Il PNSD Piano Nazionale Scuola Digitale è un documento di indirizzo che ha tracciato una strategia per innovare la scuola italiana grazie alla tecnologia digitale.
Redatto nel 2015 dal Miur, è un piano pluriennale che ha convogliato verso l’innovazione digitale più fonti di finanziamento:
- 641,5 milioni del PON “Per la Scuola” FESR 2014-2020
- 340 milioni della Legge 107/2015 (La Buona Scuola, di cui ha rappresentato il pilastro fondamentale)
- 113 milioni di altri fondi Miur (23 milioni della Legge 440/97 e 90 milioni del Piano ICT)
In totale, quindi, il PNSD Piano Nazionale Scuola Digitale prevedeva quasi 1,1 miliardi stanziati per realizzare 35 azioni tra il 2015 e il 2020. Il suo obiettivo era quello di attuare una poderosa trasformazione digitale della scuola. Degli interventi previsti dal PNSD non tutto è stato fatto o è stato portato a termine nei tempi previsti.
Anche a causa, ovviamente, della pandemia. Tra Dad e chiusure varie, il Covid ha indubbiamente fatto saltare la tabella di marcia. Tuttavia, ha fatto comprendere ancora di più l’importanza di un sistema scolastico digitalmente attrezzato e avanzato.
L’eredità del PNSD negli interventi previsti dal PNRR per le scuole italiane
In parte, però, i contenuti di questo piano sono stati ripresi da altri programmi e iniziative previsti dal PNRR per la scuola. Tra questi vi è il programma Scuola digitale 2022-2026, che prevede azioni per la digitalizzazione amministrativa delle scuole e il Piano Scuola 4.0, che contiene interventi per trasformare le aule in ambienti didattici innovativi, creare laboratori per le professioni digitali del futuro, cablare gli edifici scolastici e ottenere pertanto la digitalizzazione didattica e amministrativa delle scuole.
Come è strutturato il PNSD
Alla base del PNSD Piano Nazionale Scuola Digitale non c’è soltanto un dispiegamento di tecnologia, ma la costruzione di un nuovo modello di educazione dell’era digitale.
Il piano è organizzato in quattro parti fondamentali:
- strumenti
- competenze e contenuti
- formazione
- accompagnamento
Per ciascuna parte sono previsti degli obiettivi, collegati ad azioni da compiere per migliorare il sistema scolastico italiano.
PNSD – Strumenti
Nel PNSD con il termine strumenti si intendono le condizioni che consentono alle scuole di fruire dei vantaggi connessi alla digitalizzazione. Tra gli strumenti citati vi sono:
⇒ condizioni di accesso: presenza della fibra ottica per consentire alle scuole di usare soluzioni cloud per la didattica, cablaggio delle aule, gestione scolastica digitale, canone di connettività (10 milioni di euro l’anno stanziati per coprire il costo del canone a quelle scuole che hanno scarsità di risorse);
⇒ qualità di spazi e ambienti, tenendo conto che l’educazione digitale non deve porre al centro la tecnologia, ma i nuovi modelli di interazione didattica che la tecnologia consente di realizzare: il PNSD ha previsto ambienti per la didattica digitale integrata (aule “aumentate”, spazi alternativi e laboratori mobili); dei challenge prize per la scuola digitale; politiche attive per il BYOD-Bring Your Own Device (uso dei cellulari e tablet personali degli studenti per svolgere attività didattica in classe); un piano laboratori; edilizia scolastica innovativa;
⇒ identità digitale, non solo per l’accesso ai servizi digitali scolastici, ma per lo sviluppo dell’identità digitale nel Paese: sistema di autenticazione single-sign-on (con l’utilizzo di SPID per l’accesso ai servizi digitali offerti dalle scuole); profilo digitale di studenti e docenti;
⇒ amministrazione digitale, per migliorare la gestione dell’organizzazione scolastica e aumentare i servizi digitali offerti: digitalizzazione e dematerializzazione; registro elettronico; pubblicazione dati della scuola.
PNSD – Competenze e contenuti
La parte del PNSD relativa alle competenze e ai contenuti comprende le azioni il cui obiettivo era quello di aumentare le competenze digitali degli studenti e stimolare uno spirito di imprenditorialità legato al digitale, oltre a incentivare l’utilizzo e la produzione di contenuti didattici digitali.
› Competenze degli studenti: sviluppo di competenze digitali ed educazione ai media; scenari innovativi per lo sviluppo di competenze digitali applicate, con la creazione di format di percorsi didattici e di una banca di piani pedagogici e processi didattici; research unit per costruire progetti per aumentare le competenze digitali; insegnamento del pensiero computazionale nella scuola primaria; aggiornamento del modo in cui si insegna la tecnologia nella scuola secondaria di primo grado, tenendo conto del digitale.
› Digitale, imprenditorialità e lavoro: stimolare lo spirito di imprenditorialità degli studenti e le loro competenze digitali, rendendo più appetibili le professioni STEAM. Le azioni previste in tal senso hanno quindi riguardato: creazione di percorsi di studi per l’imprenditorialità digitale (con tre livelli: di ingresso, competitivi e di accelerazione); aumento delle iscrizioni femminili a percorsi di studio STEAM; un piano per le carriere digitali; l’alternanza scuola-lavoro in imprese digitali.
› Contenuti digitali: incentivare l’utilizzo di contenuti digitali, che non siano soltanto libri di testo e ricorrendo anche a contenuti aperti. Le azioni previste in tal senso hanno riguardato: linee guida per l’uso di piattaforme online di didattica digitale, per l’utilizzo di risorse aperte o per l’autoproduzione di contenuti didattici digitali; biblioteche scolastiche per l’alfabetizzazione all’uso delle risorse informative digitali.
PNSD – Formazione del personale
La parte del PNSD dedicata alla formazione del personale si è posta l’obiettivo di aumentare le competenze digitali del personale scolastico, promuovendo quindi il legame tra innovazione didattica e tecnologie digitali e sviluppando standard efficaci per la formazione all’innovazione.
Le azioni previste per questa finalità hanno, quindi, riguardato:
- formazione in servizio per l’innovazione didattica e organizzativa per docenti, dirigenti e DSGA, grazie a una rete di snodi formativi territoriali;
- alta formazione digitale, presso i migliori centri e università esteri;
- assistenza tecnica per le scuole del primo ciclo, con presìdi di pronto soccorso tecnico formati tra scuole del primo ciclo e scuole secondarie, per rendere le scuole autonome nella soluzione di parte dei problemi;
- rafforzamento della formazione iniziale sull’innovazione didattica.
PNSD – Accompagnare la scuola nella sfida dell’innovazione
La novità più importante contenuta in questa parte del PNSD è stata l’introduzione in ogni scuola della figura dell’animatore digitale. Si tratta di un docente con maggiori competenze tecnologiche, che insieme al dirigente e al direttore amministrativo ha un ruolo fondamentale per la diffusione dell’innovazione all’interno della scuola. L’animatore digitale si occupa, ad esempio, di organizzare attività di formazione interna rivolta agli altri docenti e a tutto il personale scolastico, oltre a individuare soluzioni innovative da diffondere nella scuola.
Tra le altre azioni previste da questa parte del piano vi sono anche:
– accordi territoriali: mentre il PNSD stabilisce obiettivi nazionali, gli accordi territoriali riguardano obiettivi legati a politiche territoriali di digitalizzazione;
– stakeholders club per la scuola digitale: per mettere insieme tutte le esperienze che le scuole e il Ministero hanno con soggetti esterni e renderle aderenti agli obiettivi del PNSD;
– un sito web sulle buone pratiche legate al PNSD;
– formazione di una rete per l’innovazione nella scuola;
– creazione di un Osservatorio per la scuola digitale, in sostituzione dell’Osservatorio Tecnologico istituito nel 2000 dal Miur e che ha condotto rilevazioni periodiche circa il livello di dematerializzazione dei servizi scolastici e di dotazione tecnologica di aule, laboratori e biblioteche;
– un comitato scientifico per monitorare e correggere il piano;
– un piano triennale dell’offerta formativa che tenga conto degli obiettivi del PNSD.
Quali sono state le tappe che hanno preceduto la nascita del PNSD
Il Piano Nazionale Scuola Digitale nasce da una serie di azioni compiute tra il 2008 e il 2014 per l’innovazione digitale delle scuole:
- 2008 – LIM, Lavagna Interattiva Multimediale: circa 81 milioni per 35.114 LIM e circa 12,5 milioni per la formazione di 72.357 docenti.
- 2009 – Cl@ssi 2.0: circa 10,5 milioni per l’acquisto di tecnologie e relativa formazione, coinvolgendo 416 classi in tre anni;
- 2010 – Editoria digitale scolastica: 4,4 milioni per la produzione di contenuti digitali in 20 istituti scolastici.
- 2011 – Scuol@ 2.0: 4,5 milioni per unire l’innovazione della didattica a nuovi modelli di organizzazione di personale e infrastrutture scolastiche in 14 istituti.
- 2012 – Accordi MIUR – Regioni: 33 milioni per ulteriori 1.931 LIM, altre 905 Cl@ssi 2.0 e 23 nuove Scuole 2.0.
- 2012 – CSD – Centri Scolastici Digitali: 45 iniziative per scuole in territori disagiati (isole o zone montane) dotandole di infrastrutture tecnologiche e collegandole a scuole poste in centri urbani.
- 2013-2014 – Wi-Fi e Poli Formativi: 15 milioni per portare il Wi-Fi in 1.554 scuole e 1,6 milioni per trasformare 56 istituzioni scolastiche in poli formativi per l’organizzazione e la gestione di corsi di formazione sul digitale rivolti a 25.056 docenti e tenuti da altri 2.473 docenti/tutor.
Grazie ai fondi europei PON Istruzione 2007-2013, per Campania, Calabria, Sicilia e Puglia sono stati realizzati ulteriori interventi:
› Ambienti digitali nelle scuole: 494 milioni per 14.983 progetti in 3.600 scuole.
› Formazione docenti su nuove tecnologie: 58 milioni per 5.803 progetti in 495 scuole per 143.843 docenti.
› Progetti Didatec: 2,56 milioni per formare 6.500 docenti di 480 scuole, consentendo la produzione di 20 unità didattiche.