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Quando si applica il reverse charge e come funziona

Come funziona il meccanismo che consente di effettuare l'inversione contabile dell'IVA
Quando si applica il reverse charge e come funziona
Tempo di lettura: 3 minuti

Indice dei contenuti

Cos’è il reverse charge

Il reverse charge – o inversione contabile – è un particolare metodo di applicazione dell’imposta sul valore aggiunto, in cui il pagamento dell’IVA viene spostato da chi emette la fattura a chi la riceve. In altre parole, il destinatario della cessione del bene o della prestazione di servizio assolve l’imposta in luogo del cedente o prestatore. 

Il meccanismo d’inversione contabile, disciplinato dal DPR n. 633/1972, è stato introdotto in Italia con l’obiettivo di ridurre l’evasione fiscale dell’IVA. 

Come? I soggetti passivi, per cui esiste un maggior rischio di evasione, non ricevono il pagamento dell’IVA perché l’imposta sul valore aggiunto viene pagata da chi riceve la fattura. L’inversione contabile è quindi una deviazione alla normale contribuzione dell’IVA e prevede che sia il committente del servizio a pagare direttamente l’IVA in luogo del fornitore.

In termini pratici, ecco cosa succede:

  • Il venditore/prestatore emette fattura senza addebitare l’imposta sul valore aggiunto, a differenza di quello che normalmente dovrebbe fare;
  • L’acquirente, integra la fattura ricevuta con l’aliquota di riferimento e, allo stesso tempo, procede con la duplice annotazione dell’operazione fatturata nel registro acquisti (fatture di acquisto) e nel registro vendite (fatture emesse). 

Quando si applica il reverse charge

L’inversione contabile può essere di due tipi:

  • Reverse charge interno: riguarda operazioni effettuate da soggetti passivi IVA residenti in Italia. La fattura deve essere registrata entro il mese in cui è stata ricevuta o diversamente, entro 15 giorni dal ricevimento, con riferimento al relativo mese;
  • Reverse charge estero: riguarda le operazioni con controparti UE o extra-UE. In questo caso, il meccanismo di inversione contabile si può applicare attraverso l’integrazione della fattura o tramite l’autofattura. L’integrazione della fattura deve essere effettuata entro il giorno 15 del mese successivo alla ricezione del documento. L’autofattura, invece, deve essere emessa entro il giorno 15 del terzo mese successivo all’effettuazione dell’operazione.

Come funziona il pagamento IVA e cosa cambia con il reverse charge

Per meglio comprendere il meccanismo dell’inversione contabile, vediamo come funziona il classico pagamento dell’IVA attraverso un esempio pratico:

Poniamo il caso che un odontotecnico acquisti del materiale del valore di 1000 euro da un fornitore che opera sul territorio italiano. Quest’ultimo nella fattura dovrà aggiungere il 22% di IVA, quindi al costo del materiale dovrà sommare 220 euro. I dati riportati nel documento saranno i seguenti: 

  • 1000 euro + 220 euro, per un totale di 1.220 euro, che l’odontotecnico dovrà pagare al suo fornitore. 

Ricevuto il pagamento, il fornitore dovrà versare al fisco i 220 euro, ovvero l’IVA applicata sulla vendita.

Quando si parla di reverse charge, il venditore o prestatore di servizi emette la fattura senza aggiungere l’IVA, lasciando quindi al destinatario della fattura l’obbligo di integrarla e versarla all’Agenzia delle entrate.

Facciamo un esempio di inversione contabile:

Un odontotecnico acquista del materiale per 1000 euro da un fornitore estero. Quest’ultimo nella fattura reverse charge dovrà inserire la dicitura “operazione soggetta al reverse charge ex art. 17 DPR 633/1972”. L’odontotecnico, una volta ricevuto il documento, dovrà integrare la fattura aggiungendo l’IVA del 22%. I dati contenuti nella fattura saranno quindi i seguenti:

  • 1000 euro + 220 euro, per un totale di 1.220 euro. L’odontotecnico dovrà occuparsi direttamente del versamento dell’IVA di 220 euro.

In alternativa all’integrazione della fattura del fornitore, l’acquirente può emettere la cosiddetta “autofattura”, ovvero un documento fiscale che certifica la spesa di un bene o servizio.

Sia il documento ricevuto dal fornitore, debitamente integrato, che l’autofattura devono essere annotati dal committente sul registro delle fatture emesse, o in quello dei corrispettivi, e annotata nel registro degli acquisti ai fini della detrazione.

Reverse charge edilizia: quando si applica l’inversione contabile

Quello edile è uno dei settori interessato dal meccanismo dell’inversione contabile. 

L’applicazione del reverse charge edilizia è prevista nei seguenti casi:

  • Subappalti edili;
  • Servizi immobiliari in cui sono inclusi pulizia, demolizione, manutenzione e ristrutturazione degli edifici.

Altri casi di applicazione del reverse charge

In base all’articolo 17 del D.P.R. 633/1972, il reverse charge è applicabile anche alle seguenti operazioni:

  • Cessioni di oro da investimento e di oro industriale;
  • Cessioni di fabbricati per le quali il cedente ha optato per l’applicazione dell’IVA;
  • Cessioni di telefoni cellulari;
  • Cessioni di console da gioco, tablet PC e laptop, nonché di dispositivi a circuito integrato;
  • Cessioni di dispositivi a circuito integrato effettuate prima della loro installazione in prodotti destinati al consumatore finale;
  • Cessioni di certificati energetici;
  • Cessioni di gas ed energia elettrica a soggetti passivi-rivenditori;
  • Cessioni di rottami e cascami, nonché cessioni dei semilavorati di alcuni metalli, ivi comprese le ceneri di alluminio;
  • Cessioni di pallet recuperati ai cicli di uso successivi al primo.

In caso di mancata applicazione del reverse charge, le sanzioni sono quelle previste dall’articolo 6, comma 9-bis D.Lgs. n. 471/97.

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