Facilitazione digitale: che cos’è e come funziona
Viviamo in un’era in cui le tecnologie digitali stanno trasformando il nostro modo di pensare, agire e interagire. L’alfabetizzazione digitale è quindi essenziale per una piena inclusione sociale che consenta a tutti i cittadini di accedere alle opportunità offerte dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In più, coltivare e aggiornare costantemente le cosiddette digital skill, ovvero le competenze digitali, significa sfruttare il potenziale della digital transformation e i vantaggi che ne derivano.
Per promuovere l’apprendimento delle competenze digitali e combattere il fenomeno del divario tecnologico, il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio ha deciso di lanciare l’iniziativa Rete Nazionale dei Punti di Facilitazione che si pone l’obiettivo di potenziare le competenze e l’inclusione digitale di almeno 2 milioni di cittadini entro il 2026.
Il progetto, che rientra nella Missione 1 del PNRR e per questa misura mette a disposizione 135 milioni di euro, è destinato a supportare le fasce della popolazione più fragili ed esposte ai rischi del digital divide culturale che ad oggi allontana l’Italia dalla media europea e vede solo il 46% della popolazione in possesso delle competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Il Dipartimento per la trasformazione digitale, con un articolo pubblicato sul sito web lo scorso 8 giugno, precisa che tutte le Regioni hanno firmato i Piani operativi. Il prossimo passo è coinvolgere attraverso bandi regionali, e con il supporto delle in-house, Enti locali, del terzo settore e Comuni, nell’apertura dei Punti di facilitazione su tutto il territorio italiano.
Nel dettaglio, il progetto della Rete Nazionale dei Punti di Facilitazione prevede la realizzazione di 3mila punti di facilitazione digitale sul territorio da parte delle 21 Regioni e Province Autonome.
La sfida da vincere è accrescere le competenze digitali per favorire l’uso autonomo, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie, favorire il pieno godimento dei diritti di cittadinanza digitale attiva e incentivare l’uso dei servizi online, semplificando in questo modo il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione.
Quali saranno i servizi erogati presso i punti di “facilitazione digitale”?
Presso i punti di facilitazione digitale i cittadini verranno formati dai facilitatori digitali e potranno ricevere un aiuto per accedere ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione, come ad esempio l’App IO, la piattaforma pagoPA, l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente e il Fascicolo sanitario elettronico. Avranno inoltre un supporto pratico e dedicato anche su altri servizi, tra cui la dichiarazione dei redditi precompilata, l’abbonamento per il trasporto pubblico locale, i servizi previdenziali o quelli assistenziali.
Chi è un facilitatore digitale? Si tratta di dipendenti pubblici o operatori del terzo settore formati ad hoc con percorsi realizzati a cura del Dipartimento per la trasformazione digitale che dovranno
trasferire le proprie conoscenze ai cittadini e fornire loro assistenza in modo da aiutarli a utilizzare gli strumenti digitali per l’inclusione.
Nella pratica, la figura del facilitatore digitale è un ponte che unisce i cittadini che hanno bisogno di sviluppare competenze digitali di base con un mondo in cui le tecnologie sono in costante evoluzione e hanno un impatto su tutti i settori della società e della vita quotidiana.