Digital Onboarding e Gamification: i vantaggi strategici

Digital Onboarding e Gamification: i vantaggi strategici

Gamification cos’è e quali sono i vantaggi nel settore dell’Onboarding digitale? 

L’Onboarding digitale è un processo fondamentale per l’integrazione di nuovi dipendenti in azienda e grazie alla Gamification, ossia l’applicazione della meccanica di gioco in contesti non di gioco, questo processo può essere reso ancora più coinvolgente e divertente, aiutando i nuovi dipendenti ad apprendere in modo rapido e produttivo sia le dinamiche aziendali che i processi organizzativi. 

Che cos’è la Gamification? Il principio alla base della Gamification -traducibile in italiano come “ludicizzazione”-, è quello di utilizzare le dinamiche tipiche del gioco, come ad esempio il ricorso a punti e premi da accumulare, livelli da superare, ricompense da ottenere e classifiche da scalare, in ambiti non prettamente ludici, tra i quali c’è anche il Digital onboarding.

Attraverso la “ludicizzazione”, l’apprendimento diventa un processo più naturale e intuitivo, in grado di catturare l’attenzione dei dipendenti, stimolando la collaborazione e il confronto. 

Secondo l’autrice americana Jane Mcgonigal, che sostiene l’uso della tecnologia mobile e digitale per stimolare atteggiamenti positivi e di collaborazione in un contesto reale, la componente ludica può agevolare la comprensione del mondo attuale, stimolare comportamenti sociali virtuosi e aiutare le persone a rendere più sopportabili esperienze che possono essere percepite come poco gratificanti. 

Nel dettaglio, i giochi sono in grado di offrire ai giocatori quattro tipologie di esperienze positive: 

  1. L’esperienza della ricerca: ovvero la possibilità di risolvere problemi e superare sfide;
  2. L’esperienza della collaborazione: l’importanza del lavoro di squadra per raggiungere un obiettivo condiviso;
  3. L’esperienza dell’apprendimento: la possibilità di imparare nuove abilità e competenze;
  4. L’esperienza della creatività: la capacità di sviluppare nuove idee e soluzioni innovative. 

L’Onboarding Gamification è un potente strumento per aiutare i dipendenti a familiarizzare con il proprio ruolo all’interno dell’azienda e offre una serie di vantaggi che vanno dall’apprendimento rapido ed efficace, alla riduzione del tasso di abbandono, passando per il coinvolgimento e lo stimolo a superare sfide e obiettivi, fino alla collaborazione e al confronto tra dipendenti, con un conseguente aumento della produttività.

Quali sono i principali elementi che caratterizzano le diverse applicazioni della Gamification?

Il processo di Onboarding aziendale condivide con le diverse applicazioni della “ludicizzazione” i seguenti elementi di base:

  • Punti: rappresentano la valuta del gioco e possono essere assegnati ai dipendenti in base alle loro performance;
  • Task: sono i compiti che vengono dati al dipendente e che devono essere completati per guadagnare punti e raggiungere lo step successivo;
  • Livelli: permettono di suddividere i dipendenti in base al loro livello di competenza e offrono una chiara visione del percorso di apprendimento;
  • Badges: sono assegnati in base alle azioni compiute dal dipendente e ai risultati ottenuti e permettono di valorizzare i suoi successi;
  • Classifiche: stimolano la competizione tra i dipendenti e favoriscono l’apprendimento collaborativo;
  • Sfide: consentono di testare le proprie abilità e competenze in modo divertente e coinvolgente;
  • Ricompense: possono essere assegnate ai dipendenti per il raggiungimento di obiettivi prestabiliti;
  • Altruismo e competizione: in alcuni casi bisogna incentivare i dipendenti a lavorare insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune. La componente altruistica e la cooperazione favoriscono il clima aziendale e l’integrazione tra i dipendenti. 

L’Onboarding Gamification può essere applicato in diversi modi a seconda del contesto e delle necessità aziendali. In generale, si tratta di un processo che prevede la creazione di un percorso di apprendimento ludico e interattivo, che coinvolge i nuovi dipendenti in attività diverse, come la risoluzione di quiz e test, la visione di video tutorial, l’utilizzo di simulatori di realtà aumentata e virtuale, eccetera. Inoltre, può essere applicato ai processi di formazione e aggiornamento professionale dei dipendenti, in modo da renderli più coinvolgenti e stimolanti. 

Ecco alcuni esempi di come si può applicare la Gamification all’Onboarding digitale: 

  • Creazione di una mappa del percorso di apprendimento che funga da guida per i nuovi dipendenti;
  • Utilizzo di badge e punti per valorizzare il progresso dei dipendenti;
  • Creazione di classifiche che stimolino la competizione sana tra i dipendenti;
  • Organizzazione di eventi e attività ludiche per favorire il networking e l’integrazione tra i dipendenti;
  • Creazione di video tutorial e simulazioni interattive per rendere più coinvolgente il processo di apprendimento. 

Digital onboarding tra Gamification e SPID: come attivare l’identità digitale con Namirial

 La Gamification è uno strumento potente e flessibile, ma non è l’unico che può essere integrato nelle procedure di Onboarding digitale. Anche SPID, la Carta d’identità digitale, può essere un ottimo alleato per rendere più efficaci, sicure e snelle le procedure di riconoscimento dei clienti.

Namirial, Identity Provider accreditato per il rilascio dell’identità digitale, permette di ottenere le credenziali SPID in modo facile, veloce e in pochissimo tempo.

Namirial ID è un set di credenziali -username, password ed eventuale OTP- generate da Namirial che permettono all’utente di accedere ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni e dei privati che aderiscono al Sistema Pubblico d’Identità Digitale.

Ecco quali sono le caratteristiche e i costi delle soluzioni offerte da Namirial:

  • SPID Personale: è possibile attivare SPID Personale gratuitamente utilizzando CIE/CNS con PIN e lettore smart card o un certificato di firma digitale;
  • SPID Personale con Video Identificazione: è possibile attivare SPID 24 ore su 24, anche sabato e domenica. È sufficiente una connessione a Internet, lo smartphone o una webcam, un documento di riconoscimento e la tessera sanitaria. Il costo del servizio di video-identificazione è di 19,90 € + IVA (solo una volta).

Con Namirial inoltre è possibile attivare anche lo SPID Professionale, una particolare tipologia (Tipo 3) di Sistema Pubblico di Identità Digitale pensato per permettere a professionisti e aziende di accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione e degli Enti privati che aderiscono al circuito.

Lo SPID Professionale, oltre ai dati dello SPID Personale (Tipo 1), racchiude gli attributi aggiuntivi che caratterizzano la professione della persona che lo possiede e ha la durata di uno o due anni dall’attivazione, a seconda del numero di anni che si sceglie di acquistare. Alla scadenza, se l’utente decide di non rinnovarlo, SPID Professionale tornerà ad essere uno SPID Personale di Tipo 1. Il prezzo annuale per lo SPID Professionale Namirial è di 35,00 euro, mentre per due anni il prezzo è di 70,00 € + IVA.

Il servizio può essere acquistato sia da chi è già in possesso di uno SPID Personale Namirial, sia da chi non lo è, oppure ha uno SPID rilasciato da un altro gestore dell’identità digitale: in tutti i casi la procedura di attivazione permette all’utente di attivare il proprio SPID Professionale (Video Identificazione inclusa nel prezzo) o di aggiornare uno SPID Personale attivato in precedenza con Namirial.

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Specifiche tecniche fattura elettronica: cosa cambia da ottobre

Specifiche tecniche fattura elettronica: cosa cambia da ottobre

Fatturazione elettronica: le nuove specifiche tecniche

Al fine di ottimizzare il processo di fatturazione e assicurare una qualità del dato sempre più elevata, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito web la nuova versione delle specifiche tecniche fattura elettronica, arrivate alla versione 1.7.1, utilizzabili a partire dal 1° ottobre 2022.

L’Agenzia delle Entrate chiarisce che le novità apportate alle regole tecniche, le quali introducono nuovi controlli da parte del Sistema di Interscambio e aggiornano il tracciato della fattura, non prevedono impatti indesiderati né sui fornitori né sulle PA, poiché gli aggiornamenti riguardano le specifiche tecniche fattura elettronica privati.

Fattura elettronica specifiche tecniche: quali sono le novità?

L’elenco degli aggiornamenti sulle specifiche tecniche fattura elettronica (versione 1.7.1) sono descritte nel documento Motivi dell’aggiornamento pubblicato lo scorso 2 agosto sul sito web dell’Agenzia delle entrate.

Ecco quali sono le principali novità relative alle regole tecniche fatturazione elettronica:

  • Introdurre nella fattura ordinaria il nuovo tipo documento TD28 per comunicare operazioni di acquisto di beni da San Marino per le quali sono state ricevute fatture cartacee con indicazione dell’IVA;
  • Introdurre nuove codifiche per il blocco “AltriDatiGestionali” per riportare in fattura l’informazione circa l’avvenuta regolarizzazione dell’imposta a debito con versamento tramite modello di versamento F24 e per riportare in fattura il riferimento al corretto periodo di imposta dell’operazione nel caso di operazioni di estrazione beni da deposito IVA;
  • Introdurre un nuovo controllo sulla fattura con codice 00476 per verificare la non ammissibilità di una fattura riportante contemporaneamente nel paese dell’identificativo fiscale del cedente/prestatore e del cessionario/committente un valore diverso da IT;
  • Modificare il criterio di controllo per l’errore 00471 per i tipi documento TD01, TD02, TD03, TD06, TD24, TD25 e TD28 (fattura ordinaria) e TD07 (fattura semplificata);
  • Modificare il criterio di controllo per l’errore 00472 per i tipi documento TD27;
  • Modificare il criterio di controllo per l’errore 00475 per il tipo documento TD28;
  • Aggiornare la descrizione del codice 00473 e modificare il criterio di controllo per il tipo documento TD28;
  • Aggiornare la descrizione dei codici di errore 00401, 00430;
  • Aggiornare la descrizione della natura N7.

Il nuovo tipo di documento TD28

Come abbiamo già detto, le nuove specifiche tecniche fattura elettronica introducono un nuovo tipo di documento, ovvero il TD28 – Acquisti da San Marino con IVA che individua le operazioni relative all’acquisto di beni per le quali sia stata emessa una fattura cartacea con indicazione dell’IVA.

Che cosa cambia? Dal 1° ottobre il cessionario/committente italiano potrà assolvere all’obbligo di comunicazione di queste operazioni verso SdI tramite TD28 e non dovrà invece più utilizzare il TD17 o il TD19. Questi ultimi due codici dovranno essere utilizzati per l’integrazione e la comunicazione delle fatture passive, sia elettroniche che cartacee, senza addebito d’imposta ricevute dai fornitori sammarinesi.  

Le modifiche ai controlli effettuati dal Sistema di Interscambio

Le modifiche relative ai controlli sono tra le novità più importanti delle specifiche tecniche fattura elettronica.

Il nuovo codice errore 00476 individuerà le ipotesi di scarto in caso di fatture riportanti contemporaneamente un valore diverso da IT (Italia) nel paese dell’identificativo fiscale del cedente/prestatore e del cessionario/committente. Cosa significa? Vuol dire che almeno uno dei due campi dovrà essere valorizzato con IT e non saranno ammesse fatture elettroniche riportanti, ad esempio, il valore DE (Germania) nel campo del cedente/prestatore e FR (Francia) nel campo cessionario/committente.

Inoltre, sono state apportate modifiche:

  • Al criterio di controllo per l’errore 00471 per i tipi documento TD01, TD02, TD03, TD06, TD24, TD25 e TD28 (fattura ordinaria) e TD07 (fattura semplificata);
  • Al criterio di controllo per l’errore 00472 per i tipi documento TD 21 e TD27;
  • Al criterio di controllo per l’errore 00475 per il tipo documento TD28.

Nelle nuove specifiche tecniche sono state aggiornate anche le descrizioni del codice 00473, dei codici di errore 00401, 00430 e del codice Natura N7, che a partire dal 1° ottobre riporterà la seguente dicitura: N7 – IVA assolta in altro stato UE (prestazione di servizi di telecomunicazioni, tele-radiodiffusione ed elettronici ex art. 7-octies, comma 1 lett. a, b, art. 74-sexies DPR 633/72). 

Aggiornamento del blocco “AltriDatiGestionali”

Le nuove specifiche tecniche fatturazione elettronica 1.7.1 consentono di inserire il valore “F24” nel campo 2.2.1.16.1 <TipoDato> del blocco 2.2.1.16 <AltriDatiGestionali> per comunicare all’Agenzia delle Entrate l’avvenuta regolarizzazione dell’imposta a debito con versamento tramite modello F24.

Lo Spid Namirial: i vantaggi per il RAO dell’attivazione

Lo Spid Namirial: i vantaggi per il RAO dell’attivazione

Chi è e come diventare RAO Namirial?

Il Sistema Pubblico di Identità Digitale, meglio conosciuto con l’acronimo di SPID, è ormai diventato uno strumento indispensabile per accedere a una serie di servizi offerti sia della Pubblica Amministrazione che dai privati aderenti. 

Per ottenere le credenziali SPID è possibile rivolgersi a un Identity Provider (IdP) -in italiano Gestore di Identità Digitale-, riconosciuti e vigilati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), o a un Namirial RAO, il soggetto che svolge la verifica dell’identità personale dei cittadini che vogliono dotarsi di SPID, Firme Digitali Remote e di tutti gli altri servizi digitali.

Che cosa significa la sigla RAO? L’acronimo di Registration Authority Office si riferisce a un certificatore accreditato, come un Comune, un ente, un libero professionista o un’azienda, autorizzato a rilasciare l’identità digitale. Il funzionario RAO deve effettuare l’identificazione dell’utente che vuole dotarsi di SPID tramite la verifica di un documento di riconoscimento in corso di validità e, oltre ad assicurarsi che i dati forniti siano corretti e completi, il deve anche monitorare il corretto utilizzo dei servizi da parte degli utenti, fornire assistenza in caso di necessità e garantire la massima sicurezza nell’utilizzo dei servizi digitali. Il RAO quindi si assume la responsabilità sia della verifica dell’identità dell’utente che ha richiesto le credenziali SPID, sia della corretta verifica e immissione dei dati sulla piattaforma fornita dall’IdP.

La normativa vigente richiede a chi vuole diventare RAO un percorso di accreditamento che Namirial mette a disposizione gratuitamente: basta accedere al portale ed essere titolare di una Firma Digitale o richiederla durante la fase di attivazione.

In altre parole, per diventare un certificatore accreditato al rilascio SPID è necessario frequentare un corso che ti abilita alla rivendita di tutti i servizi digitali Narmial, destinati sia alle persone fisiche (privati) che alle persone giuridiche (liberi professionisti, aziende, eccetera).

Sia il percorso di accreditamento che il programma di rivendita per i Namirial RAO sono rivolti alle aziende del settore ICT ma anche a quelle che operano in altri mercati. 

Possono aderire professionisti (Commercialisti, Tributaristi, Consulenti del Lavoro) e gli iscritti ad Ordini Professionali. La candidatura è ammessa anche da parte dei rappresentati di Enti pubblici

SPID per privati e SPID per professionisti: i vantaggi dell’attivazione RAO 

Come abbiamo già detto, il Rao Namirial è accreditato alla verifica dell’identità personale dei cittadini che richiedono l’attivazione di SPID, indispensabile per accedere ai portali della Pubblica Amministrazione o svolgere qualsiasi attività lavorativa. 

I servizi digitali Namirial dedicati ai Registration Authority Officer si attivano in pochi minuti e garantiscono ai Namirial RAO una fonte ricorrente di guadagno: per richiederli, infatti, è sufficiente essere maggiorenne, residente in Italia o dotati di permesso di soggiorno. 

Nel dettaglio, SPID per privati è l’identità digitale per i privati che consente l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione, in qualunque momento e da ogni dispositivo. Questa tipologia di SPID è attivabile a tutti i privati e ti permette di rivendere altri servizi digitali collegati e di guadagnare sui volumi di vendita;

SPID per professionisti, invece, è l’identità digitale professionale contenente gli attributi della professione, per gestire i rapporti verso gli Enti Pubblici. Puoi attivarlo a tutti i professionisti, ti consente di guadagnare all’attivazione ad ogni rinnovo ed è valido fino a tre anni;

Ecco quali sono i principali vantaggi riservati ai RAO Namirial:

  • Il portale web unico per gestire i clienti, attivare i servizi digitali e gestirne i rinnovi. Puoi creare gli accessi per i tuoi collaboratori e per usarlo basta un pc collegato ad internet;
  • Il listino Namirial è semplice e include sconti all’aumentare dei volumi di vendita. Il tuo guadagno è su ogni attivazione e hai sempre a disposizione report con le tue performance;
  • Namirial ha realizzato corsi di formazione e guide grazie alle quali sarai subito operativo e autonomo. Inoltre, per ogni tua domanda il nostro servizio di assistenza RAO è sempre attivo.

Oltre a SPID per privati e professionisti, i servizi digitali Namirial per l’identità e la firma digitale includono anche Firma Digitale Remota e Firma Digitale con dispositivo, mentre quelli per la certificazione digitale e la cyber sicurezza, utili sia per le aziende che per i liberi professionisti,  includono PEC (Posta Elettronica Certificata), Marche Temporali, che permettono di abbinare a un documento informatico data e ora verificabili anche senza l’uso di firme digitali, e CyberExpert, il servizio per la scansione delle minacce informatiche in grado di valutare e monitorare le vulnerabilità della rete. La piattaforma digitale dedicata alla sicurezza informatica esegue la scansione delle minacce informatiche per consentire una corretta valutazione del rischio e attivare, di conseguenza, le necessarie contromisure.

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Quali sono i dati sensibili e come vanno trattati

Quali sono i dati sensibili e come vanno trattati

Dati sensibili quali sono secondo il GDPR?

Le organizzazioni raccolgono ogni giorno informazioni dai consumatori che possono spaziare dal nome e cognome di una persona fino agli estremi del conto bancario: queste informazioni sono dati sensibili che devono essere sempre protetti attraverso pratiche di sicurezza sufficienti a prevenire violazioni, come il furto d’identità.

Cosa si intende per dati sensibili? In diritto, con questo termine si fa riferimento a un particolare tipo di dati personali riguardanti alcuni attributi di un determinato individuo che sono ritenuti degni di tutela.

Dopo l’entrata in vigore del Regolamento (UE) n. 2016/679, meglio conosciuto con l’acronimo GDPR (General Data Protection Regulation) ci si riferisce a questa categoria di dati con il termine di dati particolari, un sottoinsieme della più ampia classe di dati personali, ovvero  le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, eccetera.

Nel dettaglio, sono considerati dati particolari quelli che rivelano:

  • Origine razziale o etnica;
  • Opinioni politiche;
  • Convinzioni religiose o filosofiche;
  • Appartenenza sindacale;
  • Informazioni relative alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona. 

L’articolo 9 del GDPR dati sensibili include nella nozione anche:

  • Dati genetici: ereditati o acquisiti, ottenuti tramite analisi di DNA ed RNA da un campione biologico della persona fisica in questione;
  • Dati biometrici: come l’immagine facciale, grazie ai quali è possibile identificare una ed una sola persona fisica;
  • Dati sulla salute: sia fisica che mentale, passata, presente o futura, ma anche informazioni su servizi di assistenza sanitaria, laddove presenti, indipendentemente dalla fonte, quale, ad esempio, un medico.

Dati personali e dati sensibili differenza

La principale differenza tra dati personali e dati sensibili riguarda il carattere privato delle informazioni che possono portare alla discriminazione, anche involontaria, dell’interessato.

Dati sensibili esempi: due casi che spiegano quali sono i dati particolari

Per meglio comprendere quali informazioni fanno parte del gruppo dei dati personali e quali, invece, identificano i dati particolari, facciamo due semplici esempi:

  • Mario Rossi fa colazione al bar vicino casa ogni domenica mattina mentre legge il giornale. Questo non è un dato sensibile, ma un dato personale perché riguarda lo stile di vita di Mario;
  • Mario Rossi ogni anno rinnova la tessera del partito che sostiene, partecipa agli incontri con gli esponenti e ai comizi organizzati durante l’anno. La sua adesione al partito rientra nella categoria dei dati particolari poiché si tratta di un’informazione che rivela le convinzioni politiche di Mario.

Un altro esempio di dato particolari? Poniamo il caso che il nostro Mario Rossi sia celiaco e vegano. Anche questi sono due dati particolari: il primo riguarda le condizioni di salute di Mario, mentre il secondo si riferisce alle sue convinzioni filosofiche.

Come devono essere trattati i dati sensibili?

L’articolo 9 del GPDR permette il trattamento dei dati particolari solo se il soggetto interessato ha prestato il proprio consenso esplicito oppure se ha reso manifestamente pubblici i propri dati sensibili. 

Inoltre, i dati particolari possono essere trattati anche in assenza del consenso dell’interessato se ricadono nelle eccezioni indicate all’articolo 9, paragrafo 2:

  • Assolvere gli obblighi ed esercitare i diritti specifici del titolare del trattamento o dell’interessato in materia di diritto del lavoro e della sicurezza sociale e protezione sociale;
  • Tutelare un interesse vitale dell’interessato o di un’altra persona fisica qualora l’interessato si trovi nell’incapacità fisica o giuridica di prestare il proprio consenso;
  • Il trattamento è effettuato, nell’ambito delle sue legittime attività e con adeguate garanzie, da una fondazione, associazione o altro organismo senza scopo di lucro che persegua finalità politiche, filosofiche, religiose o sindacali, a condizione che il trattamento riguardi unicamente i membri, gli ex membri o le persone che hanno regolari contatti con la fondazione, l’associazione o l’organismo a motivo delle sue finalità e che i dati personali non siano comunicati all’esterno senza il consenso dell’interessato;
  • Accertare, esercitare o difendere un diritto in sede giudiziaria o ogniqualvolta le autorità giurisdizionali esercitino le loro funzioni giurisdizionali;
  • Motivi di interesse pubblico e per motivi di sanità pubblica;
  • Finalità di medicina preventiva o di medicina del lavoro, valutazione della capacità lavorativa del dipendente, diagnosi, assistenza o terapia sanitaria o sociale ovvero gestione dei sistemi e servizi sanitari o sociali;
  • Finalità di archiviazione nel pubblico interesse, ricerca scientifica o storica o a fini statistici.

Come mettere al sicuro i tuoi dati? La soluzione è SafeDox Namirial 

Se ti occupi di gestione di documenti sanitari, documentazione legata al personale, atti giudiziari, notarili e qualsiasi altro tipo di documentazione per la quale è necessario di adottare delle misure di sicurezza avanzate, SafeDox di Namirial è la soluzione che risponde alle tue esigenze.

SafeDox ti permette di conservare a norma documenti contenenti dati sensibili, attraverso l’utilizzo di una tecnologia che definisce un processo di cifratura delle informazioni con livelli di sicurezza elevati. 

Ecco che cosa rende unico SafeDox di Namirial:

  • Documenti cifrati: i documenti sono cifrati con standard di crittografia a livello avanzato (Advanced Encryption Standard AES-256);
  • Prevenzione e controllo degli accessi non autorizzati: grazie a Multi Factor Authentication, (il sistema semplice di Strong Authentication MyNamirial) l’accesso all’interfaccia di consultazione è protetto da un’autenticazione a due fattori, che garantisce un più elevato standard di sicurezza;
  • Profilazione degli accessi: i documenti memorizzati nei sistemi Namirial potranno essere decifrati (e quindi consultati) solo dall’utente riconosciuto;
  • Privacy e GDPR: la soluzione è conforme al Regolamento UE 2016/679 GDPR;
  • Controllo del flusso dati: tramite una dashboard di controllo sarà possibile verificare lo stato dei pacchetti versati al sistema di conservazione;
  • Integrabilità: Namirial mette a disposizione le API pubbliche per il sistema ecrypto ed LTA, che consentono sia di personalizzare la propria soluzione che di evitare installazioni in locale;
  • Canale sicuro di trasferimento dati: documenti cifrati vengono trasmessi al sistema di Conservazione Namirial LegalSolutionDOC® tramite un apposito canale protetto;
  • Conservazione: i dati saranno successivamente processati per una conservazione a norma in apposita area dedicata ai documenti cifrati;
  • Log e tracciamento delle operazioni: ogni singolo accesso, ricerca e richiesta dei documenti è tracciato tramite log.

Quindi, ricapitolando, ecco quali sono le principali funzionalità di SafeDox:

  • Cifra i documenti e li rende inaccessibili ai non autorizzati;
  • Conserva in totale sicurezza i documenti contenenti dati sensibili;
  • Conserva i metadati in modalità̀ crittografata (data masking);
  • Consente l’accesso tramite autenticazione a due fattori;
  • Permette la consultazione dei documenti solo a chi ha i diritti per visualizzarli.

Reverse charge edilizia: come funziona e quando si applica

Reverse charge edilizia: come funziona e quando si applica

Reverse charge edilizia: che cos’è e a cosa serve?

Il meccanismo di inversione contabile dell’IVA, che in inglese prende il nome di reverse charge, non si applica solo agli acquisti di beni intracomunitari o di servizi extra UE, ma in alcuni casi riguarda anche le operazioni commerciali effettuate tra soggetti passivi IVA residenti in Italia: nel primo caso si parla di reverse charge esterno, mentre nel secondo di reverse charge interno. Nel reverse charge interno rientrano anche le operazioni riconducibili al settore edile e le prestazioni ad esso collegate.

Prima di approfondire il meccanismo del reverse charge edilizia, vediamo che cos’è l’inversione contabile. Si tratta di un particolare metodo di applicazione dell’imposta sul valore aggiunto in cui il pagamento dell’IVA viene spostato da chi emette la fattura a chi la riceve. In pratica, il destinatario di una fornitura di beni o prestazione di servizi (cliente) assolve l’imposta in luogo del cedente o prestatore. Tale procedura, introdotta a livello europeo, ha lo scopo di ridurre il rischio di evasione fiscale dell’imposta sul valore aggiunto.

In che modo? I soggetti passivi per cui sussiste un maggior rischio di evasione non ricevono il pagamento dell’IVA poiché quest’ultima viene pagata da chi riceve la fattura. L’inversione contabile può essere vista come l’analogo fra privati dello split payment.

Uno dei settori interessato dal meccanismo del reverse charge è quello edile, dove la disciplina dell’inversione contabile si divide in due rami:

  • Applicazione nei subappalti edili;
  • Applicazione nel settore dei servizi immobiliari che comprende pulizia, demolizione, manutenzione e ristrutturazione degli edifici.

 Il reverse charge nei subappalti edili 

Il reverse charge edilizia si applica alle imprese che eseguono prestazioni di servizi tramite contratti di appalto e subappalto, con l’obiettivo di contrastare la somministrazione illecita di manodopera. Il riferimento normativo per quanto riguarda l’inversione contabile nel settore edile è l’articolo 17 del DPR n. 633/72.

Per l’applicazione del meccanismo di inversione contabile è necessario che sussistano contemporaneamente tre presupposti:

  • Oggettivo: l’operazione deve avere natura edilizia;
  • Contrattuale: la prestazione deve essere resa al committente in forza di un rapporto giuridico riconducibile allo schema negoziale dell’appalto;
  • Ribaltamento di posizione contrattuale: la prestazione deve essere resa da un committente a sua volta, si è impegnato, nei confronti di un terzo, all’esecuzione della medesima prestazione sulla base di un rapporto giuridico riconducibile allo schema negoziale dell’appalto.

I soggetti interessati dalle suddette disposizioni sono quindi le imprese appaltatrici, le imprese affidatarie e le imprese subappaltatrici. Inoltre, la dicitura di non applicazione dell’IVA riportata in fattura deve essere la seguente: “operazione soggetta al reverse charge ex art. 17, comma 6 del DPR 633/1972”.

Reverse charge edilizia nel settore dei servizi relativi a beni immobili

La Legge 190/2014 (Legge di Stabilità 2015) ha modificato l’articolo 17 del D.P.R. n. 633/1972 ampliando il campo di applicazione del reverse charge edilizia.

In altre parole, a partire dal 2015, l’obbligo di inversione contabile è stato esteso anche ad altri settori legati all’ambito edilizio:

  • Servizi di pulizia;
  • Demolizione;
  • Installazione di impianti;
  • Completamento di edifici.

Per la corretta individuazione di tutte le operazioni che rientrano nella procedura occorre far riferimento ai codici della sezione F (Costruzioni) della tabella ATECO che sono i seguenti:

  •  Codici ATECO per i servizi di pulizia relativi a beni immobili:
    • 43.39 – Pulizia di nuovi edifici dopo la costruzione (trattasi di altri lavori di completamento e rifinitura);
    • 43.99.01 – Pulizia a vapore, sabbiatura e attività simili per pareti esterne di edifici;
    • 81.21.00 – Pulizia generale (non specializzata) di edifici;
    • 81.22.02 – Altre attività di pulizia specializzata di edifici e di impianti e macchinari industriali (escludendo la pulizia di impianti e macchinari);
    • 81.29.10 – Servizi di disinfestazione (con esclusivo riferimento a edifici).
  • Codici ATECO per i servizi di demolizione di beni immobili:
    • 43.11.00 – Demolizione (esclusione della demolizione di altre strutture).
  • Codici ATECO per l’installazione di impianti su beni immobili:
    • 43.21.01 – Installazione di impianti elettrici in edifici o in altre opere di costruzione (inclusa manutenzione e riparazione);
    • 43.21.02 – Installazione di impianti elettronici (inclusa manutenzione e riparazione);
    • 43.22.01 – Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria in edifici o in altre opere di costruzione;
    • 43.22.02 – Installazione di impianti per la distribuzione del gas (inclusa manutenzione e riparazione);
    • 43.22.03 – Installazione di impianti di spegnimento antincendio (inclusi quelli integrati e la manutenzione e riparazione);
    • 43.22.04 – Installazione di impianti di depurazione per piscine (inclusa manutenzione e riparazione);
    • 43.22.05 – Installazione di impianti di irrigazione per giardini (inclusa manutenzione e riparazione);
    • 43.29.01 – Installazione, riparazione e manutenzione di ascensori e scale mobili;
    • 43.29.02 – Lavori di isolamento termico, acustico o antivibrazioni;
    • 43.29.09 – Altri lavori di costruzione e installazione n.c.a. (solo se riferite ad edifici);
  • Codici ATECO per il completamento di edifici:
    • 43.31.00 – Intonacatura e stuccatura;
    • 43.32.01 – Posa in opera di casseforti, forzieri, porte blindate;
    • 43.32.02 – Posa in opera di infissi, arredi, controsoffitti, pareti mobili e simili;
    • 43.33.00 – Rivestimento di pavimenti e di muri;
    • 43.34.00- Tinteggiatura e posa in opera di vetri;
    • 43.39.01 – Attività non specializzate di lavori edili – muratori;
    • 43.39.09 Altri lavori di completamento e finitura di edifici.

Va inoltre ricordato che secondo l’UE per applicare il reverse charge si deve fare riferimento alla nozione di bene immobile. Tuttavia sono da prendere in considerazione solo le operazioni rese su fabbricati civili, ad uso industriale, commerciale, artigianale e su parti di essi.

Quando non si può utilizzare l’inversione contabile nel settore edile?

Non si può utilizzare il reverse charge nel settore edilizia per le seguenti operazioni:

  • Preparazione del cantiere;
  • Trivellazione e perforazione;
  • Realizzazione di coperture;
  • Noleggio a caldo di attrezzature e macchinari.

La fatturazione del reverse charge edilizia e il regime sanzionatorio

Nei casi di applicazione dell’inversione contabile in ambito edilizio, i soggetti coinvolti dovranno rispettare i seguenti adempimenti:

  • Il prestatore emette fattura senza addebitare l’imposta, inserendo la dicitura “inversione contabile” e l’articolo 17, comma 6, DPR n 633/72;
  • Il committente, una volta ricevuta la fattura, deve integrarla con l’aliquota di riferimento, inserire il documento nel registro vendite/corrispettivi e annotarlo anche nel registro acquisti per la detrazione dell’imposta assolta.

In caso di mancata applicazione del reverse charge edilizia, le sanzioni sono quelle previste dall’articolo 6, comma 9-bis D.Lgs. n. 471/97.

Quali sono i fattori principali del Risk Management e chi se ne occupa?

Quali sono i fattori principali del Risk Management e chi se ne occupa?

Gestione rischi cos’è e perché è importante il Risk Management?

Il Risk Management – in italiano “gestione del rischio”- è la disciplina che si occupa della gestione di tutti quei rischi che possono avere un impatto sulle attività di un’azienda e può essere applicato a diversi ambiti: dalla finanza all’asset management, fino alla gestione della sicurezza.

La sua importanza è fondamentale, poiché una gestione efficace del rischio permette di ridurre notevolmente le possibilità che si verifichi un danno e, di conseguenza, anche il suo potenziale impatto. In altre parole, gestire il rischio significa cercare di controllare, per quanto possibile, i risultati futuri agendo in modo proattivo piuttosto che reattivo.

Identificare i rischi a cui l’azienda è esposta è il primo passo verso una gestione efficace del rischio. A tal fine, è necessario effettuare un’analisi approfondita dell’azienda e del suo contesto operativo, in modo da individuare tutti i possibili fattori di rischio. Successivamente, bisogna valutare la probabilità che si verifichino e l’entità dei danni che potrebbero causare. Infine, è necessario elaborare un piano d’azione per gestire il rischio in modo efficace e minimizzarne gli effetti negativi. 

Se un’azienda imposta la gestione del rischio come un processo disciplinato e continuo allo scopo di identificare e risolvere i rischi, può trarre numerosi benefici, tra cui:

  • La riduzione del numero di sinistri e dei costi associati;
  • Il miglioramento della qualità del servizio offerto ai clienti;
  • Una maggiore efficienza delle attività aziendali;
  • Un miglioramento della reputazione aziendale;
  • Una maggiore sicurezza sul lavoro.

Per un’azienda, la valutazione e la gestione dei rischi sono il modo migliore per prepararsi alle eventualità che possono ostacolare il progresso e la crescita. Quando un’azienda valuta il proprio piano di gestione delle minacce potenziali e sviluppa le strutture per affrontarle, aumenta le probabilità di diventare resiliente di fronte a eventi avversi e di continuare ad operare anche in condizioni difficili.

Quali sono i principali fattori di Risk Management? 

I fattori di risk management possono essere suddivisi in due categorie:

  1. Interni: sono i fattori che l’azienda può controllare, come ad esempio la gestione delle risorse umane o la pianificazione strategica;
  2. Esterni: sono i fattori che l’azienda non può controllare, come ad esempio la concorrenza o il mercato.

In entrambi i casi, è importante considerare i rischi in modo da poter elaborare delle strategie efficaci per ridurre al minimo il loro impatto sull’attività dell’azienda.

Come funziona il processo di analisi del rischio?

Per essere efficace, la gestione del rischio deve essere sistematica, strutturata, collaborativa e continuativa. 

Il processo di analisi del rischio si basa su cinque fasi principali:

  1. Identificazione dei rischi: in questa fase, vengono individuati i possibili rischi a cui l’azienda è esposta. A tal fine, vengono considerati tutti i fattori interni ed esterni che potrebbero influenzare negativamente il raggiungimento degli obiettivi aziendali;
  2. Valutazione dei rischi: in questa fase, vengono valutati i rischi identificati in base alla probabilità di verificarsi e all’entità dei danni che potrebbero causare. Grazie a questa valutazione, è possibile classificare i rischi in base alla loro importanza e priorità. La definizione delle priorità garantisce che i rischi che possono avere un impatto significativo sull’azienda vengano affrontati in modo appropriato e con maggiore urgenza;
  3. Sviluppare una risposta adeguata: in questa fase, vengono elaborate le strategie per gestire efficacemente i rischi e minimizzarne gli effetti negativi. Ad esempio, se durante l’identificazione e l’analisi ci si rende conto che l’azienda è a rischio di attacchi di phishing o ransomware perché i suoi dipendenti non sono sufficientemente preparati, si può decidere di sviluppare un programma di formazione per sensibilizzare sul tema e fornire le competenze necessarie per difendersi da questo tipo di minacce;
  4. Mitigazione del rischio: una volta che la risposta è stata elaborata, si passa all’implementazione delle azioni necessarie per mitigare il rischio. Ad esempio, se l’azienda ha scelto di sviluppare un programma di formazione sulla sicurezza informatica, in questa fase verrà effettivamente realizzato e reso disponibile ai dipendenti. È importante notare che il processo di gestione del rischio non si esaurisce con la mitigazione dei singoli rischi. Infatti, una volta che sono state prese le misure per contrastare i rischi identificati, è necessario monitorare costantemente l’ambiente aziendale per verificare se sono emerse nuove minacce;
  5. Monitoraggio e revisione: in questa fase, vengono monitorati i rischi per verificare se le strategie di gestione adottate sono efficaci. In caso contrario, vengono apportate le necessarie modifiche al piano di gestione del rischio. È importante ricordare che i rischi non sono statici, ma cambiano nel tempo in base alle trasformazioni dell’ambiente esterno e interno all’azienda. Pertanto, il processo di gestione del rischio deve essere continuativo e sistematico per garantire che l’azienda possa far fronte alle sfide che incontra nel corso della sua attività.

4 diversi approcci alla gestione del rischio

Come abbiamo già detto, il Risk Management è una disciplina che si occupa della gestione dei rischi aziendali. La sua finalità è quella di ridurre la probabilità e l’impatto degli eventi negativi, garantendo al contempo un maggiore controllo sugli eventi avversi che potrebbero verificarsi.

Esistono quattro diversi approcci alla gestione del rischio:

  1. Risk Avoidance: è impossibile eliminare i rischi, tuttavia un’organizzazione può adottare misure per ridurre i i costi derivanti da tali rischi, elaborando strategie di mitigazione efficaci;
  2. Risk Acceptance: in alcuni casi, l’adozione di una strategia di gestione del rischio può rivelarsi più costosa dell’eventuale perdita derivante dal verificarsi del rischio stesso. In questi casi, è possibile decidere di accettare il rischio e pianificare il futuro tenendo conto del suo possibile impatto. Ad esempio, un’azienda manifatturiera accetta sempre il rischio di produrre prodotti difettosi, ma sviluppa un piano di gestione dei reclami per ridurre al minimo l’impatto che questi potrebbero avere sulla reputazione dell’impresa;
  3. Risk Reduction: sebbene i rischi siano una parte inevitabile di qualsiasi impresa, possono essere ridotti in una certa misura, modificando alcuni aspetti del progetto o riducendone la portata. Ad esempio, se un’azienda identifica un rischio legato alla sicurezza sul lavoro, può decidere di adottare delle procedure che riducano il numero di infortuni sul lavoro;
  4. Risk Sharing: in alcuni casi, è possibile trasferire il rischio a un terzo soggetto, come ad esempio la compagnia assicurativa. Questa soluzione può rivelarsi particolarmente utile nel caso di rischi legati alla salute e alla sicurezza sul lavoro, come ad esempio gli infortuni o le malattie professionali.

Qualsiasi strategia di Risk Management si decida di adottare, è importante considerare i costi e i benefici derivanti dall’adozione di tale strategia, in modo da poter scegliere la soluzione più efficace per l’azienda.

Chi si occupa del Risk Management?

Il Risk Management è un processo che coinvolge tutti i livelli dell’organizzazione e può essere gestito internamente o esternamente. In generale, la gestione del rischio è affidata a un team di esperti che segue il processo di analisi e mitigazione dei rischi in modo sistematico. 

Una delle figure più importanti all’interno di questo team è il Risk manager, che ha il compito di identificare, valutare e monitorare i rischi aziendali. Il Risk manager deve essere in grado di comunicare efficacemente i risultati delle sue analisi al management aziendale, in modo che quest’ultimo possa decidere quali azioni intraprendere per ridurre i rischi e garantire la continuità del business.

Sebbene la gestione del rischio sia un processo complesso, è importante ricordare che la sua finalità è quella di tutelare l’azienda da eventi negativi che potrebbero compromettere la sua attività. Pertanto, è fondamentale dedicare tempo e risorse alla gestione del rischio, in modo da poter affrontare al meglio le sfide che si presentano nel corso della vita dell’impresa.

Tutte le novità su marca temporale e Patent Box 2022

Tutte le novità su marca temporale e Patent Box 2022

Che cos’è il Patent Box 2022?

Il Patent Box 2022 serve a rendere più attrattivo il mercato italiano per gli investimenti nazionali ed internazionali in ambito di Ricerca e Sviluppo in relazione a software protetti da copyright, brevetti industriali e disegni e modelli giuridicamente tutelati. 

L’obiettivo è quello di favorire la crescita delle aziende italiane che investono nella creazione di nuovi prodotti e servizi, stimolando al tempo stesso l’occupazione e la competitività del Paese. Inoltre, incentiva il rientro in Italia dei beni immateriali che al momento si trovano all’estero nonché il mantenimento di quelli che si trovano già in Italia, evitandone la ricollocazione all’estero.

L’istituto del Patent Box è stato introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento nel 2015 e permette alle imprese di beneficiare di una riduzione dell’imposta sul reddito derivante da diritti industriali e commerciali. La disciplina relativa al Patent Box è stata modificata dalla legge di Bilancio 2022, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 15 febbraio 2022.

Vediamo nel dettaglio cos’è cambiato e come funziona il nuovo Patent Box.

A chi si rivolge il regime Patent Box 2022 e che cosa prevede?

L’agevolazione è rivolta a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione e dal settore produttivo di appartenenza, incluse le stabili organizzazioni in Italia di residenti in Paesi con i quali è in vigore un accordo per evitare la doppia imposizione e con i quali lo scambio di informazioni è effettivo.

Il regime di tassazione prevede la maggiorazione fiscale del 110% dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione a beni immateriali giuridicamente tutelabili.

Il Patent Box 2022 si applica a un numero minore di beni:

  • Software protetto da copyright;
  • Brevetti industriali;
  • Disegni e modelli.

Ad essere esclusi sono:

  • I marchi d’impresa;
  • I processi, le formule e le informazioni relativi a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili. In altre parole, il know-how.

L’Agenzia delle entrate specifica che non posso accedere al regime agevolativo le società che determinano il reddito imponibile su base catastale o in modo forfettario. Ad essere esclusi sono anche i contribuenti in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale prevista dal regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, dal codice di cui al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, o da altre leggi speciali o che hanno in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni.

Quali sono le spese ammesse al Patent Box 2022?

Per determinare la base di calcolo su cui applicare la maggiorazione del 110% bisogna fare riferimento alle seguenti voci di spesa:

  • Personale titolare di rapporto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o altro rapporto diverso dal lavoro subordinato, direttamente impiegato nello svolgimento delle attività rilevanti;
  • Quote di ammortamento, quota capitale dei canoni di locazione finanziaria, canoni di locazione operativa e altre spese relative ai beni mobili strumentali e ai beni immateriali utilizzati nello svolgimento delle attività rilevanti;
  • Servizi di consulenza e servizi equivalenti inerenti esclusivamente alle attività rilevanti;
  • Materiali, forniture e altri prodotti analoghi impiegati nelle attività rilevanti;
  • Costi connessi al mantenimento dei diritti su beni immateriali agevolati, al rinnovo degli stessi a scadenza, alla loro protezione, anche in forma associata, e quelli relativi alle attività di prevenzione della contraffazione e alla gestione dei contenziosi finalizzati a tutelare i diritti medesimi.

Le attività rilevanti devono essere svolte in laboratori, o strutture, situati nel territorio dello Stato italiano, in Stati appartenenti all’Unione europea, ovvero in Stati aderenti allo Spazio economico europeo con i quali l’Italia abbia stipulato un accordo che assicuri un effettivo scambio di informazioni.

Come accedere al nuovo Patent Box?

Coloro che intendono optare per il Patent Box 2022 devono comunicarlo nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta al quale si riferisce. L’opzione ha durata quinquennale ed è irrevocabile e rinnovabile. 

È inoltre possibile il passaggio al nuovo regime per coloro che hanno validamente esercitato o rinnovato l’opzione per il vecchio regime, con riferimento al periodo d’imposta 2020 o precedenti e che si trovano nel quinquennio di decorrenza dell’opzione. Sono esclusi coloro che hanno già sottoscritto un accordo di ruling, vale a dire chi ha esercitato l’opzione per l’autoliquidazione.

Patent Box 2022 e marche temporali: cosa prevede la normativa?

L’Agenzia delle Entrate, con il protocollo n. 48243/2022 del 15 febbraio 2022, ha stabilito che la marca temporale deve essere applicata alla documentazione di coloro che intendono accedere al Patent Box 2022.

La documentazione deve essere firmata dal legale rappresentante del contribuente o da un suo delegato mediante firma elettronica con marca digitale da apporre entro la data di presentazione della dichiarazione dei redditi. 

La totale assenza della documentazione idonea comporta il recupero integrale dell’agevolazione, con conseguente applicazione degli interessi e irrogazione di sanzioni. L’assenza della firma elettronica con marca temporale o la non corrispondenza al vero, in tutto o in parte, delle informazioni fornite nella documentazione esibita, comportano, anche disgiuntamente, il recupero integrale della maggiorazione, con conseguente applicazione degli interessi e irrogazione di sanzioni.

– «La Marca Temporale attribuisce ad un documento digitale una data certa alla creazione del documento, opponibile a terzi in sede legale. Scopri di più»

Come cambia il settore del digital onboarding in corporate banking

Come cambia il settore del digital onboarding in corporate banking

Onboarding digitale nel corporate banking: quali sono le caratteristiche più importanti?

Oggi sono sempre di più le banche che investono in ambito digitale per ampliare la quantità e la qualità dei servizi offerti ai propri clienti: un contesto in cui il digital onboarding in corporate banking, vale a dire il processo che consente di semplificare i rapporti con la clientela, migliorando l’esperienza utente e assicurando una maggiore sicurezza informatica, riveste un ruolo centrale. 

L’onboarding clienti è una parte essenziale della strategia digitale delle banche perché è proprio durante questa fase che molti clienti decidono definitivamente se rimanere con una banca o meno. Non va dimenticato che i complicati meccanismi di verifica dell’identità, la quantità di informazioni richieste e la ripetizione delle stesse domande possono tradursi in frustrazione e spingere gli utenti ad abbandonare il processo e scegliere l’offerta di un concorrente. 

Oggi, i clienti si aspettano che accedere ai servizi bancari sia facile come prendere un Uber o abbonarsi a Netflix. In altre parole, gli utenti che iniziano il processo di onboarding si aspettano che si svolga in modo semplice e rapido. E se ciò accade saranno più propensi a raccomandare il prodotto o il servizio dell’azienda ad amici o familiari.

Velocità, facilità di utilizzo, efficacia in tempo reale e sicurezza devono caratterizzare anche il settore del digital banking imprese: i corporate customers, infatti, sono consumatori che si aspettano di trovare le stesse applicazioni che usano nella loro vita personale, tramite smartphone o computer, anche nella loro giornata lavorativa. Fortunatamente, oggi questo divario si sta riducendo e gli istituti finanziari stanno rimodellando l’esperienza di onboarding digitale per i clienti aziendali.

Ogni parte del processo del digital onboarding in corporate banking dovrebbe concentrarsi sulla Customer experience e prevedere fasi automatizzate che riducano i punti di contatto umani non necessari per accelerare il processo decisionale:

  • Un portale self-service che consenta ai clienti di presentare la domanda online e di caricare la documentazione essenziale;
  • Controlli KYC (Know Your Customer) completi e conformi al quadro normativo che non rallentano i tempi di elaborazione;
  • Strumenti di firma elettronica che eliminano le firme su carta;
  • Nessuna comunicazione inutile con i clienti;
  • Capacità dei computer di leggere, ordinare ed elaborare gli allegati e altri dati aziendali utilizzando tecnologie come l’apprendimento automatico e l’automazione robotica dei processi.

I vantaggi del digital onboarding sono molteplici: permette di ridurre i tempi e i costi della gestione della clientela, assicura una migliore User Experience e contribuisce a prevenire il rischio di frodi informatiche. Le banche che adottano questo tipo di processi digitali sono pertanto in grado di offrire un servizio più efficiente e sicuro ai propri clienti, migliorando la loro esperienza complessiva. 

Digital banking imprese: la rivoluzione fintech secondo ABI Lab?

Secondo il Rapporto ABI Lab 2022, che analizza i principali trend del settore bancario, in un mercato complesso e dinamico come quello attuale, è necessario puntare sulla velocità di cambiamento supportata da infrastrutture scalabili, resilienti e agili.

I pilastri su cui si poggia questa trasformazione sono quattro:

1) Data Driven Bank:

    • Modello di servizio digitale;
    • Data Governance e Data Valorization;
    • Condivisione delle informazioni abilitata dai nuovi paradigmi Open;
    • Omnicanalità & interoperabilità dei dati.

2) Strategia organizzativa:

    • Verso la Learning Organization;
    • Ridisegno dei processi e delle logiche di monitoraggio;
    • Persone, competenze e cultura;
    • Nuove modalità di lavoro;

3) Architetture esponenziali:

    • IT Strategy;
    •  IT Governance;
    • IT Modernization;
    • Cloud Computing;

4) Resilienza: 

    • Evoluzione della minaccia;
    • Evoluzione dei pattern di frode;
    • Resilienza nel contesto digitale: DORA;
    • Consapevolezza degli utenti: i navigati.

In merito al primo dei quattro percorsi di cambiamento, ovvero il Data Driven Bank, dall’analisi di ABI Lab emerge che gli investimenti costantemente profusi sui canali digitali sono stati determinanti nella gestione delle complessità legate al contesto pandemico. Il Digital Onboarding, in particolare, è un esempio chiaro di un modello di servizio digitale che punta abbracciare l’intera Customer journey, affiancandosi e integrandosi alla relazione fisica con la clientela. 

Gli esperti evidenziano che per il 52% delle banche il digital onboarding è nella top 10 delle priorità di investimento. Le banche, in particolare quelle di maggiori dimensioni (con totale attivo maggiore di 20mld€), ritengono prioritario evolvere le infrastrutture tecnologiche e informative (Cloud, modernizzazione dei core banking, Data Governance, eccetera). Parallelamente, puntano molto sulla Data Valorization e sulle soluzioni per il digital onboarding (ad esempio: identificazione da remoto del cliente, sottoscrizione online, eccetera).

Inoltre, secondo l’analisi di ABI Lab team, la strategia dell’innovazione in ambito finanziario interessa differenti aree d’azione: Intelligenza Artificiale, Fintech banca innovation, Blockchain e DLT, IT & Operations, digital transformation, Cybersecurity e Sustainable banking transition.

Digital onboarding in corporate banking e SPID: la soluzione Namirial per l’identità digitale

SPID, acronimo di Sistema Pubblico di Identità Digitale, è un valido strumento di autenticazione e identificazione che può essere integrato nel processo di Digital onboarding per snellire le procedure di riconoscimento dei clienti e renderle più sicure.

Namirial, Identity Provider accreditato per il rilascio dell’identità digitale, permette di ottenere le credenziali SPID in modo facile, veloce e in pochissimo tempo.

Namirial ID è un set di credenziali -username, password ed eventuale OTP- generate da Namirial che permettono all’utente di accedere ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni e dei privati che aderiscono al Sistema Pubblico d’Identità Digitale.

Ecco quali sono le caratteristiche e i costi delle soluzioni offerte da Namirial:

  • SPID Personale: è possibile attivare SPID Personale gratuitamente utilizzando CIE/CNS con PIN e lettore smart card o un certificato di firma digitale;
  • SPID Personale con Video Identificazione: è possibile attivare SPID 24 ore su 24, anche sabato e domenica. È sufficiente una connessione a Internet, lo smartphone o una webcam, un documento di riconoscimento e la tessera sanitaria. Il costo del servizio di video-identificazione è di 19,90 € + IVA (solo una volta).

Con Namirial inoltre è possibile attivare anche lo SPID Professionale, una particolare tipologia (Tipo 3) di Sistema Pubblico di Identità Digitale pensato per permettere a professionisti e aziende di accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione e degli Enti privati che aderiscono al circuito.

Lo SPID Professionale, oltre ai dati dello SPID Personale (Tipo 1), racchiude gli attributi aggiuntivi che caratterizzano la professione della persona che lo possiede e ha la durata di uno o due anni dall’attivazione, a seconda del numero di anni che si sceglie di acquistare. Alla scadenza, se l’utente decide di non rinnovarlo, SPID Professionale tornerà ad essere uno SPID Personale di Tipo 1. Il prezzo annuale per lo SPID Professionale Namirial è di 35,00 euro, mentre per due anni il prezzo è di 70,00 € + IVA.

Il servizio può essere acquistato sia da chi è già in possesso di uno SPID Personale Namirial, sia da chi non lo è, oppure ha uno SPID rilasciato da un altro gestore dell’identità digitale: in tutti i casi la procedura di attivazione permette all’utente di attivare il proprio SPID Professionale (Video Identificazione inclusa nel prezzo) o di aggiornare uno SPID Personale attivato in precedenza con Namirial.

– «Non hai ancora attivato lo SPID Namirial? Scopri come attivarlo velocemente ed in pochi passaggi»

Come ottimizzare i costi per la gestione della tua contabilità di cantiere

Come ottimizzare i costi per la gestione della tua contabilità di cantiere

Quali sono i documenti della contabilità di cantiere e a cosa servono?

In un settore in continua evoluzione come quello edilizio, la contabilità di cantiere è un aspetto fondamentale che l’impiego degli strumenti digitali può semplificare, consentendo un controllo più attento del budget, una efficace gestione delle spese e un migliore impiego delle risorse e del tempo. La digitalizzazione del cantiere e i software per l’edilizia, infatti, ottimizzano i flussi di lavoro e aiutano ad avere sempre una visione d’insieme della situazione contabile, contribuendo così a prevenire eventuali errori. 

I vantaggi della contabilità di cantiere digitale sono diversi: dalla possibilità di monitorare in tempo reale l’andamento dei lavori all’analisi dei costi che permette di tenere sotto controllo eventuali anomalie, come voci di spessa che possono superare il budget previsto. 

La Direzione dei lavori ha la responsabilità di accertare e registrare le prestazioni contabili delle imprese esecutrici, verificando la regolarità contabile delle operazioni compiute e curando l’aggiornamento della contabilità di cantiere attraverso la redazione di alcuni documenti, in particolare: 

  • Giornale dei lavori: è il documento che contiene le informazioni, registrate giorno per giorno, sull’ordine, il modo e l’attività con cui progrediscono i lavori, la qualifica e il numero degli operai impiegati all’interno del cantiere, l’attrezzatura utilizzata per l’esecuzione dei lavori, l’elenco delle risorse e tutto ciò che interessa l’andamento tecnico ed economico del progetto. La responsabilità della redazione del Giornale dei lavori è in capo al direttore dei lavori;
  • Libretto delle misure: è uno strumento fondamentale che serve ad accertare la quantità di lavoro eseguite. All’interno di questo registro devono essere riportati i disegni o gli schizzi quotati delle opere realizzate anche non in scala, ma necessari a determinare le quantità delle opere con metodi geometrici;
  • Registro della contabilità: grazie a questo documento è possibile determinare il credito maturato dall’appaltatore nelle varie fasi del progetto. Al suo interno, infatti, confluiscono i dati relativi a ciascuna quantità di lavorazioni eseguite a cui vengono aggiunti i relativi prezzi unitari contrattuali. Nel registro di contabilità l’appaltatore deve indicare delle riserve, se le ritiene opportune, altrimenti queste decadranno;
  • Sommario del registro contabilità: è un documento contabile finalizzato a definire l’importo totale per ogni voce di elenco prezzi e/o lista delle economie, maturato allo Stato Avanzamento Lavori in esame dall’inizio dei lavori. La differenza tra il registro e il sommario si può riassumere nel seguente modo: il primo serve a identificare il debito per ogni singola trascrizione, mentre nel sommario si sommano tutti gli importi da corrispondere per ogni tipologia di lavorazione e per ogni stato di avanzamento;
  • Stato di avanzamento dei lavori: è il documento che attesta l’avvenuta esecuzione di una certa quantità di lavoro e deve essere compilato dal direttore dei lavori ogni volta che l’impresa esegue opere per un importo pari alla rata di acconto stabilita nel contratto, ovvero con cadenza temporale (mensile, bimestrale, eccetera);
  • Certificati di pagamento: è il documento rilasciato dal responsabile in base allo Stato di avanzamento dei lavori e serve a certificare l’avvenuto pagamento a favore dell’impresa;
  • Ultimazione dei lavori: è il certificato che il direttore dei lavori rilascia in due copie dopo aver terminato le opere di appalto. Il documento può anche indicare all’impresa appaltatrice lavori di piccola entità che devono essere eseguiti entro sessanta giorni;
  • Collaudo delle opere: è l’ultima fase della realizzazione nella quale deve essere verificata e certificata la conformità al progetto e le eventuali variazioni intervenute in corso d’opera.

Quali sono i costi da considerare quando si parla di contabilità cantieri?

La contabilità di cantiere è una parte essenziale nella gestione di una commessa e tra i costi da prendere in considerazione ci sono i costi operativi, ovvero costi diretti più costi indiretti operativi, il budget di commessa, vale a dire i costi operativi a cui si sommano i costi legali e finanziari, i costi totali, cioè budget di commessa +costi generali+ somme a disposizione, e infine il prezzo totale della commessa che deriva da i costi totali a cui si aggiungono rischi e margine.

Vediamoli brevemente nel dettaglio:

  • Costi diretti: sono legati alle singole attività (ad esempio: manodopera e materiali);
  • Costi indiretti operativi: sono associati all’intero cantiere e non a una singola lavorazione (ad esempio: installazione e gestione cantiere);
  • Costi legali e finanziari: fanno riferimento agli accordi tra committente e impresa (ad esempio: cauzioni, Irap e anticipo fatture);
  • Costi generali: sono costi fissi non determinati sul singolo cantiere ma sulla commessa e calcolati sulla base di specifici criteri (importo cantiere, strategie d’impresa, eccetera);
  • Somme a disposizione: rappresentano gli imprevisti calcolati come percentuale del costo totale;
  • Rischi: è la percentuale del prezzo utilizzata come riserva finanziaria e utile in caso di imprevisti, eventi non prevedibili o necessità di varianti durante le fasi del progetto;
  • Margine: è l’utile dell’impresa.

Edilizia 4.0 e contabilità di cantiere: la soluzione Contabilità Cantieri di Namirial

La contabilità di cantiere digitale permette di collegare in modo diretto tutti i soggetti coinvolti nel processo: dai fornitori alle imprese edili, fino ai professionisti contabili. Questo collegamento in tempo reale consente un maggiore controllo dei flussi di lavoro e dei costi, contribuendo così a ridurre i tempi di gestione e gli errori.

Namirial sviluppa software gestione cantiere edile e servizi progettati per la costruzione di strutture pubbliche e private, offrendo soluzioni sempre aggiornate, al passo con le normative e sviluppate per facilitare il lavoro degli operatori di settore.

Per la gestione dei rapportini giornalieri, bolle e fatture, movimentazione magazzini e cantieri, analisi dei costi di cantiere sintetiche ed analitiche, lavorazioni e singole risorse, e per tutto quello che riguarda la contabilità industriale di cantiere c’è la soluzione Contabilità Cantieri.

Il software Contabilità Cantieri contiene un archivio di risorse che permette di associare a ciascun materiale tutti i possibili fornitori con i relativi prezzi di acquisto, mentre altri archivi sono adibiti a memorizzare i dati anagrafici dei fornitori, le modalità di pagamento, le qualifiche dei dipendenti dell’impresa, eccetera.

Con Cantieri, l’imprenditore può conoscere le giacenze effettive nei magazzini e nei cantieri. Le movimentazioni del materiale sono gestite tramite la compilazione di bolle, fatture e rapportini giornalieri, e inoltre è possibile indicare: personale, mezzi, noli, materiali (ciascuno con fornitore). Il programma permette di visualizzare nel rapportino il costo giornaliero per tutte le voci e di ottenere un riepilogo del bilancio sia del singolo cantiere che dell’impresa. Inoltre, il software gestisce lo scadenzario dei fornitori ed è in grado di visualizzare le scadenze relative ai pagamenti delle fatture di acquisto e delle risorse (mezzi, noli, ecc…).

Si possono ricavare numerose statistiche e grafici sia riferiti ad ogni singolo cantiere sia all’impresa tra cui la stampa sintetica ed analitica dei costi, il costo di ogni singola risorsa o delle categorie e le ore lavorative del personale. Tutti i risultati ottenuti possono essere stampati ed esportati in formato doc (Word) e pdf (Acrobat).

Le principali funzionalità di Contabilità Cantieri sono:

  • Gestione multiimpresa e multicantiere;
  • Gestione bolle, fatture e rapportini giornalieri;
  • Gestione magazzini, cantiere e giacenze;
  • Stampe analitiche e sintetiche per monitorare il cantiere e l’impresa;
  • Grafico per l’incidenza dei costi delle risorse raggruppate per categorie;
  • Scadenzario dei pagamenti (fornitori e risorse) e riepilogo pagamento IVA;
  • Controlli di qualità;
  • Archivi relativi a modalità di pagamento, lavorazioni, qualifiche, voci di bilancio;
  • Importazioni delle risorse dal software Regolo di Namirial;
  • Vasto archivio di materiali;
  • Cantieri ha inoltre la possibilità di un potente interscambio dati con Regolo.

Contabilità di cantiere esempio stampe

Ecco alcune stampe di esempio legate all’utilizzo di Contabilità Cantieri:

Stampa di esempio Rapportini giornalieri;
Stampa di esempio Bilancio impresa
;
Stampa di esempio Riepilogo costi
;
Stampa di esempio Grafico costi
;
Stampa di esempio Riepilogo iva
;
Stampa di esempio scadenzario fornitori.

 – «Cerchi un software professionale e completo per gestire la contabilità di cantiere? Scopri Contabilità Cantieri di Edilizia Namirial»

Fattura reverse charge: quando è obbligatorio l’autoinvio

Fattura reverse charge: quando è obbligatorio l'autoinvio

Che cos’è il reverse charge?

Il 2022 è un anno di novità in materia di fatturazione elettronica e fattura reverse charge. La Legge di Bilancio 2021 aveva stabilito la data del 01/01/2022 per l’obbligatorietà della trasmissione al Sistema di Interscambio (SdI) dell’autofattura relativa sia al reverse charge interno che al reverse charge esterno, ma il Decreto Fiscale legato alla Legge di Bilancio 2022 ha rinviato tale la data al 01/07/2022.

Che cos’è il reverse charge? Il reverse charge -in italiano “inversione contabile”- è un’imposta sul valore aggiunto (IVA) che viene applicata in alcuni casi specifici. In sostanza, il contribuente che riceve la fattura non paga l’IVA all’emittente, ma la versa direttamente all’erario. Ciò significa che l’inversione contabile è un’imposta indiretta trasferita dal contribuente al fisco che permette di applicare l’IVA in modo che non vi siano possibilità di effettuare meccanismi fraudolenti di applicazione. Il reverse charge è quindi uno strumento di lotta all’evasione fiscale, in quanto consente di tracciare le operazioni commerciali in modo più efficace e semplifica la fatturazione. Questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA è disciplinato dal disciplinato dal DPR n. 633/1972.

Il reverse charge si suddivide in due differenti ambiti di applicazione:

  1. Reverse charge estero: riguarda le operazioni commerciali effettuate tra soggetti passivi IVA residenti in Stati membri dell’Unione Europea. In altre parole, l’inversione contabile esterna trova applicazione per tutte quelle operazioni IVA territorialmente rilevanti in Italia, effettuate da soggetti non residenti in Italia nei confronti di soggetti passivi di imposta italiani;
  2. Reverse charge interno: riguarda le operazioni commerciali effettuate tra soggetti passivi IVA residenti in Italia. 

Fattura in reverse charge: adempimenti e tipologie di documenti

A partire dal 1° luglio 2022, con l’abolizione dell’Esterometro, è entrato in vigore l’obbligo invio SdI 2022. Ciò significa che la trasmissione dei dati della fattura elettronica tramite il Sistema di Interscambio, già obbligatoria in Italia, è necessaria anche per le fatture relative a operazioni transfrontaliere di cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate (e ricevute) nei confronti di soggetti al di fuori del territorio dello Stato.

I termini per l’emissione dei file XML relativi alle operazioni transfrontaliere prevedono quanto segue: 

  • Fatture attive: dovranno essere emesse alla data di effettuazione dell’operazione e trasmesse al SdI ed ai soggetti esteri entro 12 giorni dall’effettuazione dell’operazione oppure entro il giorno 15 del mese successivo a quello a cui si riferiscono le operazioni riportate in fattura, se si tratta di fattura elettronica differita;
  • Fatture passive: per le fatture ricevute da soggetti esteri occorrerà emettere l’integrazione o l’autofattura reverse charge entro il giorno 15 del mese successivo a quello in cui sono stati ricevuti i documenti che provano l’effettuazione dell’operazione.

Per l’emissione delle fatture elettroniche occorrerà utilizzare il codice “Tipo Documento” specifico per ogni operazione: 

  • TD16: Integrazione fattura per reverse charge interno;
  • TD17: Integrazione/autofattura per acquisto servizi dall’estero;
  • TD18: Integrazione per acquisto di beni intracomunitari;
  • TD19: Integrazione/autofattura per acquisto di beni art. 17, comma 2 del D.P.R. n. 633/1972 (applicazione dell’imposta da parte dei cessionari o committenti stabiliti nel caso in cui l’operazione sia posta in essere da parte di un soggetto estero privo di stabile organizzazione in Italia);
  • TD20: Autofattura per regolarizzazione e integrazione delle fatture (art.6 c.8 d.lgs. 471/97 o art.46 c.5 D.L. 331/93).

Quali sono le sanzioni per l’omessa fatturazione integrazione/autofatturazione?

In caso di mancata o errata trasmissione dei dati, la normativa prevede una sanzione amministrativa di 2€ per ciascuna fattura entro il limite massimo di 400 € mensili

La sanzione è ridotta alla metà, entro il limite massimo di 200 € per ciascun mese, se la trasmissione è effettuata entro i quindici giorni successivi alle scadenze stabilite, ovvero se, nel medesimo termine, è effettuata la trasmissione corretta dei dati.

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