
Artificial Intelligence Act: analizzare i sistemi IA per orientare le scelte
Per affrontare con successo le sfide poste dall’Artificial Intelligence Act, senza rinunciare all’innovazione, le imprese devono costruire percorsi chiari e operativi.
Ogni piano di adeguamento parte da una fase preliminare fondamentale: l’analisi dei sistemi di Intelligenza Artificiale presenti in azienda. È necessario raccogliere informazioni puntuali rispondendo a domande essenziali: “Quali sono i contesti applicativi, le finalità dell’uso, i dati trattati, e quale livello di autonomia decisionale è previsto?”
Questa fase di mappatura consente di collocare ciascun sistema nella corretta categoria di rischio prevista dall’AI Act: inaccettabile, alto, limitato o minimo.
In base a questa classificazione, sarà poi possibile definire il livello di attenzione e controllo richiesto per ciascun sistema, individuando le azioni necessarie per garantirne la conformità.
Artificial Intelligence Act: pianificare azioni e strumenti per la conformità
Una volta completata l’analisi, occorre definire un piano d’azione che stabilisca con chiarezza le priorità di intervento.
Ad esempio, per i sistemi ad alto rischio è previsto l’obbligo di registrazione in un apposito database consultabile dagli utenti, mentre per quelli a rischio limitato è possibile pianificare azioni più graduali.
In parallelo, è fondamentale strutturare meccanismi interni che permettano di monitorare in modo continuo il comportamento dei sistemi IA, assicurando che ogni fase — dalla progettazione all’impiego operativo — rispetti i requisiti di trasparenza, responsabilità e coerenza con gli obiettivi aziendali.
Una governance solida deve infatti essere in grado di rispondere a eventuali criticità, gestire l’evoluzione dei modelli e dimostrare, anche verso l’esterno, l’impegno nella gestione etica della tecnologia.
EU Artificial Intelligence Act: il ruolo della formazione e della consapevolezza aziendale
Adeguarsi all’Artificial Intelligence Act non è solo una questione di obblighi. È anche l’occasione per ridefinire il ruolo dell’IA nei modelli di business, passando da un approccio sperimentale o marginale a una gestione pienamente integrata e consapevole. Questo significa non trattare l’IA come un semplice strumento tecnico, ma come una leva strategica che deve essere governata, monitorata e compresa in ogni sua implicazione, anche etica e sociale.
Il fattore umano è decisivo in questo processo. Per garantire una reale trasformazione, le aziende devono predisporre piani formativi su misura per i diversi ruoli aziendali, includendo:
- formazione normativa per i responsabili compliance e legali;
- competenze tecniche per chi sviluppa o supervisiona l’IA;
- moduli base per il personale non tecnico, centrati su rischi, diritti e obblighi legati all’IA.
Investire in percorsi formativi non significa solo aggiornare il personale sugli aspetti normativi, ma anche sviluppare competenze trasversali come il pensiero analitico, essenziale per interpretare i dati, riconoscere i rischi e adottare decisioni informate.
Oltre l’adeguamento: costruire valore con l’Intelligenza Artificiale
L’adeguamento all’Artificial Intelligence Act non dovrebbe essere vissuto solo come un obbligo normativo, ma come un’opportunità concreta per costruire modelli organizzativi più trasparenti, affidabili e orientati al futuro.
Nel medio periodo, le aziende che avranno investito in sistemi IA pienamente conformi potranno distinguersi anche nei confronti dei consumatori, sempre più attenti ai temi dell’etica e della responsabilità digitale.
Allo stesso tempo, la capacità di anticipare le richieste normative consente di dialogare in modo più fluido con fornitori, clienti, investitori e istituzioni, rafforzando la posizione dell’impresa nei mercati regolati e internazionali.
Integrare l’IA con consapevolezza significa accrescere la resilienza dell’organizzazione e dotarsi di strumenti adatti a competere in uno scenario tecnologico sempre più esigente.