Bonus partite IVA 2025: un aiuto concreto per i lavoratori autonomi
Il 2025 si presenta ricco di novità per le partite IVA, grazie a una serie di incentivi fiscali e alla riduzione dei contributi INPS per specifiche categorie di imprenditori. Queste misure, introdotte con la Legge di Bilancio 2025, mirano a rendere più sostenibile l’avvio e la gestione di un’attività autonoma.
Aiuti partite IVA 2025: tutte le novità
Ecco le principali novità che potranno costituire un valido aiuto per lavoratori autonomi e imprese.
1. Riduzione dei contributi INPS per nuove aperture
Una delle principali novità riguarda gli artigiani e i commercianti che intendono aprire una partita IVA nel 2025. Per chi si iscrive per la prima volta alle Gestioni INPS di queste categorie, è prevista una riduzione contributiva del 50% per i primi tre anni di attività. In termini pratici, questo significa che i contributi fissi obbligatori scenderanno a circa 2.200 euro all’anno, mentre la percentuale sui contributi che eccedono il reddito minimale sarà ridotta al 12%.
Questo beneficio è alternativo rispetto alla riduzione dei contributi nella misura del 35% per coloro che beneficiano del regime forfettario. Inoltre, per poterne usufruire è necessario che la partita IVA venga aperta nel corso del 2025.
L’agevolazione può incentivare molti lavoratori a mettersi in proprio senza dover affrontare un peso contributivo troppo gravoso nei primi anni di attività. Un passo significativo per chi sogna di diventare imprenditore, ma teme i costi iniziali.
2. Partite IVA regime forfettario: nel 2025 sale il limite di reddito per i lavoratori dipendenti
Per le partite IVA in regime forfettario, il 2025 porta un’importante modifica riguardante il limite di reddito per chi svolge anche lavoro dipendente. La soglia per poter accedere o rimanere nel regime forfettario è stata innalzata da 30.000 a 35.000 euro lordi annui per i redditi da lavoro subordinato.
L’innalzamento vale solo per il 2025 e riguarda non solo i lavoratori dipendenti, ma anche i pensionati e coloro che percepiscono redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (co.co.co./co.co.pro., borse di studio ecc.).
Questa novità si aggiunge a un’altra, altrettanto importante, prevista per i forfettari a partire dal 2025: l’abolizione del limite di importo per l’emissione della fattura elettronica semplificata.
3. Aiuto partite IVA: un sostegno concreto per l’avvio dell’attività con la NASpI anticipata
Per i beneficiari della NASpI che hanno in programma di avviare una nuova attività autonoma, è prevista la possibilità di richiedere la NASpI anticipata. Questa opzione consente di ricevere l’indennità in un’unica soluzione e risulta essere particolarmente vantaggiosa poiché fornisce il capitale iniziale necessario per l’avvio dell’attività.
A partire dal 1° gennaio 2025, per accedere alla NASpI i lavoratori che si sono dimessi e sono stati successivamente assunti altrove devono aver maturato almeno 13 settimanecontributive col nuovo impiego. Questa regola mira a evitare dimissioni strategiche finalizzate esclusivamente all’ottenimento del beneficio, garantendo al contempo un supporto concreto a chi vuole davvero avviare un’attività autonoma.
4. Bonus partita IVA: l’ISCRO per gli iscritti alla Gestione Separata INPS
Tra le misure di sostegno per le partite IVA, rimane confermata l’ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa) che offre un supporto economico ai liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS in caso di riduzione significativa del reddito.
5. Novità per le donne titolari di partita IVA con figli: esonero contributivo parziale
Anche le donne titolari di partita IVA che hanno figli possono beneficiare di importanti misure di sostegno nel 2025.
La Legge di Bilancio 2024 aveva introdotto l’esonero totale dei contributi previdenziali per lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato con tre o più figli.
A partire dal 2025 anche le lavoratrici autonome, madri di due o più figli, hanno diritto a un esonero contributivo, seppure parziale.
L’agevolazione si applica fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo, a condizione che il reddito della lavoratrice non superi i 40.000 euro annui.
6. Un sostegno a 360 gradi per le famiglie: bonus nascita, asilo nido e congedo parentale
Oltre alle agevolazioni specifiche per le partite IVA, il 2025 porta con sé importanti misure a sostegno della genitorialità.
Il bonus nascita consiste in un assegno una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato a partire dal 1° gennaio 2025, destinato a famiglie con ISEE non superiore a 40.000 euro.
Il bonus asilo nido viene potenziato, con un aumento dell’importo fino a 3.600 euro per chi ha un ISEE familiare inferiore ai 40.000 euro. Inoltre, viene rimosso il requisito della presenza di un figlio con meno di 10 anni nel nucleo familiare, ampliando ulteriormente la platea di beneficiari.
Un’ulteriore importante novità riguarda il congedo parentale: l’indennità è stata elevata all’80% della retribuzione convenzionale per tre mesi, da usufruire entro il sesto anno di vita del bambino. Tuttavia, l’accesso e l’erogazione di tale indennità dipendono dalla cassa previdenziale di appartenenza.
IRPEF 2025: nuove regole per spese di rappresentanza e detrazioni
Per le partite IVA il 2025 porta anche una serie di novità relative all’IRPEF.
La prima riguarda la deducibilità delle spese di rappresentanza e per omaggi sostenute dai lavoratori autonomi: dal 1° gennaio saranno deducibili solamente se pagate con mezzi tracciabili.
La seconda novità concerne il calcolo dell’IRPEF: le nuove disposizioni, anche se non indirizzate direttamente ai titolari di partita IVA, influenzeranno inevitabilmente anche lavoratori autonomi e imprese.
A partire dal 2025 è previsto un limite alle spese detraibili per coloro che percepiscono redditi superiori a 75.000 euro. Il limite viene determinato sulla base del reddito complessivo e di un quoziente familiare.
Per quanto concerne il primo aspetto, i contribuenti con reddito compreso tra 75.001 e 100.000 euro possono portare in detrazione al massimo 14.000 euro di spese. Mentre per i contribuenti con redditi superiori a 100.000 euro tale limite si abbassa a 8.000 euro.
Il quoziente familiare è fissato tenendo conto del numero dei figli a carico, in modo che la detrazione effettivamente riconosciuta sia maggiore per le famiglie più numerose.