PNRR e fondi per l’Identità Digitale, a che punto siamo?

PNRR e fondi per l'Identità Digitale, a che punto siamo?

Il PNRR e la grande sfida della digitalizzazione

La pandemia e le conseguenze economiche e sociali che ne sono derivate hanno messo in evidenza l’importanza della digitalizzazione per la ripresa del Paese. Il PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato pensato proprio per rispondere a questa sfida e rimettere in moto l’economia.

Il pacchetto di investimenti e riforme del programma Next Generation EU, prevede risorse da impiegare nel periodo 2021-2026 per costruire un’Europa più verde, digitale e resiliente, in grado di affrontare eventuali crisi future e garantire una crescita sostenibile e inclusiva.

In totale, le risorse stanziate dall’UE per il PNRR sono 194,4 miliardi, a cui vanno aggiunti 30,6 miliardi finanziati dall’Italia con il Piano Nazionale Complementare. Il Piano si articola in 7 Missioni, vale a dire aree tematiche principali su cui intervenire, individuate in piena coerenza con i 6 pilastri del Next Generation EU.

Le 7 Missioni riguardano:

    • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
    • Rivoluzione verde e transizione ecologica
    • Infrastrutture per una mobilità sostenibile
    • Istruzione e ricerca
    • Inclusione e coesione
    • Salute
    • RePower EU

In questo scenario, la digitalizzazione è uno dei driver fondamentali per la crescita del Paese. I fondi del Piano accelereranno la trasformazione digitale in diversi ambiti, tra cui la Pubblica Amministrazione e l’identità digitale. 

PNRR e PA: la sfida della semplificazione e dell’innovazione digitale

Tra le Missioni indicate dal PNRR, quella dedicata a “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” rappresenta una delle più rilevanti, che punta a creare le basi per una Pubblica Amministrazione più efficiente e all’avanguardia a livello tecnologico.

Nel dettaglio, gli obiettivi che compongono quella che è la prima Missione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono promuovere e sostenere la transizione digitale, sia nel settore privato che nella PA, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in turismo e cultura considerati due settori chiave per l’Italia.

Relativamente alla digitalizzazione del settore della Pubblica Amministrazione il Piano prevede il rafforzamento delle infrastrutture digitali della PA, la facilitazione alla migrazione al cloud, la riforma dei processi di acquisto di servizi ICT e un ampliamento dell’offerta di servizi ai cittadini in modalità digitale.

Nel processo di trasformazione in chiave digitale della PA, l’accessibilità dei servizi pubblici gioca un ruolo cruciale per garantire l’efficienza e la semplificazione dei rapporti tra cittadini e istituzioni. In questo contesto, l’identità digitale assume un ruolo sempre più rilevante e strumenti come SPID e CIE, a cui si aggiungono PagoPa e App IO, diventano elementi essenziali di un ecosistema complesso che consente ai cittadini di accedere a un’ampia gamma di servizi digitali in maniera sicura, semplice e conveniente.

Gli investimenti relativi alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione previsti dal PNRR si possono riassumere in sette punti chiave:

  1. Infrastrutture digitali;
  2. Abilitazione e facilitazione migrazione al Cloud;
  3. Dati e interoperabilità;
  4. Servizi digitali e cittadinanza digitale;
  5. Cybersecurity;
  6. Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali;
  7. Competenze digitali di base.

I prossimi obiettivi del PNRR: l’identità digitale come strumento di semplificazione e inclusione

Il percorso di digitalizzazione delineato dal PNRR prevede un’imponente opera di riforma del settore pubblico, che mira a rendere la pubblica amministrazione più efficiente e moderna, garantendo una maggiore trasparenza e un rapporto più diretto con i cittadini.

Il prossimo passo nella roadmap del Piano prevede che entro la fine del 2025 ben 42,5 milioni di cittadini abbiano un’identità digitale.

Un traguardo che gli esperti ritengono più lontano. Se si guarda ai numeri di SPID e CIE, i due sistemi di autenticazione ai servizi online della PA sono rispettivamente in mano a 36,4 e 39,3 milioni di cittadini. Va però sottolineato che nel corso del 2023 è calato il trend di crescita dei rilasci di SPID. Sono rimasti stabili gli accessi medi con SPID dei singoli utenti. Il Sistema Pubblico d’Identità Digitale è stato usato in media 25 volte l’anno. Mentre la CIE, la carta d’identità elettronica, è stata utilizzata da appena 4 milioni di cittadini.

A ciò si aggiunge anche che a giugno 2024 dovrebbe arrivare la versione pubblica dell’IT wallet, il portafoglio digitale tutto italiano che si affianca al progetto europeo European Digital Identity Wallet e permetterà a ogni cittadino di raccogliere in un unico luogo virtuale tutta la documentazione personale.

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