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Il DESI nel Digital Decade Policy Programme 2030

L'indice ha un ruolo strategico e monitora la digitalizzazione degli Stati UE, evidenziando punti di forza e debolezze
Il ruolo strategico del DESI all'interno del Digital Decade Policy Programme 2030
Tempo di lettura: 3 minuti

Indice dei contenuti

DESI: il termometro della digitalizzazione europea

Il DESI (Digital Economy and Society Index) è un pilastro fondamentale del Digital Decade Policy Programme 2030, in quanto fornisce gli strumenti necessari per monitorare e valutare i progressi nella trasformazione digitale in Europa.

Attraverso il DESI, la Commissione Europea può identificare le aree in cui è necessario un maggiore supporto e promuovere politiche mirate per migliorare la digitalizzazione delle imprese, l’adozione di tecnologie innovative come l’Intelligenza Artificiale e lo sviluppo di infrastrutture digitali sicure e resilienti.

Il DESI: un indice per misurare il progresso digitale

Il DESI è un indice che esprime lo stato di digitalizzazione dell’economia e della società attraverso una serie di indicatori in grado di evidenziare i progressi compiuti dagli Stati europei in questo ambito. 

Ogni anno, il DESI fornisce una fotografia dettagliata dello stato della digitalizzazione in Europa, evidenziando i progressi e le aree in cui è necessario intervenire. Ad esempio, uno degli aspetti cruciali riguarda la digitalizzazione delle imprese, fondamentale per migliorare la competitività e l’efficienza delle reti produttive nazionali. Uno degli obiettivi del Digital Decade Policy Programme 2030 è infatti quello di far sì che il 90% delle PMI europee raggiunga un livello di digitalizzazione di base entro la fine del decennio.

Grazie al DESI, è possibile identificare quali Paesi sono in ritardo e in quali settori è necessario investire di più per colmare il divario digitale.

Il Digital Decade Policy Programme 2030: una visione per l’Europa digitale

Il programma, lanciato nel 2021, ha l’obiettivo di guidare la digital transformation dell’Europa nei prossimi anni e intende:

  • promuovere l’acquisizione di competenze digitali da parte dei cittadini e dei professionisti;
  • favorire gli investimenti in infrastrutture digitali sicure e sostenibili;
  • supportare le imprese nella loro transizione digitale, promuovendo l’adozione di tecnologie innovative come l’Intelligenza Artificiale e il cloud computing;
  • digitalizzare i servizi pubblici in modo da rendere l’Europa più efficiente e inclusiva.

A partire dal 2023, il DESI è integrato nella relazione sullo stato del decennio digitale usato per monitorare i progressi verso il conseguimento degli obiettivi digitali.  

I dati del DESI 2024: un’Europa digitale a due velocità

Il percorso dell’Europa verso la trasformazione digitale, come delineato nel Rapporto sullo stato del decennio digitale 2024, conferma la centralità del DESI come strumento di monitoraggio e valutazione.

Il rapporto evidenzia come l’Europa stia compiendo progressi significativi nella digitalizzazione, ma sottolinea anche le sfide persistenti, tra cui la necessità di accelerare nell’adozione di tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale, nella connettività di alta qualità, nell’analisi dei dati da parte delle aziende, nello sviluppo delle competenze.

Inoltre è necessario colmare il divario digitale tra i diversi Stati membri. La mappatura dell’avanzamento presentata nel rapporto, infatti, mostra un quadro eterogeneo tra i diversi Paesi europei. 

L’Italia tra luci e ombre nel panorama digitale europeo

Il DESI 2024 offre un quadro articolato della situazione digitale italiana, evidenziando sia progressi significativi che persistenti criticità.

Il nostro Paese si posiziona al di sopra della media europea per quanto riguarda la digitalizzazione delle PMI, con una quota di imprese che usa servizi cloud superiore alla media UE. Anche nel settore dell’e-health (sanità digitale), l’Italia registra un buon posizionamento, con un notevole miglioramento nell’accesso alle cartelle cliniche elettroniche.

Tuttavia, il quadro complessivo è ancora caratterizzato da alcune lacune significative. La disponibilità di servizi pubblici digitali per i cittadini rimane inferiore alla media UE, indicando la necessità di ulteriori sforzi per rendere l’amministrazione pubblica più efficiente e accessibile. Inoltre, le infrastrutture digitali, pur registrando progressi, presentano ancora un gap rispetto ai Paesi leader, in particolare per quanto riguarda la fibra ottica.

Tra le principali debolezze del sistema digitale italiano emergono la limitata integrazione di tecnologie avanzate da parte delle imprese, con un basso impiego di strumenti come l’analisi dei dati e l’Intelligenza Artificiale. Inoltre, la difficoltà delle imprese italiane a scalare i propri business rappresenta un ostacolo allo sviluppo di un ecosistema digitale dinamico e competitivo.

Un’altra criticità riguarda le competenze digitali della popolazione, che si collocano al di sotto della media europea. La carenza di specialisti ICT rappresenta un ulteriore freno allo sviluppo digitale del Paese, creando un divario tra la domanda crescente di competenze digitali da parte delle imprese e l’offerta limitata.

In sintesi, l’Italia ha fatto progressi significativi nel campo della digitalizzazione, ma è ancora necessario intensificare gli sforzi per colmare il gap con i Paesi più avanzati. Per raggiungere gli obiettivi del Digital Decade Policy Programme 2030, è fondamentale investire nella formazione delle competenze digitali, promuovere l’adozione di tecnologie innovative da parte delle imprese, migliorare la qualità dei servizi pubblici digitali e rafforzare le infrastrutture digitali.

Digitalizzazione imprese: l’Italia tra i primi in Europa nella digitalizzazione di base

Per quanto concerne la digitalizzazione di base delle imprese, i dati del DESI 2024 offrono un quadro incoraggiante per l’ItaliaCon una percentuale di PMI che ha raggiunto almeno un livello base di digitalizzazione superiore alla media europea, il nostro Paese si posiziona tra i primi dieci in classifica. Questo risultato evidenzia gli sforzi compiuti dalle imprese italiane nell’adottare strumenti e processi digitali di base, come i servizi cloud e i sistemi gestionali digitali.

Tuttavia, nonostante questi progressi, rimangono lacune nell’integrazione di tecnologie avanzate. Infatti, l’impiego di strumenti come l’analisi dei dati e l’Intelligenza Artificiale è ancora limitato. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo europeo di portare al 90% la quota di PMI digitalizzate entro il 2030, è necessario promuovere l’adozione di tecnologie innovative e supportare maggiormente le imprese nella transizione verso un’innovazione digitale più avanzata.

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